Halloween 6 (1995) La maledizione di Michael Myers

Dopo Hellraiser, Venerdì 13 e Nightmare era quasi obbligatorio pensare ad Halloween. Forza, mettetevi comodi che il viaggio verso Halloween 2018 con il nuovo film di Jason Blum è partito…

«Vi prego, fate che “Halloween 6” faccia giustizia di questa roba [Halloween 5] o lasciate che Michael Myers riposi in pace.»
finale della lettera che uno spettatore deluso ha inviato alla rivista “Fangoria” n. 92 (maggio 1990)

Il nostro compagno di viaggio Marc Shapiro ha una posizione non certo invidiabile. Come giornalista viene chiamato a visitare i set delle più importanti produzioni horror della sua epoca e quindi dev’essere molto diplomatico nei suoi commenti a priori: non è che può dire “sarà la solita cazzata”, se no non lo invitano più. Solo con la saga di Venerdì 13 ha un po’ “sbottato” quando la qualità si è fatta troppo diarroica.
Nel maggio del 1995 deve lanciare la notiziona-flash che è in cantiere Halloween 6 e così, sebbene avesse lodato la lavorazione del quinto, inizia il suo intervento con:

«Halloween 5 non è stato un film molto buono e non è andato molto bene al box office.»

Ah, lo sai allora che questa saga sta raschiando il barile col badile e rantola nel porcile! Apprezziamo l’eleganza con cui l’ha ammesso…

«Comunque il produttore Moustapha Akkad afferma che l’interesse nelle nuove avventure di Michael Myers è sempre lì, sebbene ci siano dei problemi che hanno allungato i tempi.»

Scopriamo che dopo il quinto film c’è stata una bidding war, una “guerra di offerte” fra John Carpenter e Debra Hill da una parte e Akkad dall’altra: i due – dice Akkad – volevano mandare Michael nello spazio e in generale usare prime stesure di Halloween 6 un po’ troppo slash. Che pazzi, Carpenter ed Hill, a voler fare un film slasher in una saga slash
Un momento… ma Carpenter non aveva detto addio al franchise? Non aveva detto di aver venduto le sue azioni? Boh…
Comunque queste beghe fanno slittare la lavorazione del film – già nel gennaio 1993 “Dark Side Magazine” ne dava per imminente la produzione – così che dal previsto giugno 1994 si finisce sul set nel successivo ottobre, quando a Salt Lake City fa parecchio freddino.

Lo spingitore di Michael Myers!

«La mia idea per un film di Halloween è che dovrebbe mostrare gente vera, in posti veri e in vero pericolo.»

Applausi per Akkad, che evidentemente non vede i film che produce…
Intanto il produttore già mentre il quinto film era in sala ha iniziato a cercare gente disposta a fare il sesto. Gli capitano sotto gli occhi un paio di copioni che lo sorprendono, True Romance e Natural Born Killers: oh, come si chiama il ragazzo che li ha scritti? Quentin come?

«Volevano che scrivessi Halloween 6, e dovevo riallacciarmi al suo finale aperto. Ma non è mai accaduto.»

A parlare è Quentin Tarantino, che sebbene gli altri produttori neghino in realtà conferma che la proposta è stata fatta. Anche perché stavolta Akkad non è solo, stavolta infatti si è affidato agli esperti dell’horror: il film è co-prodotto dalla Miramax ed è distribuito dalla Dimension Films, così entrano in scena entrambi i fratelloni Weinstein, che nel marzo del 1994 hanno comprato i diritti di distribuzione del franchise “Halloween”.
Nel 1992 i due ragazzi terribili si erano già comprati il franchise di “Hellraiser” morente, così da divertirsi a torturarlo, ed ora possono aggiungerci quest’altro orrore.
Tarantino continua a raccontare a Marc Shapiro (su “Fangoria” n. 147) che l’entrata in scena di Miramax e Dimension Films ha quasi concretizzato un progetto dal titolo Halloween 666 – applausi per il titolo! – ma Akkad letteralmente fa volare per la stanza il copione che gli viene sottoposto, trovandolo troppo uguale a Venerdì 13. (Già dal secondo film ogni titolo di Halloween è un plagio di Venerdì 13, non se ne è accorto?)

