Sharon Stone racconta 10. Sharon di Marte

Finalmente sono finiti gli anni Ottanta e Sharon Stone può smettere il suo voto del silenzio, tornando a parlare di una carriera che pare iniziata solo nel 1990. Probabilmente sarà stato l’editore a chiederle di parlare solo di film famosi, non delle piccole produzioni che in pochi conoscono, ma è curioso che l’attrice non avesse neanche un aneddoto da raccontare durante i suoi tantissimi lavori negli anni Ottanta.

La storia di Atto di forza (Total Recall, 1990) l’ho già ampiamente trattata in un lungo speciale zinefilo, qui mi limiterò a raccontare quel punto di vista che finora mancava: quello di Sharon Stone a distanza di tempo dagli eventi.


Sharon di Marte

La prima citazione di Atto di forza avviene in un capitolo non dei migliori, quando cioè racconta di come in genere fossero acide le altre donne, tutte invidiose del suo fascino: non un momento edificante della sua autobiografia.

Stando al suo ricordo, il film di Paul Verhoeven le ha permesso per la prima volta di partecipare al Festival di Cannes, ma occhio che c’è il trucco. «La prima volta che ho partecipato al Festival del cinema di Cannes è stato per Atto di forza». Quel verbo “partecipare” è sibillino: se io pagassi il biglietto di entrata parteciperei anch’io a Cannes, pur non essendo un attore. Non ci sono prove che Atto di forza sia mai stato proiettato a Cannes, visto che la sua anteprima si è svolta a Los Angeles il 31 maggio 1990: il 12 maggio precedente Sharon è stata fotografata a Cannes da Getty, presentata come l’attrice di un nuovo film in uscita, il che non vuol dire nulla: ci sono eserciti sterminati di ragazze che si presentano a questi eventi come attrici di futuri film, quindi non ha “partecipato” al Festival di Cannes nel senso comunemente dato a quel verbo. Semplicemente era lì.

Per un incidente comune con i viaggi aerei, cioè la perdita dei bagagli, Sharon si ritrova a Cannes senza vestiti. Dopo aver descritto minuziosamente ogni singolo capo d’abbigliamento rimastole a disposizione – ah, se avesse usato questa precisione anche nel raccontare la sua carriera! – Sharon specifica con una malcelata punta di veleno: «Devo dire che nessuna delle affascinanti signore presenti pensò di aiutarmi prestandomi qualcosa». Come si spiega che le dive di Cannes non si siano strappate di dosso i loro costosissimi abiti, spesso neanche loro ma forniti da stilisti di fama internazionale, per ricoprire questa emerita sconosciuta di passaggio? L’attrice in effetti ha un sospetto:

«Non ero né famosa né importante, ma ero giovane e carina; insomma, una minaccia. Pare abbiano pensato che potessero bastare i complimenti e le battute che ricevevo dai loro colleghi per la mia ingegnosità. Persino Robert Downey Jr disse che sembravo Anita Ekberg con la sciarpa annodata a mo’ di top e i pantaloni larghi.»

Ah, queste dive di Cannes, tutte acide e invidiose. In piena fase Manuel Fantoni, Sharon mentre scrive la sua autobiografia trova eccellente poter snocciolare il nome di un divo come Downey jr., dimenticandosi però che questa scenetta si è svolta nel 1990, quando cioè il nostro Robert era un giovane attore con parecchi problemi di eccessi (e pare anche con la giustizia), ben poco di successo – sebbene molto attivo – e che solamente una volta nominato al Premio Oscar per Chaplin (1992) sarebbe diventato quell’attore noto che nel nuovo millennio è diventato famoso, grazie ad Iron Man. Di tutti gli attori celebri che Sharon poteva incontrare a Cannes, Downey jr. era il meno celebre possibile.

La vicenda si conclude bene, con un ricco produttore che carica Sharon nella sua limousine e la porta a fare spese nei ricchi negozi del posto, poi via a partecipare ai party più stilosi e a farsi immortalare dai fotografi di grido, in un puro sogno alla Pretty Woman. Che però era una prostituta, vogliamo davvero fare paragoni?

Foto di Terry O’Neill

Finito di raccontare questo evento ben poco edificante, dove si lamenta delle dive invidiose del suo fascino e si lascia scarrozzare dal riccone di turno (altro che romanzo Harmony!), Sharon si rende conto di avere appena citato un film molto famoso: che dite, le vogliamo sprecare due parole a parlare di cinema? Quasi come se Sharon Stone fosse un’attrice…

«Le riprese di Atto di forza sono state un’esperienza pazzesca e divertente. È una pellicola molto originale per la quale Rob Bottin si è aggiudicato un Oscar nella categoria Special Achievement, un premio che non viene attribuito tutti gli anni – finora ne hanno assegnati soltanto sedici. Un vero genio, Bottin è anche la persona che mi ha insegnato come rispondere quando sei a Hollywood: si sorride, si annuisce e non si dice una parola.»

