Siamo alla fine dell’Era Weissmuller, quando la Sol Lesser Productions sforna film di Tarzan a raffica per la RKO: prodotti sicuramente più curati degli inizi, visto che la tecnica cinematografica ha fatto passi in avanti, ma non per questo prodotti più di impatto.
Il 5 aprile 1947 esordisce in patria Tarzan and the Huntress, undicesimo e penultimo ruolo tarzanico per l’austro-ungarico Johnny Weissmuller e terzo (ma non ultimo) film tarzanico per il regista bavarese Kurt Neumann, che chiuderà la sua vita dirigendo il capolavoro L’esperimento del dottor K (1958).
Arriva nei cinema italiani il 23 settembre 1948 con il titolo Tarzan e i cacciatori bianchi, «la più originale ed emozionante avventura della jungla». Distribuito più volte in VHS, l’ultima nel 1990 per Skorpion, l’unica sua distribuzione in DVD risulta essere quella all’interno del cofanetto “Tarzan RKO Collection” (2012).
La sceneggiatura di Jerome Gruskin e Rowland Leigh è semplice e veloce, adatta ai 72 minuti striminziti di pellicola.
Tanya Rawlins (Patricia Morison) arriva in Africa per acquistare tante belve feroci per gli zoo americani, ma Re Farrod (Charles Trowbridge) non ne vuol sapere: si tengano i loro soldi, i visitatori stranieri, perché gli animali appartengono all’Africa e lì devono rimanere.
Gli accompagnatori di Tanya, avventurieri senza scrupoli, avvicinano il nipote del re e trovano in lui un valente complice: in cambio di bei soldi aiuterà gli americani a fare buona caccia. Durante questa, però, un colpo uccide re Farrod e a questo punto viene ucciso pure il figlio: così ora il trono è tutto per il bieco nipote.
Egli però non sa che il figlio del re non è morto, e che con l’aiuto di Tarzan saprà cacciare sia gli usurpatori che i cacciatori.
I tempi sono cambiati e una guerra mondiale ha cambiato i gusti cinematografici. I neri sono scomparsi, presentando un re bianco con per guardie dei tripponi bianchi, e in generale è scomparsa ogni differenza: tutti i protagonisti sono identici quando invece la storia prevede etnie molto diverse.
E sì che proprio i questi anni la NAACP (l’associazione nazionale per l’avanzamento della gente di colore) sta pressando Hollywood perché adotti un codice (attivo ancora oggi) per cui è obbligatoria una “quota nera” nei film. Uno dei primissimi titoli a mostrare un personaggio di colore non stereotipato è Sahara (1943) – uno dei grandi film d’assedio di cui parlo nel mio saggio gratuito – eppure cinque anni dopo troviamo un’Africa all white.
La famigliola composta da Tarzan (Johnny Weissmuller), Jane (Brenda Joyce) e un figlio adolescente che chiamano semplicemente Boy (Johnny Sheffield) non infastidisce la morale bacchettona: lei è vestita con un saio e a quanto pare il figlio non è suo, quindi sembra una convivenza platonica quella tra Jane e Tarzan.

Più che Tarzan sembra la pubblicità delle Gocciole!
La loro vita amorevole è però del tutto secondaria: la vera protagonista del film è Cita!
Sono ormai montani i tempi in cui nei film le scimmie erano senzienti e rappresentavano società non umane con cui Tarzan interagiva e con cui spesso si scontrava: ora le scimmie sono semplici scimmie… e fanno ridere.
Il film si apre con Cita che ruba del miele da un alveare e poi corre via inseguita dalle api, mentre tutti ridono. C’è da andare dal re Farrod? E Cita si atteggia con delle piante come se fosse un re con la corona.
Insomma, il film è solo una scusa per dei siparietti scimmieschi!
Ci sono anche le solite belve feroci, da coccodrilli a leopardi, ma non sono più gli oggetti dello stupore esotico d’un tempo, bensì semplici trofei da cacciatori. Sembra ormai dimenticato il fascino di terre lontane, ora è tutto noto e si cerca di guadagnare il più possibile da quei tesori lontani: lo sguardo non è più quello del viaggiatore ma del cacciatore.
Un film che assomiglia più ad un episodio televisivo, perché in fondo ormai il Tarzan di questo periodo è un serial da milioni di fan che si divertono a vedere avventure semi-serie con bestie feroci e scimmie comiche, ed è esattamente ciò che ottengono.
L.
– Ultimi post simili:
- Forbidden Jungle (1950)
- Tarzan e il figlio della giungla (1968)
- Tarzan nella valle dell’oro (1966)
- Le tre sfide di Tarzan (1963)
- Tarzan in India (1962) Arriva Tarzanello
- Il terrore corre sul fiume (1959) Tarzan contro James Bond!
- Tarzan il Magnifico (1960)
- Tarzan e il safari perduto (1957)
- Tarzan sul sentiero di guerra (1951)
- La furia di Tarzan (1952)
Chissà cosa ne penserebbe di questa Africa così bianca il vecchio Roger Murtaugh. Abbiamo anche Cita che si prende il palcoscenico, «Cita volante, pericolo costante!» è la frase del giorno 😉 Cheers!
"Mi piace"Piace a 2 people
Questo film vale solo per i siparietti di Cita 😛
"Mi piace"Piace a 1 persona
Pensavo che ci trovassimo in una delle peggiori epoche cinematografiche in quanto a scarsità di idee, ma anche negli anni ’40 se la passavano veramente male, Tarzan l’hanno spolpato fino all’osso! 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona
Dopo decine di film non sapevano più che inventarsi, e siamo ancora al ’47: ci sono ancora 60 anni di cinema per spolpare il personaggio 😛
"Mi piace""Mi piace"