Ad aprile 1994 la questione è chiusa e i produttori cominciano a far finta che non sia mai accaduta, negando qualsiasi coinvolgimento di Tarantino o dei fratelloni Weinstein, che secondo loro rimangono meri distributori.
Infatti il co-produttore Paul Freeman racconta a Shapiro che il progetto doveva partire nel novembre del 1993 ma non essendoci né soggetto né sceneggiatura si è dovuti posticipare: eppure la rivista “Shivers” n. 3 dell’ottobre 1992 riporta la notizia che Halloween 6 ha ufficialmente una sceneggiatura: sarà una delle tante fatte volare da Akkad per la stanza?

«Avevamo una bozza di copione ma l’abbiamo scartata perché non corrispondeva agli elementi chiave del franchise

Che Freeman si riferisca al “Myers in Space” che voleva Carpenter?

Intanto Akkad ha finalmente trovato la sceneggiatura giusta, firmata dal 25enne Daniel Farrands, che ha consegnato il copione facendolo portare da un tizio vestito da Michael Myers. Invece di chiamare la sicurezza, si è preferito assumere lo scrittore.
Farrands si autoproclama «Halloween fanatic and authority»: come si fa ad essere un’autorità in una saga slegata che ad ogni film spara stupidate in direzioni diverse? È la famosa mythology, per cui ciò che è diverso viene visto uguale.

«Sono letteralmente tornato ai fondamentali, alle cose che hanno fatto funzionare il primo Halloween. Questo film si basa tutto sugli angoli bui, sul “chi c’è in cantina?” e “Chi c’è dietro l’angolo?”.»

Ripeto, perché non hanno chiamato la sicurezza per portare via questo squilibrato? C’è così penuria di scrittori nella patria del cinema da doversi tenere ’sto matto?
Intervistato da Shapiro, Farrands si autodefinisce the definitive Halloween fan e si diverte a raccontare di non sapere lui stesso come finirà il film.

«Ho scritto cinque versioni del copione e circa dieci revisioni del finale: a questo punto anch’io non so più come andrà a finire.»

A detta del giovane fan, quattro anni prima ha incontrato Ramsey Thomas, produttore di Halloween 5, che lo ha messo in contatto con Akkad, alla ricerca di una sceneggiatura al volo per iniziare le riprese del sesto film subito dopo il quinto. Rallentato il progetto per via delle beghe legali con Carpenter/Hill, il giovane sceneggiatore ne approfitta per bombardare Akkad con mille idee: alla fine, per toglierselo dai piedi, il produttore ne accetta una.

«La sesta parte di qualsiasi saga è un impegno gravoso, e a distanza di sei anni da quella pessima parte quinta dovevo uscire fuori con qualcosa di davvero buono.»

Di nuovo, quando doveva uscire il quinto film piaceva a tutti, ora non lo può vedere nessuno…

Calmi, calmi, che sta tornando…

Come dicevo, per colpa di misteriose beghe con Carpenter ed Hill – che forse non erano così disposti a lasciarsi sfuggire introiti sicuri in momenti delicati delle loro carriere – le riprese sono slittate dalla primavera all’inverno pieno, e il povero Shapiro si ritrova sul set a Salt Lake City con una temperatura che parte dallo zero per andare giù.
L’attrice cinquantenne Kim Darby sta cercando di scaldarsi con del caffè ma senza molto successo. Il regista la chiama e lei accorre, togliendosi la giacca pesante e rimanendo vestita come una casalinga. Il regista le indica un telefono e le dice che fra un po’ suonerà, e nella cornetta sentirà una voce dire «È in casa!», al che dovrà spaventarsi, poi girarsi e si troverà davanti…
Tutti sul set ammutoliscono quando si fa avanti George Wilbur, deluso di non essere stato chiamato nel quinto film per questioni di compenso e orgoglioso di essere tornato a vestire i panni di Myers. La scena si svolge alla perfezione, perché l’attrice ha davvero il terrore in faccia quando guarda il collega tutto contento di essere vestito da maniaco omicida.

Mi è sembrato di vedere un Myers…

Sulla sedia del regista stavolta si siede il quasi esordiente Joe Chappelle, vistosamente agitato. Ha avuto il via libera alle riprese solo una settimana prima e ha dovuto fare i salti mortali per organizzare tutto.
Inoltre il set è pieno di misteriosi tizi in giacca e cravatta che non promettono nulla di buono. Shapiro ci spiega che la Miramax sta girando in contemporanea Hellraiser 4 che sta costando più del previsto, così per correre ai ripari ha la bella pensata di togliere un milione dal budget di Halloween 6, mandando i propri scagnozzi amministrativi a controllare che il regista stia attento ai costi.

