Logan (2017) Anteprima assoluta del Zinefilo

logan_ver6«I hurt myself today / to see if I still feel»: la Fox vince facile rilasciando un trailer dove il vecchio Johnny Cash (nell’ultimo anno della sua vita) canta Hurt dei Nine Inch Nails.
“Mi sono ferito, oggi, per vedere se provassi ancora qualcosa”, e poi “Tutti quelli che ho conosciuto alla fine sono andati via”. Il testo del 1994, cantato da Cash nel 2002, si sposa perfettamente con le immagini del vecchio Logan che assiste al crollo del suo universo: niente più mutanti, niente più eroi, l’unica speranza… è una ragazzina problematica.
Con questa musica nel cuore, con un trailer perfetto negli occhi, quando nella redazione di ThrillerMagazine è arrivato l’invito alla proiezione stampa in anteprima romana di Logan… non ho saputo davvero resistere.
Per la prima volta, dunque, il Zinefilo va in avanscoperta!

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La 20th Century Fox stavolta subappalta la produzione: dopo l’insuccesso di Origini (2009) e L’immortale (2013) non sembra voler rischiare troppo con il nostro ghiottone preferito.
Regista che sbaglia non si cambia, così torna James Mangold alla regia e alla co-sceneggiatura, in questa aiutato dal bravo Scott Frank (di cui ho già parlato nel precedente titolo) e Michael Green, autore televisivo che ha lavorato per il cinema solo in occasione di Lanterna Verde (2011): trattandosi di uno dei peggiori film dell’universo, questo non depone affatto a suo favore.

Presentato il 17 febbraio 2017 al Festival Internazionale del Cinema di Berlino e proiettato in contemporanea in Italia (in lingua originale), già dal 22 febbraio successivo viene presentata un’anteprima stampa con doppiaggio italiano… e, come dicevo, il Zinefilo era lì!

Photo by James Mangold (© 2017 Marvel)

Photo by James Mangold (© 2017 Marvel)

La sede dell’ANICA ha un’aurea misteriosa: è qui che avviene tutto, che batte il cuore del cinema in Italia, e nell’entrata c’è uno schermo che proietta a raffica due o tre trailer senza volume: non so perché, ma l’ho trovato inquietante. Si scendono tre rampe di scale e ci si affaccia in una stanza che sembra uscire dal set di 2001 Odissea nello spazio: ricordate nel finale, con il monolito davanti al letto del protagonista? Ecco, una stanza così.
Per fortuna si entra nella sala proiezione e si torna alla realtà. Non prima di essersi fatti riconoscere… e di non trovare il proprio nome nell’elenco! Per fortuna sono stati tutti gentilissimi e a sorpresa si sono pure scusati, senza avere alcuna colpa: e io che pensavo mi avrebbero invece cacciato a pedate!
Quando mi sono segnato come ThrillerMagazine l’ho fatto in automatico: sarebbe stato divertente presentarmi come “Giornalista del Zinefilo”…

Le poltrone sono in pelle umana e fra un posto e l’altro c’è in pratica un altro posto: abituato a fetenti cinema di quartiere, con il pavimento appiccicaticcio di bevande gassate, mi sembra di essere in Paradiso.
Una messaggio severo avverte di spegnere i cellulari e ovviamente l’unico stronzo che l’ha fatto sono stato io. Il messaggio avverte che il personale si accerterà durante la trasmissione che nessuno stia riprendendo lo schermo, ma dubito l’abbiano fatto davvero.

(© 2016 20th Century Fox)

(© 2016 20th Century Fox)

Inizia il film… ed è subito chiaro che non è lo stesso John Mangold de L’immortale: dev’essere passato per le mani di qualche scienziato e ne è uscito potenziato: dalla regia alla sceneggiatura niente assomiglia a quella ragazzinata del secondo film!
Logan (il sempre in parte Hugh Jackman, si dice per l’ultima volta in questo ruolo) entra in scena di prepotenza e cattiveria, ed è subito chiaro che qui non ce ne frega niente di divieti, PG e cacchi vari: nei primi trenta secondi di Logan c’è più violenza che nell’intero film precedente.

Questa cosa farà più male a te che a me

Questa cosa farà più male a te che a me

Il vecchio Logan si aggira nel mondo trent’anni nel futuro, siamo nel 2047 e ormai tutto l’universo Marvel che conoscevamo non c’è più. Non sappiamo cosa sia successo, non è chiaro perché delle centinaia di mutanti sia sparita traccia, né perché non ne nascano più, ma ormai c’è solo il vecchio e malconcio Logan e l’ancor più vecchio e l’ancor più malconcio professor Xavier (un incredibilmente bravo Patrick Stewart, davvero da applauso). I due vivono nascosti nel New Mexico, accuditi un po’ controvoglia dall’albino Calibano, già visto in X-Men: Apocalisse ma stavolta interpretato dal bravo Stephen Merchant: attore saltuario ma soprattutto scrittore comico.

Quante battute si potrebbero fare su una mano destra robotica...

