Flight 7500 (2014) Succubi a seimila metri

Ve lo ricordate Takashi Shimizu? Dài, il regista e sceneggiatore giapponese di Ju-on (2000), che dopo il successo mondiale dell’americano The Ring (2002) e la relativa corsa a ravanare nei magazzini giapponesi, ha diretto tipo venti remake/sequel di Ju-on, non ultima la versione americana The Grudge (2004). Be’, proprio lui. Che fine ha fatto?
Continua tranquillo per la sua strada ma quando ben presto la mania per il Sol Levante è calata è un po’ scomparso dai nostri radar: nel 2014 invece fa di nascosto il giro del mondo un suo piccolo film, Flight 7500.
In Italia viene presentato in anteprima televisiva il 18 marzo 2017 su TV8, come mi conferma “Sorrisi e Canzoni TV” del periodo, con il titolo Volo 7500.

Non promette d’essere un volo tranquillo

Un normalissimo volo da Los Angeles a Tokyo sembra preannunciare altrettanto tipiche situazioni da “paura in volo“, genere davvero poco inventivo ma lo stesso (purtroppo) prolifico.
Invece la morte apparentemente incidentale di un passeggero crea qualcosa di strano a bordo, tipo una nebbia… E che è? È una nebbia, appunto. Però, John Carpenter ce lo insegna, nella nebbia c’è sempre qualcuno.

Mi sembra il modo perfetto di nascondere un cadavere in aereo…

Dopo una metà film un po’ noiosetta di presentazione dei personaggi si passa ad una sequela abbastanza veloce di “cose strane”, con gente che grida in camera – cioè guardando “il mostro” – come fossimo tornati negli anni Cinquanta, e in generale non si capisce se ci sia fisicamente un demone, una presenza… o una assenza.

Selfie col morto: fatto!

Durante il volo si dovrebbero mandare in onda film comici o addirittura candid camera, invece qui vediamo i passeggeri assistere all’episodio 5×03 di “Ai confini della realtà”, il mitico Incubo a 20.000 piedi (Nightmare at 20,000 Feet, 11 ottobre 1963), scritto dal decano Richard Matheson che poi trasformò la sceneggiatura in racconto. (Raccolto in Italia in “Shock”, Mondadori 1984; “Incubo a seimila metri”, Fanucci 2003.) Addirittura Robert Bloch novellizza l’episodio nel 1983.
Vediamo così un 32enne William Shatner essere unico testimone di un gremlin intento a sabotare il volo su cui viaggia: un’interpretazione eguagaliata solo da John Lithgow quando nel 1983 reinterpretò l’episodio nel film antologico Ai confini della realtà.

Shatner, dicci tu cosa fare!

I passeggeri scoprono che il tizio morto aveva portato a bordo una Shinigami (死神), la bambola della morte molto amata dai manga (secondo Wikipedia). Che sia il modo in cui lo sceneggiatore Craig Rosenberg ha voluto omaggiare Matheson? Invece di un demonietto, una demone femmina opprimente? Invece di un “incubo”… una “succuba“?
Temo che sia tutta nebbia negli occhi, per restare in tema, perché rimane tutto particolarmente vago, se non addirittura buttato via senza impegno.

Si paga un sovrapprezzo per le Shinigami?

Raggiunto il culmine, però, ogni ricerca di spiegazioni razionali cessa. Perché entra in ballo qualcosa che non posso rivelare, ma devo essere onesto: non è male.
Si capisce che il film segue lo stile narrativo che ha reso famoso “Ai confini della realtà”: la ricerca della razionalità in una situazione che non ha nulla di razionale. L’effetto non sarà dei migliori, ma l’idea di fondo non è malaccio. Diciamo che il film merita già solo per il finale…

Diciamo che il cast è stato scelto bene

Da un regista così “pompato” agli inizi Duemila e da un cast di onesti caratteristi forse c’era da aspettarsi un qualcosina di più, ma onestamente qualsiasi film ambientato su un aereo soffre già di un gravissimo handicap: la totale immobilità del luogo. Lo so, sembra strano, visto che l’aereo viaggia velocissimo, ma si tratta di gente seduta e quindi è una location assolutamente immobile.
Se avete la pazienza di resistere ad una metà film noiosa e ad un’altra parte così così, il finale potrebbe intrigarvi. Forse…

L.