Occhio a non confondere i set, Joe!

«Posso capire la preoccupazione», racconta Chappelle a Shapiro mentre i due abbracciano una stufa portatile, nel gelo siberiano del set sotto zero, «ma dopo una settimana se ne sono andati: evidentemente gli dev’essere piaciuto come lavoro». Cioè come sta attento a rimanere nel budget.

«All’inizio ero un po’ preoccupato [di girare il sesto episodio di una serie] ma poi mi sono rilassato. La cosa buona è che le aspettative sul film non sono molto alte. La gente si aspetta il peggio, e dopo il quinto posso solo migliorare. Anzi penso che riuscirò a sorprendere molti.»

Gran bella premessa: i film della saga stanno facendo così schifo che si può solo migliorare. Si sente che Halloween è un prodotto che ha fatto della qualità la sua bandiera.

Oh Santa GMAIL, aiutaci tu!

A quanto pare Salt Lake City ad ottobre è come l’Islanda in pieno inverno. Molte scene pensate per gli esterni si sono dovute trasformare in scene da interni, semplicemente perché gli attori diventavano blu e cominciavano a cascare come mosche. Tempeste di neve e freddo glaciale mettono a dura prova i trenta giorni di riprese, ma George Wilbur a malapena se ne accorge: lui è completamente rapito dalla Myers Mythology, e bacchetta il regista quando vorrebbe che Michael inseguisse la vittima. «Myers non corre». E se te lo dice uno mascherato e con un coltello in mano, conviene dargli ragione.

Will the real Michael Myers please slash up?

Wilbur si sente Myers ed è stato così deluso dal non essere stato chiamato per il quinto film che va in giro a dire che non l’ha mai visto. Tradendosi subito, quando dice che ha rifatto il suo Myers identico al quarto film – perché il personaggio non cambia mai, agli occhi offuscati dei fan – e di sicuro non piange. Quindi l’ha visto il quinto film, e certo non gli è piaciuta la scena dell’occhio piangente dell’assassino.

«Rimanere coerente attraverso tutti questi film è ciò che rende Michael Myers il grande mostro che è. E sfortunatamente in un certo senso lui è ciò che si può trovare nel mondo reale. Cioè, quanti Freddy o Jason possiamo leggere sul giornale? I veri mostri assomigliano tutti a Michael.»

Qualcuno ha controllato la fedina penale di questo tizio?

Questa scena del quinto film non corrisponde alla Myers Mythology!

Alla fine Shapiro riesce a raggiungere Donald Pleasance, che di solito non rilascia interviste ma col giornalista di “Fangoria” ha da anni un occhio di riguardo. Gli racconta che non avendo più sentito nulla per anni era convinto che il suo personaggio si fosse arenato al quinto film e se ne dispiaceva.

«Il primo Halloween rimane il migliore. Penso che il secondo abbia anch’esso i suoi momenti buoni. Il quarto sembra fare qualche passo indietro per riportare la storia in carreggiata, ma il quinto? Era solo robaccia.»

La stagione dello “Sputa in faccia al quinto” non è ancora chiusa, a quanto pare.

Parte la sigla di “Donald in Giallo”

Comunque Donald è contento quando all’inizio del ’94 lo chiamano per il sesto film, e pensa che l’introduzione di un elemento sovrannaturale aiuti il suo personaggio, che sarebbe stato ridicolo mostrare ancora come quello che mette in guardia dal pericolo che tutti ignorano.
L’intervista finisce con la parte triste: i progetti per il futuro dell’attore. Vorrebbe tornare a teatro con il Re Lear e ha altri ruoli cinematografici in caldo. Tornerebbe a fare Halloween 7? «Surely», certamente. Purtroppo niente di tutto questo potrà avvenire.
Il 2 febbraio successivo, solo due mesi dopo la fine delle riprese, il 75enne Donald Pleasance muore per via di complicazioni dovute ad un intervento di sostituzione della valvola cardiaca.

«Sono un attore professionista. Prendo in considerazione la parte, leggo il copione, decido se farlo, imparo le battute. Non ho alcuna teoria sulla recitazione, per me c’è un solo metodo: farlo e basta.»
Donald Pleasance

Muore nel sud della Francia, a due passi dall’Italia, quell’Italia che mostra le sue ultime scene con Fatal Frames del cineasta romano Al Festa, un piccolo ruolo che possiamo benissimo ignorare e considerare Halloween 6 l’ultimo film di Donald Pleasance, dove ricopre l’unico ruolo ricorrente della sua lunga e prolifica carriera.