Quante battute si potrebbero fare su una mano destra robotica…

La vita grama ed amara dei due è interrotta dall’arrivo del poco amichevole Donald Pierce (interpretato da Boyd Holbrook, attore che presto rivedremo in The Predator di Shane Black), cyborg nato nel 1980 dalla penna di Chris Claremont e a quanto ho capito da sempre a caccia di mutanti. Però non è interessato al catorcio umano che un tempo fu Wolverine: vuole mettere le mani su un “progetto” sfuggito al suo laboratorio. Uno degli esperimenti portati avanti dal bieco dottor Zander Rice (interpretato dal noto caratterista Richard E. Grant), la cui vita ed opera è legata alla storia a fumetti del 2005 che racconta la nascita di X-23: Innocenza perduta.
Perché ormai l’hanno capito tutti: X-23 è fuggita dal laboratorio e Pierce, con un esercito di nerboruti e tatuati omaccioni, deve riportarla indietro.

Uno alla volta o tutti insieme? (cit.)

Uno alla volta o tutti insieme? (cit.)

Come era facile immaginare, X-23 qui è tutt’altra cosa rispetto alla citata storia che ne ha narrato le origini. Si chiama Laura ed è uno degli esperimenti di Rice, ma soprattutto è interpretata da una strepitosissima Dafne Keen, che dopo la sua partecipazione alla serie TV The Refugees approda al cinema: è di una bravura bruciante, e il suo ruolo è tutt’altro che facile.
Fregandosene di tutte le più sacre regole di Hollywood, Mangold stupisce mettendo in piedi scene di una violenza inaspettata con una bambina protagonista, con sangue e trinciamenti truculenti che non si sono visti in nessuno dei precedenti film di supereroi. (Punisher escluso, ovviamente.) La Laura di Dafne Keen è una vera e propria Weapon-X, è letale e inesorabile e l’espressione inquietante dell’attrice è perfetta per il ruolo.
Peccato che in alcune scene in cui la bambina “vola”, l’uso di effetti speciali computerizzati non è perfetto e il movimento è tutt’altro che fluido, ma è solo un’annotazione da puntiglioso rompiscatole: le scene d’azione del film sono spettacolari e tutte da gustare.

Una bambina difficile...

Una bambina difficile…

Il film è amaro e crepuscolare, quindi si vince facile: chi è che può rimanere insensibile davanti ad un personaggio amareggiato che ha da una parte una figura paterna novantenne che è più amareggiato di lui e dall’altra una figlia (va be’, clone, ma siamo lì) che dire problematica è dire poco? In fondo è la storia di una famiglia disfunzionale che cerca un equilibrio impossibile.
Il viaggio catartico, i conti con il passato, la fede in un futuro molto incerto e nebuloso, ogni elemento classico viene trattato al momento giusto e con uno stile che mai avrei pensato di trovare in un film diretto da Mangold, quello che nel precedente episodio aveva fatto scontrare Wolverine con il roboscemone di adamantio…
Non posso essere più preciso per non svelare un gustosissimo e ispirato twist di sceneggiatura, ma c’è anche la tematica metanarrativa della realtà vista attraverso la finzione: come puoi credere ad un futuro che sembra esistere solo su carta? Semplice: seguendo quella carta…

Ragazzi, non leggete 'ste frescacce!

Ragazzi, non leggete ‘ste frescacce!

La sceneggiatura di Logan non è perfetta né inattaccabile, alcuni punti sono lasciati in sospeso, forse per dare un voluto senso di spaesamento o per strizzare d’occhio agli esperti di fumetti, altri elementi sembrano aggiunte “allunga-brodo” sebbene perfettamente giustificate, ma tutto questo è perfettamente dosato da un prodotto altamente riuscito: non avrà azzeccato tutti i passaggi della ricetta, ma Mangold tira fuori un pasto completo e nutriente. E di questi tempi è una perla rara!
Purtroppo l’unica scena in cui ti vien voglia di prenderti la faccia tra le mani è nel finale, che non rivelo anche se non è impossibile da immaginare: la scelta finale l’ho trovata davvero discutibile e onestamente era plausibile aspettarsi molto di più.
Ma non sia visto come un difetto. Mangold ha saputo generare grande emozione nei punti meno inaspettati della trama, quindi il suo risultato era bello che ottenuto quando – secondo me – inciampa e tira fuori una scena che poteva concepire in mille altri modi, tutti migliori.