La donna hollywoodiana muta dev’essere: omertosa!

Sharon racconta di come dalla fine delle riprese sia nata una grande amicizia con Arnold Schwarzenegger «e la sua banda di “tontoloni”, come li chiamavo allora»: ah, che belli gli amici che ti chiamano tontolone. Poi ricorda che all’epoca pesava cinquantotto chili – giusto per sottolineare quanto fosse magra – e quindi temeva che non sarebbe mai riuscita a risultare convincente come minaccia per il protagonista. Ha cercato di mettere su un po’ di massa corporea con concentrati di proteine e andando in palestra. Oh, ma mica una palestra di lusso come quella in cui andiamo tutti noi, eh?

«Un posto infernale di dedizione e miracoli, con un ventilatore sul pavimento, niente musica, un sacco di pesi e gente intenta a pedalare su cyclette antiquate senza distogliere lo sguardo dai vecchi acquari di fronte.»

Povera Sharon, costretta ad allenarsi in un tugurio dove gli acquari sono “vecchi” e le cyclette “antiquate”: il segreto della forma fisica di Schwarzenegger è che lui ha acquari nuovi ogni giorno. Certo poi che acide quelle ex compagne di scuola che, intervistate riguardo a Sharon, l’hanno definita una snob.

Beato te, Arnold: si vede che nella tua palestra hai acquari nuovi e cyclette alla moda

Grazie ai ventilatori per terra e all’assenza di musica, Sharon mette su peso e arrivata sul set pesa sessantacinque chili. «Riuscivo a tirare su quindici chili con un braccio solo e mi allenavo a karate tre ore al giorno». Ancora però non riesce ad alzare la gamba per tirare un calcio in faccia a Schwarzy, come prevede il copione, così a Città del Messico – dov’è girato il film – passa giorni in palestra, in preda alla più concentrata determinazione. In fondo, specifica, devi essere testardo e competitivo per riuscire nel mondo del cinema. «O anche in quello della ristorazione, quando facevo la cameriera». Che c’entra questa frase? Quindi solo gli attori e i camerieri sono determinati? O era un modo per dirci che Sharon è una “del popolo”, che ha fatto la cameriera e quindi ha origini umili? Boh.

L’ho mai detto che facevo la cameriera?

Finalmente Sharon incontra Arnie per le riprese e scopre che è molto più alto di quanto immaginasse, quindi è chiaro che dargli un calcio in faccia sarà un’impresa ancora più difficoltosa. L’attore poi le chiede se si è allenata coi coltelli, e Sharon cade dalle nuvole: quali coltelli? Era prevista una scena di lancio di coltelli ma si era deciso che l’avrebbe eseguita la controfigura, invece Arnie le fa notare che comunque dovrà essere in grado di muoversi in modo tale da poter poi montare la scena in modo che non si veda la differenza tra lei e la controfigura. Una volta gettata nel panico l’attrice («non potevo sbagliare, io!»), esce fuori che Arnie la stava semplicemente spronando, esagerando l’impegno che avrebbe dovuto fare. Risultato: Sharon si è controllata molto poco nelle scene in cui picchia Arnie!

Che simpatico Arnie, quasi quasi lo meno!

Lo vogliamo sottolineare come l’attrice abbia guadagnato poco dal film? Dite che è una cosa di classe? Mi si nota di più se lo dico o se non lo dico? La nostra eroina ci tiene a specificare che tutti i suoi colleghi di Atto di forza hanno guadagnato più di lei, ed è strano visto che lei appare per forse cinque minuti e gli altri per l’intero film! Come si spiega questo dislivello? Per fortuna i produttori le hanno comprato un vestito, che nel suo libro Sharon descrive con dovizia di particolari, e tutto è risolto. Sharon è così, le regali un vestito ed è conquistata.

Dài, che dopo ti regalo un vestito e amici come prime

Con il nuovo vestito Sharon va all’anteprima del film e alla relativa festa, dove suonano i Rolling Stones ed Eric Clapton. (In realtà dice “parteciparono”, di nuovo questo verbo: mi sa che semplicemente quei musicisti sono arrivati a scroccare la cena!) Durante la festa Sharon incontra un suo passato collega, Steven Seagal, un’occasione per rivelarci un aspetto inedito del noto attore.