A te, Don…

Il 29 settembre 1995 finalmente Miramax e Dimension Films presentano nelle sale Halloween 6. The Curse of Michael Myers, che per motivi ignoti manca di un mese la festività di cui prende il nome: si vede che Weinstein ha altre cose per la testa.
L’altissima professionalità degli Weinstein nel saper distruggere i film è rispettata anche questa volta: già alla prima proiezione di prova il film è un abisso di ignominia, così lo si rigira e lo si stravolge totalmente, in modo che per il 29 settembre sotto l’abisso si sia aperto un altro abisso, come in Creatura degli abissi (1989).

Va malino? No, va fottutamente male. Anthony Timpone, direttore di “Fangoria”, fa aprire il numero dell’aprile 1996 con un proprio editoriale dal titolo “La notte che avrebbe dovuto starsene a casa”, completamente dedicato a dare un assaggio dell’inferno in cui il film è finito.
Racconta di come siano stati contattati Tarantino e Scott Spiegel per il film solo per rifiutarli in seguito, di come Carpenter e Hill all’improvviso si siano tornati ad interessare della saga, giusto per far danni con beghe legali, racconta di vari altri registi e produttori che si sono offerti di dare una mano e che hanno allargato ancora di più la macchia di cioccolato (che cioccolato non è); di come l’attrice Danielle Harris sia stata implorata di tornare ad interpretare Jamie Lloyd ma appena ha chiesto quanto fosse la paga l’hanno cacciata a pedate, di come fossero stati contattati alcuni attori del primo film solo per il gusto poi di rifiutarli tutti in blocco. «Sapevate che originariamente il film aveva senso?» chiude il direttore della rivista, «prima che ogni ombra di coerenza fosse rimossa di corsa, grazie a nuove riprese scaturite dalla fallimentare proiezione di prova.»

Avete riconosciuto la firma? È il Metodo Weinstein adottato con Hellraiser: distruggere ogni più piccola possibilità di fare qualcosa di buono, probabilmente per mantenere alti i costi e bassi gli incassi e pagare meno tasse. (O magari per chissà quale altro strano magheggio: se fosse fatto per mera cialtroneria, ogni tanto azzeccherebbero qualcosa, invece è tutto scientemente e scientificamente studiato per ottenere il peggior risultato.)

Il logo dell’orrore

Timpone ospita nel suo redazionale la principale vittima dell’abisso mefitico che è diventato il film: Daniel Farrands, il suo sceneggiatore, il fan numero uno, l’autorità totale della Myers Mythology, che si presenta al direttore in ginocchio e con le lacrime agli occhi:

«Sono mortificato per i fan. Quello non è il mio film, neanche il 30% di ciò che ho scritto è arrivato sullo schermo: non ho avuto alcun controllo.»

Farrands rimprovera la produzione di aver contato i centesimi invece di pensare a fare un buon film, dimostrando quindi di essere davvero un fan, cioè un sognatore fuori dalla realtà: nessun produttore al mondo vuole un buon film, vuole solo guadagnare pagando meno tasse possibile. E fare un brutto film significa che i fan lo stesso ti inonderanno di soldi, col merchandising, ma pagherai meno tasse.

Ecco il copione del film…

Akkad ovviamente dà tutta la colpa alla Miramax, che lui invece sì che faceva filmoni da applauso… Comunque promette che per Halloween 7 si riprenderà il controllo totale, così che solo lui potrà rovinare il film!

Questo è il film “vero”…

Il 9 maggio 1996 il film ottiene il visto di una censura italiana parecchio distratta, visto che viene ufficialmente rilasciato il titolo Halloween 6. La maledizione di Machael Myers. Machael? Li capisco, vedere ’sta porcata di film ha mandato tutti in confusione.
La sua prima apparizione nota in sala risale al 22 agosto successivo, senza sottotitolo, e come potrebbe peggiorare un film nato morto e poi riportato in vita per ucciderlo di nuovo? Semplice: grazie a 13 minuti di tagli.
Aspetta che lo ripeto: la versione italiana taglia 13 minuti da un film già delirante di suo. Va be’, voi direte, avranno tolto un paio di scene… magari! Hanno tolto un secondo qua, un secondo là, una sforbiciata qua, una sforbiciata là, e il personaggio del dottor Wynn viene quasi del tutto tagliato via: quando si scopre che è lui l’uomo nero, chi lo riconoscerà?