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21 risposte a Flight 7500 (2014) Succubi a seimila metri

  1. Cassidy ha detto:

    Ti ringrazio sia per la citazione che per la foto delle due attrici che interpretano le Hostess 😛 Mi hai “venduto” bene il film, chiaro che un aereo non offra molte possibilità, ma hai citato gli esempi giusti, il racconto di Matheson interpretato prima dal Capitano Kirk e poi dal mitico John Lithgow sono un ottimo esempio.

    Sempre sul genere “Cose strane in volo” in un film non del tutto riuscito ma guardabile non era malaccio nemmeno “Altitude” esordio alla regia del disegnatore di fumetti Kaare Andrews, non era tutto impeccabile ma aveva degli spunti. Questo me lo vedo a cercare, anche per curiosità nel vedere cosa succede ai registi dopo che la moda del J-Horror passa 😉 Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Immagino che tu non ti riferisca all'”Altitude” (2017) con Dolph Lundgren che guida l’aereo come fosse un’auto da corsa 😀
      Scherzi a parte, ho adorato “Altitude” del 2010, che ha la giusta dose di weird anche se ho preferito di gran lunga la prima parte, con la ricerca delle spiegazioni, rispetto alla seconda, con la gestione del “mistero”. Un film da vedere assolutamente.
      Ah, e in quel caso è riuscita la tecnica che adotti anche tu: quando ho messo play non sapevo assolutamente NIENTE del film, né avevo visto la locandina in cui in pratica si spoilera sul “mistero”. Sapevo che era un film su di un volo misterioso così ho potuto gustare al 100% il senso si straniamento dei protagonisti 😉

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      • Cassidy ha detto:

        No, non è quello con Dolphone nostro 😉 Esatto, non è un film impeccabile, e la prima parte resta di molto migliore, però ai tempi mi aveva divertito. Infatti ho notato che scrivendo di questo film hai glissato sul finale, che poi da quanto capisco è anche la parte migliore, mi hai messo curiosità 😉 Cheers!

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Visto che è una trovata che rappresenta in pratica l’unico motivo di esistenza del film, mi dispiaceva spoilerarla: una veloce visione te la consiglio 😉

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  2. Conte Gracula ha detto:

    I due Ju on non erano male – e io non vado matto per la recitazione degli attori giapponesi 😛
    Questo mi manca, decisamente… ma ora son curioso di sapere della bambola shinigami, dovrò cercare di vederlo!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Quel periodo di jap-horror (o come lo chiamavano) ha fatto arrivare nelle nostre videoteche un sacco di prodotti intriganti, e mi spiace che il flusso poi si sia di molto interrotto. In effetti però l’antipatia degli spettatori italiani per agli attori asiatici è uno scoglio grande: quasi nessuna delle persone che ho conosciuto dal vivo ha mai frequentato cinema asiatico se non casualmente. Peccato, perché ha un sacco di idee intriganti.

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      • Conte Gracula ha detto:

        Già, ci sono film che hanno della sostanza 😉 magari tra un paio di generazioni di gente che scarica anime subbati, si farà il callo anche agli attori dal vivo…

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      • Giuseppe ha detto:

        Hai perfettamente ragione. Ma il pregiudizio che il cinema asiatico debba PER FORZA risultare ostico allo spettatore italiano persiste indefesso, purtroppo: riguardo al J-Horror in particolare, poi, ricordo gli inguaribili sostenitori de “ma il remake americano è meglio” dove gli stessi magari nemmeno si accorgevano quanto, come appunto nel caso di The Grudge, ci si limitasse a mettere di mezzo volti noti USA mantenendo poi per la maggior parte intatta quella stessa “lenta” struttura narrativa non-occidentale da loro tanto disprezzata (ma con Bill Pullman, Sarah Michelle Gellar, Grace Zabriskie, Ted Raimi, Clea DuVall e colleghi allora O.K., il film è “diventato” americano e quindi funziona) diversamente da Sam Raimi e il sodale Rob Tapert che, guarda caso, qui erano produttori…
        Tornando a Flight 7500, pur con i suoi difetti per me dovuti principalmente all’incerto amalgama fra J-Horror, Rod Serling style e horror ad alta quota stile “Orrore a 12.000 metri” (anche questo con William Shatner… ma, nel caso, ho paura che eventuali riferimenti siano nebbiosi e vaghi almeno quanto l’omaggio a Matheson), direi che si lascia guardare e, con quel finale, riesce perlomeno a dare un senso alla propria esistenza 😉
        P.S. Shimizu avrà letto qualcosa di Bierce? 😛

