Nel 2013 Dolph Lundgren corre fino in Thailandia e grida: «mi scappa una sceneggiatura!»
L’attore televisivo Steven Elder passa di lì e dice «Ti aiuto io a scriverla, visto che non ne ho mai scritta una: metti che scopro di essere uno sceneggiatore?»
Da una coperta di cartoni e giornali scatta in piedi John Hyams e coglie la palla al balzo: «Ragazzi, mio padre Peter dopo i miei Universal Soldier e Dragon Eyes non mi fa più entrare in casa: mi fate giocare, anche se non mi mettete nei titoli di testa?»
Si mettono tutti insieme, fermano un passante – Gabriel Dowrick – e fanno firmare pure a lui la sceneggiatura che alcune folli case thailandesi accettano di produrre.
Manca il regista, ma ci pensa la produzione: «Abbiamo per le mani Ekachai Uekrongtham, il bravissimo regista che dopo il capolavoro pluri-premiato Beautiful Boxer (2004) non ha più azzeccato una carta: buttiamolo dentro, che costa poco.»
Tutto è pronto per una sonora porcata dal titolo Skin Trade, presentata in anteprima negli USA il 7 novembre 2014 e – incredibile! – presentata al nostrano Taormina Film Festival il 18 giugno 2015.
Come fare a mettere tante star famose in un solo film? Semplice: raccatti i dimenticati e i disperati che ti lavorano anche solo per il cestino omaggio.
Così abbiamo il celebre caratterista Ron Perlman (che se lo chiamate viene a recitare pure nel vostro filmino delle vacanze) che interpreta lo spietato boss Viktor, specializzato nella tratta delle giovani per il mercato del sesso thailandese. Fiumi di ragazze vengono rapite o arrivano spontaneamente dai paeselli, povere in canna, con il sogno di una vita migliore. Come sempre, finiranno molto male.
E a finire male è stata la figlia dell’agente Nick Cassidy (Dolph Lundgren), e ora il poliziotto dal nome più banale di sempre vive solamente per la vendetta. I suoi superiori cercano di fermarlo, ma sono interpretati dal dimenticato Peter Weller e dal misconosciuto Michael Jai White, che io e pochi altri consideriamo un mito assoluto ma in realtà è un attore fallito di filmacci da due soldi.
Nick Cassidy sbarca dunque in Thailandia per una vendetta sanguinolenta, che verrà osteggiata dal poliziotto sotto copertura Tony Vitayakul, interpretato dalla buon anima Tony Jaa.
Ve lo ricordate Tony Jaa? Nel 2003 gridai a gran voce la sua bravura e se ne accorse pure Luc Besson che lo rese famoso in Europa e America: né io né Luc – ebbene sì, io e Besson siamo amici e andiamo in pizzeria insieme, ma se glielo chiedete negherà: è fatto così! – né io né Luc, dicevo, potevamo immaginare che Tony Jaa sarebbe invecchiato e morto nel giro di pochi anni, che cioè avrebbe fatto la esatta carriera di Jackie Chan ma con tempi drasticamente più veloci!
Oggi Jackie Chan è un povero vecchio che ti stringe il cuore a vederlo fingere siano ancora gli anni Settanta: ma ha quarant’anni di carriera alle spalle, e per i primi 25 è stato un mito. Tony Jaa già dopo tre film aveva finito la sua parabola, aveva finito le sue mosse e si è ritrovato idolatrato da tutto il mondo… senza più essere capace di fare ciò che faceva pochi anni prima!
Così lo vediamo in Skin Trade fare in modo sbagliato tutto ciò che poteva sbagliare: recita, e già questo è un delitto contro l’umanità; fa le faccette da duro, e questo è ridicolo; usa i cavi, il che rende inutile la sua presenza in video; ma peggio di tutto è che usa la controfigura anche per camminare.
Insomma, è un Tony Jaa pessimo e orripilante come non l’avete mai visto: neanche nel ridicolo The Protector 2 era riuscito a fare così male…
Tecnicamente Skin Trade è un onesto prodotto, sebbene sia noioso, scontato e banale oltre ogni immaginazione. Quando poi il gigante Dolph affronta il nano Tony… be’, la cosa diventa imbarazzante.
Chi segue il cinema thailandese sa che adorano loro stessi affiancare un protagonista locale ad un gigante occidentale, ma di solito studiano il tutto perché il piccolo asiatico risulti il più bravo, il più furbo e il più forte: qui Tony è solo un pupazzetto che fa le faccette da duro e vola sui cavi in sequenze di combattimento indegne di lui.
Dolph e Tony fanno di tutto per evitare lo scontro finale, così ad un certo punto scatta l’immancabile inseguimento nel mercato: quale film asiatico non ha una scena di inseguimento nel mercato? Solo che questa dura tipo dieci ore e mette davvero a dura prova lo spettatore…
Spero vivamente che ’sta porcata non arrivi in Italia, ma visto che costerà sì e no 5 euro, è facile che arriverà in tempi strettissimi. Faccio pure una previsione sulla casa fetente che la presenterà: o la 01 Distribution, che anni fa era una signora casa con un ottimo catalogo ed oggi invece sforna solo minchiate, o la Minerva Pictures, storica voce italiana della Asylum…
L.
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Anche tu mi confermi che purtroppo il film non mantiene le promesse, peccato, in ogni caso questo film penso che lo vedrò, ci sono troppe persone degne di stima: Peter Weller (Icona!), Michael Jay White, il mitico Tony Jaa, ovviamente Dolph e Ron Perlman…. io vorrei Ron Perlman in tutti i film, le rom-com, i film d’animazione, anche i drammi intimisti, tutti, tutti tutti tutti 😉 Cheers!
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Ahahah in effetti Ron sta bene ovunque lo metti 😛
Se aspettiamo il film “buono”, possiamo anche smettere di vedere action. Quindi tocca abbassare le pretese e vedere questi titoli, che almeno sfoggiano un cast da togliersi il cappello!
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