Questa diarrea può essere targata solo Cecchi Gori, che con orgoglio porta il film in VHS (in data ignota) e in DVD dal 24 febbraio 2005.

… e questa è la porcata italiana tagliata di 13 minuti!

Paul Rudd non è ancora un comico di successo e il vostro Ant-Man di quartiere, è solo un 25enne in piena gavetta, una cui buona occasione sarà l’imminente Romeo+Giulietta (1996) dove fa Paride e deve cercare di portar via Claire Danes a Leonardo Di Caprio.
Siamo un anno prima di questa bella occasione, quando la Dimension Films ne fa un pazzo squilibrato con un personaggio in libertà che fa cose senza senso. Dovrebbe essere uno dei ragazzini che erano “babysittati” nel primo film, al che mi chiedo: ma finiranno mai ’sti ragazzini che hanno conosciuto Laurie? Avete un po’ stufato con questo mezzuccio dozzinale. Per fortuna il resto è decisamente paggio.

Uno dei milioni di bambini “babysittati” nel primo film

C’è uno spingitore di Michael Myers, che ha visto Amityville (1979) e gli è venuta l’idea: perché non diciamo che ci sono voci che spingono il cattivo a fare il cattivo? Meno male che lo sceneggiatore Daniel Farrands non è un demente decerebrato bensì il fan numero uno di Halloween. (A voi stabilire la differenza.)
Michael ammazza gente a caso, personaggi piombano in scena che non si sa chi cazzo siano e muoiono prima di dircelo, mentre altri personaggi dicono di essere il fratello della sorella del cugino del nipote dello zio del nonno del fruttarolo che portava il cetriolo a Laurie, fresco ogni sera. In pratica Haddonfield è come la provincia americana dell’immaginario popolare: un covo di campagnoli che si accoppiano fra di loro e tutti sono parenti di tutti.

Guarda, Michael, è il figlio della nipote della sorella di tua nonna in cariola!

Poi c’è un Donald Pleasance vistosamente affaticato, ma se avete visto la versione italiana del film probabilmente avete visto meno della metà del suo ruolo, compreso il finale in cui toglie la maschera a Myers, in una scena talmente imbarazzante e ridicola che piange il cuore a sapere che è la conclusione di una onorevole carriera (nonché vita).

Addio, Michael, e grazie per tutto il sangue

Nulla ha senso, nulla merita di essere visto, è solo un sacchetto di escrementi gettato sul video, in pieno Dimension Style. Tanto i fan ingoiano tutto, convincendosi si tratti di cioccolata. Contenti loro…

La siringa simboleggia quanto sono fatti i fan per considerare questa una Mythology

Riuscirà una saga nata morta a morire ancora più male? Riuscirà la cialtronaggine e la mediocrità a salire ancora più in alto al potere? A questo punto ha già superato Hellraiser in quanto a schifezza, perché quella saga almeno un episodio e mezzo l’ha tirato fuori di altissimo livello: qui invece grasso che cola se la qualità è arrivata alla fine del primo film. Poi c’è solo l’abisso.
Vediamo se i prossimi episodi riusciranno ad aprire l’ennesimo abisso nell’abisso…

L.

P.S.
E ora, fate un salto anche allo Speciale Halloween del blog “Non c’è paragone“, senza dimenticare lo Speciale Halloween de “La Bara Volante“.


Bibliografia

  • Marc Shapiro, Monster Invasion, da “Fangoria” n. 142 (maggio 1995)
  • Marc Shapiro, The Curse of Michael Myers is Here!, da “Fangoria” n. 147 (ottobre 1995)
  • Anthony Timpone, The Night He Should Have Stayed Home, da “Fangoria” n. 151 (aprile 1996)

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27 risposte a Halloween 6 (1995) La maledizione di Michael Myers

  1. Willy l'Orbo ha detto:

    Ma, al di là delle critiche, la copertina non vale il prezzo del biglietto? 🙂 🙂 🙂
    (solo quella eh)

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  2. Zio Portillo ha detto:

    Ribadisco quello che ho scritto di là da Cassidy: seguo gli speciali solo per i gustosissimi retroscena. E anche a sto giro non mi avete deluso! Ma che bello sarebbe stato un HALLOWEEN 666 scritto da Tarantino?!?! Può piacere o non piacere il vecchio Quentin, ma è innegabile che il suo tocco sia riconoscibilissimo. Mi ricordo perfino una puntata di E.R. scritta e diretta da lui piena zeppa di sangue! Con lo slasher ci sarebbe andato a nozze e avrebbe tolto ogni freno. Finalmente avremmo avuto uno slasher che fa lo slasher e invece… sotto con la monnezza! E sotto con le dichiarazioni che sprizzano entusiasmo di essere a bordo del progetto. Tipo quella della “basse aspettative”… Si vede che il regista ha seguito corsi motivazionali. Hellraiser di qua, Halloween di là, Nightmare in picchiata pure lui, Jason è già sotto a raschiare il fondo del barile,… Ottimo periodo questo per le saghe horror “classiche”.