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Siamo davvero fermi agli anni Cinquanta, quando per far vedere Godzilla agli americani – e agli italiani – toccava aggiungere con lo scotch delle scene con Raymond Burr alla finestra che diceva “Guarda, Godzilla!” Non si sprecavano neanche a rigirare le scene giapponesi, bastavano inserti con un volto americano e il film era d’un tratto fruibile a tutti. Oggi il pubblico è più “esigente”…
        “Flight 7500” sicuramente ha fatto i compiti e omaggia parecchie cose: non ultimo, almeno nella mia testa, un minuscolo omaggio ai “Langolieri” di King – che a sua volta doveva molto, mooooolto, alla prima puntata della “Terra dei giganti”.
        L’aereo che d’un tratto si ritrova “ai confini della realtà” è un tema che funziona, in mani buone. Qui forse le mani sono buone sulla carta, perché il risultato onestamente non mi sembra raggiunga la sufficienza. Troppa voglia di fondere più elementi senza stare a preoccuparsi di farlo in modo coerente, personaggi buttati via senza impegno e vari altri piccoli difetti tipici di un filmetto di serie Z. Però si sente che sotto batte un cuore fatto di Matheson e Serling, quindi alla fine è comunque da vedere 😉

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  3. Cumbrugliume ha detto:

    Chiunque abbia deciso di mandare in onda Incubo a 20.000 piedi sull’aereo è un genio. Applausoni a lui!

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  4. Pietro Sabatelli ha detto:

    Ero indeciso se vederlo o meno, poi l’ho scartato, e sinceramente nonostante il finale che dici ma soprattutto per le immagini che vedo, credo di aver fatto la scelta giusta 😉

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  5. Willy l'Orbo ha detto:

    Dunque, sono tra i pochi ad averlo visto insieme a Lucius! Devo dire che condivido la recensione nel senso che non sarà indimenticabile ma può (può) intrigare e sicuramente rispetto ad altri titoli del genere ha una sua dignità, pur non clamorosa. Aggiungo che a me location apparentemente condannate all’immobilismo (treni, aerei…) ma per questo claustrofobiche “attizzano” non poco… 🙂

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  6. Sven ha detto:

    E poi sull’aereo c’è la morosa di Chev Chelios! 🙂

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  7. gioacchino di maio ha detto:

    Non lo ancora visto e se dici che per certi versi va la pena vederlo lo guarderò. Così di botto mi ricorda Survivor aereo maledetto (1981), da un romanzo Urania di James Herbet, ma forse non mi sbaglio. :-S

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Uh, che film intrigante! Quell’Urania l’avrò visto mille volte su bancarella ma non l’ho mai preso: grazie della dritta, che metto in lista! ^_^
      Comunque no, leggendo le trame siamo molto distanti dall’idea di questo film. Te lo consiglio ma non perché sia fatto bene – tutt’altro – ma solo per l’intrigante finale. Però appunto c’è un intero film da vedere che onestamente è al di sotto della sufficienza, quindi sta a te decidere 😛

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  8. Zio Portillo ha detto:

    Sono in ritardo di qualche giorno sui post… Ora mi metto in pari!
    Questo “Flight 7500” mi manca. Vedrò di recuperarlo visto che nonostante un avvio fiacco, mi pare recuperi abbastanza dignitosamente in corsa. Ed è già molto…

    Un ultimo appunto. Nei Simpson, alla 5^ stagione, c’è il classico episodio di Halloween “La Paura fa Novanta” (05×05). Quell’anno si cita apertamente “Ai Confini della Realtà”: “Incubo a 5 piedi e 1/2”. Bart in pulmino diretto a scuola è l’unico a vedere il gremlin che fa a pezzi il mezzo.
    https://vignette.wikia.nocookie.net/simpsons/images/3/3c/Terror_at_5%C2%BD_Feet.jpg/revision/latest?cb=20121103211842

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