Photo by Ben Rothstein (© 2017 Marvel. TM and © 2017 Twentieth Century Fox Film Corporation)

Photo by Ben Rothstein (© 2017 Marvel. TM and © 2017 Twentieth Century Fox Film Corporation)

In conclusione, Logan è un film eccezionale perché è un film adulto. Non è un film “impegnato”, non è un film “per adulti” in quel senso, ma rispetto alle super-tutine o ai robottoni di adamantio è davvero tutt’altro stile. È un film pieno d’amarezza e di rimpianto, e avere Johnny Cash nei titoli di coda è una mossa da mille punti. È un film ricco di violenza cattiva, molto diversa dalla violenza da fumetti dei titoli precedenti. Insomma, è un film per un pubblico adulto che ama belle storie su schermo, senza tutine o sentimenti zuccherosi, senza continuity o universi paralleli: è una storia che strizza l’occhio ai fumetti ma che sta in piedi con le proprie gambe.
Ah, e malgrado siamo rimasti tutti immobili durante i titoli di coda… non c’è alcuna scena finale: a dimostrazione che questo non è un film di supereroi…

«I will let you down I will make you hurt» (da Hurt)

«I will let you down / I will make you hurt» (da Hurt)

Ultime due parole. Una per il mitico Daniel Bernhardt che riesce a farsi inquadrare fra gli uomini di Pierce: ormai è solo uno stuntman in grandi film ma mi piace ricordare quando negli anni Novanta ha avuto il suo momento di gloria con una bella sequenza di film marziali, iniziata con Colpi proibiti 2 (1996).
Un’ultima parola per X-23, che davvero incanta e colpisce per la sua perfezione in questo film: i miei sensi di zinefilo mi dicono che in un futuro ipotetico film in solitaria, sarà interpretata dalla solita ragazzina rachitica che rovinerà completamente il personaggio. E sarà davvero un gran peccato…

L.

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17 risposte a Logan (2017) Anteprima assoluta del Zinefilo

  1. Cassidy ha detto:

    Per me il tuo commento vale molto di più del bollino qualità di “Rotten Tomatoes”, non vedo l’ora di vedere il film! 😀 Cheers

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  2. Pingback: Road to Logan (2017) Pagina riassuntiva | Il Zinefilo

  3. loscalzo1979 ha detto:

    Non vedo l’ora di vederlo, la premessa tua sembra molto buona

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  4. Giuseppe ha detto:

    “Lo scopriremo molto prima di quanto pensi… 😛 ”
    Aaah, ecco cos’era! L’ANICA, l’invito ai VIP, la sala alla 2001 (Voce: “Si accomodi, la stavamo aspettando da quattro milioni di anni”, mentre un te stesso più anziano sta pranzando seduto a tavola 😉 “), il momento di suspance (“Un attimo, non troviamo… ah, ma è di Thriller Magazine! Tutto a posto, ci scusi!” “Scusatemi voi!” “No, ci mancherebbe altro, siamo noi a doverci scusare con lei” “Insisto nel farvi le mie scuse!” “EHI, guardate che l’anteprima sta per cominciare!” “OK, basta scuse e andate ai vostri posti!”) e alla fine tutti al bar con Patrick Stewart e le sue splendide cover di pezzi country 😀
    Finalmente è arrivato il film contemporaneamente DI e CON Wolverine: hanno capito che per renderlo protagonista assoluto dovevano separarlo dalla maggior parte dei colleghi mutanti, e la cosa è tanto più sensata quanto più si estende nello spazio e nel tempo… come per me ha senso che, fra i pochi “straordinari” ancora in circolazione, ci sia al suo fianco anche quel professor Xavier con il quale aveva letteralmente riscritto il passato per dare ai mutanti un futuro che le micidiali Sentinelle non avrebbero mai permesso. E quale amarezza più grande ci può essere del dover constatare che quel futuro per il quale si erano battuti alla fine è stato comunque negato, anche se con modalità differenti (quasi come se il Tempo stesso avesse cercato di ripristinare parzialmente e sotto un’altra forma gli eventi alterati da Logan e Xavier)? Ma per fortuna possiamo contare sulle nuove leve aggressive “trincianti” al punto giusto, come X-23… 😉
    P.S. “Con questa mano cibernetica non si rischiano calli, ma bisogna avere sempre un controllo perfetto della pressione esercitata nella presa” 😛

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  6. mikimoz ha detto:

    Ecco spiegato: anteprima stampa. Che fortunato.
    Dunque, per me i film al di fuori del Marvel Cinematic Universe ormai non hanno senso di esistere (figurati, non sono fan manco di quelli), ma questo lo considero a sé in ogni senso, anche rispetto alle precedenti pellicole ghiottonesce e xmeniane.
    Diciamo quasi una lettura nolaniana di Wolverine, perché ora o fai come il MCU quindi fumettoso e pop, o fai cose in salsa adulta.
    Lo voglio andare a vedere, anche se ha le sue piccole pecche.

    Moz-

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Sicuramente non è un film perfetto, malgrado il forte impatto e la carica emotiva indiscutibile, però basta confrontarlo con qualsiasi prodotto Marvel esistente al cinema per capire che è al di sopra di tutto. Foss’anche solo per la voglia di fare un prodotto adulto, del tutto estranea a questo genere di film, che scade sempre nella ragazzinata imbarazzante.
      E poi X-23 è la mia nuova eroina preferita: già la amavo a fumetti, ma ora posso amare anche al cinema la sua violenza senza limiti unita a voglia di tenerezza.

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  8. Elia Maldini ha detto:

    Come si chiama la canzone nei titoli di coda di Cash ? Bellissima recensione 😉

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