    Bellissimo poi lo scaricabarile finale. Non è mai colpa di nessuno!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Queste saghe fanno molto più paura per ciò che succede “dietro” che “davanti” lo schermo 😛

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      • Giuseppe ha detto:

        Già! E infatti pure con questo immondo (nonché, purtroppo, ultimo indegnissimo titolo del povero Pleasence) Halloween 6 si può affermare che il film più riuscito stia proprio dietro le quinte … A proposito di schermo: e se la lacrima di Michael fosse stata da intendere come una sorta di abbattimento della quarta parete? Per farci capire quanto soffrisse nel vederlo ridotto così, ai minimi termini, quel grande boogeyman che non avrebbe mai più potuto essere? Mossa previdente, nel caso, visto che il sesto capitolo arriva a non lasciar più nemmeno lacrime per piangere 😛
        P.S. Rispetto a cotali martellate sulle palle (qui, però, direi più l’asportazione delle medesime senza anestesia) continua a farmi molto meno male quella su un piede 😉

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Meglio una lacrima sul viso di Myers che una martellata sulle palle degli spettatori 😀

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  3. Evit ha detto:

    Pensa che questo è stato il primo film della serie che ho visto, penso nel 1997, a 12 anni. Poi mi toccò H20 sempre in quegli anni, infine decidemmo di affittare con i miei compagni uno dei precedenti Halloween… Unico disponibile in videoteca era il 3. Capisci la mia mancata nostalgia per questa serie? Qualcuno mi può compatire per favore?

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Non certo io, visto che disprezzo profondamente questa saga: il suo unco episodio buono, il primo, mi è a malapena simpatico…

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      • Evit ha detto:

        Io per essere diverso apprezzo il 3 perché ha provato a fare qualcosa di diverso e adoro come abbia rotto le palle a tutti quelli che volevano vedere millemila copie della stessa cosa (salvo poi schifarle tutte) 😄😄😄
        Ma non ti biasimo quando leggo che il tre ti ha piallato le palle.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Il desiderio di fare qualcosa di diverso lo capisco e lo apprezzo, solo che poi non ci riesce nessuno, semplicemente perché non sono capaci. Chiamare un bravo sceneggiatore e poi distruggergli il lavoro non è un sistema per “fare qualcosa di diverso”, perché è esattamente la stessa cosa che fanno tutti. Il terzo film è fatto identico identico a tutti gli altri Halloween, cioè con gravissimi problemi di produzione e sceneggiature devastate da mille interventi cialtroneschi, l’unica differenza è che non c’è Michael. Non mi sembra abbastanza per dire che abbia fatto qualcosa di diverso: è come darsi una martellata sulle palle tutti i giorni e poi darene una su un piede per tentare qualcosa di diverso 😀

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  4. Cassidy ha detto:

    Will the real Lucius please slash up? 😉 Grande, sapevo che avresti fatto a pezzi un film che era già nato mutilato di suo. Vale solo come estremo saluto ad un grande come Donald Pleasance, peccato che il film sia davvero poca roba, inoltre condivido in pieno di dubbi sulla fedina penale di Daniel Farrands, a cui andrebbe aggiunto l’aver scritto questo disastro. Cheers!

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  5. Conte Gracula ha detto:

    Potresti fare uno speciale sugli attori il cui canto del cigno sia stato un film pessimo… poveretti, hanno smesso di soffrire e a noi restano i filmacci!

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  11. The Butcher ha detto:

    Bè i Winestein hanno sempre saputo come rovinare le cose. Per poco non distruggevano ogni possibilità di carriera a Del Toro con Mimic. Per non parlare di quello che è successo a Hellraiser, buon Dio che cosa avete fatto?!

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  13. Anonimo ha detto:

    unica cosa decente del film che almeno Michael ha una maschera decente

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