«Steven Seagal, famoso per la sua perfidia verso tutti e per il pallino di sfidare chiunque a combattimenti di arti marziali nelle situazioni meno appropriate. Dico solo che quando ho lavorato con lui in Nico mi ha intimato di non stargli troppo vicino perché invadevo il suo qi. Come diceva mia nonna Lela: “Se non hai niente di carino da dire, allora stai zitto”.»

Non mi sembra che l’attrice abbia seguito il saggio consiglio della nonna…

Con questa chicca preziosa su Seagal, impagabile per gli odiatori storici dell’attore – quale io sono! – finisce ogni riferimento di Sharon Stone ad Atto di forza, uno dei grandi titoli dell’epoca che da solo vale la sua intera filmografia precedente, e ci recita solo in un minuscolo ruolo!

L.

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16 risposte a Sharon Stone racconta 10. Sharon di Marte

  1. wwayne ha detto:

    Anche a me suona poco credibile la storia del produttore che, impietosito dalla disavventura della bella Sharon, decide di consolarla trascorrendo con lei una giornata di shopping selvaggio. O lei ha avuto la fortuna sfacciata di incappare in un money slave proprio nel momento in cui ne aveva più bisogno, oppure (come dici tu) questa storia è inventata di sana pianta prendendo spunto da Pretty Woman.
    Concordo anche quando scrivi che quel riferimento fuori contesto al suo passato di cameriera è sicuramente funzionale a farsi passare per un’ex popolana rimasta umile. Un fintissimo tentativo di scrollarsi di dosso la reputazione di diva superba che l’ha sempre accompagnata.
    P.S.: Che io sappia, il design degli acquari è rimasto sempre lo stesso nei decenni: un parallelepipedo di vetro trasparente con dei pesci dentro. Di conseguenza, in base a cosa Sharon può aver dedotto che gli acquari della palestra erano vecchi? Forse dalla polvere, ma quella può depositarsi anche su un acquario comprato da 2 settimane.
    Altra dichiarazione priva di senso: che vuol dire “invadevo il suo q.i.”? Il quoziente intellettivo di una persona non può essere invaso, non è mica la Polonia! 🙂

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  2. Cassidy ha detto:

    Che Sharon sia bellissima è un dato di fatto, ma è anche molto furba. Nel 1990 Robert Downey Jr. era uno che faceva dentro e fuori le patrie galere, però vuoi mettere parlare di lui come l’unico che ha avuto una parola buona per lei oggi, che Robertino è uno dei più noti ed influenti attori di Hollywood? Sharon sa come stare nel mondo dello spettacolo e fa valere il sui Q.I. per il resto, se questo è tutto quello che ha da dire su un film come “Atto di forza”, forse sarebbe stato meglio saltarlo come tutti i film e filmetti degli anni ’80, anche perché la storia dei vestiti persi ormai è diventata leggenda, è stata raccontata in tutte le salse da tutti i coinvolti, manca solo il facchino all’aeroporto 😉 Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Nella sua autobiografia parla molto di vestiti, quindi non poteva non ripetere l’aneddoto di Atto di forza, essendo poi in pratica tutto ciò che ricorda del film 😀

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      • Giuseppe ha detto:

        Ma infatti noi eravamo interessatissimi a riguardo, compreso il dettaglio della palestra con ventilatori a terra (terribili), cyclette antiquate (cos’erano, modello celerifero? O magari velocipede?) e vecchi acquari (il loro vecchiume probabilmente lo si capiva dalle rughe che avevano i pesci, chi lo sa) 😛
        Ecco, diciamo che forse qui se la stava tirando un tantino, ma giusto un po’ (e Rob Bottin muto!)… 😉

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  3. Willy l'Orbo ha detto:

    Post, come di consueto, stuzzicante, tra un aneddoto e l’altro, che mi sono gustato con un surplus di interesse visto il film di cui si parlava, Sharon non il top della simpatia e, forse, dell’onestà intellettuale ma, tra problemi di vestiti, tontoloni, acquari, e riferimenti all’ego di Seagal, il divertimento per il lettore è assicurato! 🙂

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  4. Sam Simon ha detto:

    Ahahah! Trovavi più informazioni rilevanti per i film non menzionati nella biografia della Stone che per quelli di cui “scrive”! X–D

    Oh, non sottovalutare l’importanza di un vestito (e di un ricco benefattore altruista in limousine)!

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  5. Kukuviza ha detto:

    Mi devo scrivere la seguente frase su un biglietto: ” il segreto della forma fisica di Schwarzenegger è che lui ha acquari nuovi ogni giorno” e leggerla ogni volta che sono giù che voglio ridere! Ma come ti vengono, dico io.
    In effetti non ci ha proprio fatto una gran bella figura la sharon in questo capitolo

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