Dead in Tombstone (2013) La rivalutazione zinefila!


La replica su Italia2 dello scorso 13 aprile 2024 di questo film, in verità assente da parecchio dalla TV, mi ha spinto a un bilancio crudele, perché la prima volta che l’ho visto l’ho disprezzato e invece ora, dopo dieci anni di visioni di serie Z, lo trovo un gioiellino. È ufficiale: dieci anni da Zinefilo mi hanno completamente distrutto il gusto!

Quell’ottobre 2013 ero ancora un sognatore, uno che considerava eccezioni i film brutti, utili per farsi due risate nel segnalarli agli amici di facebook. Ricordo che trovai inguardabile Dead in Tombstone (2013) e anzi mi stupii che uno dei miei amici blogger dell’epoca (ciao, Beati Lotofagi, ovunque tu sia finito) invece ne avessero avuto un’impressione non negativa.

Dal 2013 al 2023 la putrefazione del cinema è proceduta a tutta velocità, la qualità tecnico-artistica è crollata miseramente e oggi sono così abituato a robaccia maleodorante (e comprendo la serie A con grandi attori protagonisti!) che rivisto il film… l’ho adorato! La Z mi ha cambiato dentro, o più semplicemente ho abbassato talmente i miei parametri di giudizio che Dead in Tombstone diventa una ghiottoneria.

Il film che migliora con il tempo!

Già con l’inizio del nuovo millennio l’Est Europa era diventata tappa fissa per produzioni americane, grandi e piccole, quindi girare un western a Bucarest (Romania) era più che normale, ma quel 2013 in cui l’ho visto ricordo che era ancora motivo di razzismo hollywoodcentrico. Così come la famigerata Universal 1440 Entertainment era chiaramente la figlia sfigata che la Universal usava per la roba peggiore, fondandola nel 2012 con Il Re Scorpione 3 e Werewolf: la bestia è tornata che a rivederli oggi… rivaluto entrambi, dopo dieci anni passati a dileggiarli.

Il 2013 la casa lo dedica a La maledizione di Chucky (per il quale vi mando da Cassidy) e a questo Dead in Tombstone, diretto da Roel Reiné.

Il nome è ben noto agli spettatori più di bocca buona, per film come Pistol Whipped (2008), The Marine 2 (2009), Death Race 2 (2010) e via dicendo: diciamo che ha passato tutti gli anni Duemiladieci a sfornare filmacci croccanti per la Universal 1440 e case similari, prima di passare a giocare coi grandi. Chissà se oggi, mentre dirige prodotti fighetti per Netflix e Paramount, racconta in giro di quando creava in Romania l’horror western per Danny Trejo.

I baffi più veloci del West!

Guerrero de la Cruz (Danny Trejo) è uno dei criminali della Blackwater Gang, spietata banda che una volta cambiata aria per sfuggire alla giustizia decide di piombare su Edendale, nel Colorado, dove nelle miniere di quarzo è stato appena scoperto l’oro.

La Blackwater Gang è come una famiglia, infatti appena Guerrero rifiuta l’offerta del suo fratello di sangue Red “Rojo” Cavanaugh (Anthony Michael Hall) di non limitarsi a derubare Edendale ma conquistarsi l’intera cittadina con la forza, riceve in cambio una fraterna sventagliata di piombo da tutti i membri della banda. Ah, la famiglia tradizionale…

Succede ben di peggio nelle riunioni di famiglia!

Vista la vita condotta da Guerrero, questi non si stupisce di riaprire gli occhi in un luogo caldo pieno di fiamme, ma di certo è lecito rimanere allibiti nello scoprire che il diavolo… è Mickey Rourke! Anche se in realtà gli indizi c’erano tutti…

Mickey Rourke che si sta forgiando un nuovo volto

«Sono Lucifero, divoro le anime degli uomini,
e nel West non sento mai la fame.»

Quel tizzone d’inferno del vecchio Lucifero (Rourke) comincia a torturare Guerrero per l’eternità, finché l’uomo non gli piazza la proposta che neanche un diavolo può rifiutare: sei animacce zozze al posto di una.

Lucifero ama avere una dieta variabile, così al posto di mangiare messicano è stuzzicato dalla carne bianca saporita, quindi accetta: rimanda Guerrero indietro e gli concede ventiquattro ore, non un minuto di più, per ammazzare i sei infami che l’hanno massacrato.

Mi raccomando, ammazzali con il prezzemolo, così me li insaporisci

Sulla Terra è passato un anno da quando Guerrero è stato fatto fuori, nel frattempo la cittadina ha avuto modo di cambiare nome in Tombstone e i sei membri della Blackwater Gang sono diventati.. boh, non l’ho mica capito. Diciamo che l’impegno autoriale va tutto nel creare giochi di luce e ombra, dimenticandosi la storia per strada.

A che serve la sceneggiatura… quando hai questi giochi di luce?

La sceneggiatura infatti finisce qui, scompaiono personaggi e dialoghi, ciò che rimane e ciò che conta è che Danny Trejo sporco e incacchiato comincia ad ammazzare i suoi carnefici, possibilmente con azioni cruente e visivamente impattanti, tipo prendere uno… a cannonate!

«Sigmund Freud: Analyse This» (cit.)

In quanto regista, direttore della fotografia e addirittura operatore di macchina, Roel Reiné si diverte un mondo a giocare con le inquadrature, con le luci e ombre, con gli effetti ottici e tutto quello che di solito i registi non possono fare: il bello di lavorare con casupole come la Universal 1440 è che ti lasciano mano libera, basta che rimani nei tempi e nei costi.

Roel Reiné comincia a girare per il paesino western romeno – ipotizzo lo stesso usato per Werewolf, la bestia è tornata (2012) – a cercare l’inquadratura più gagliarda e il gioco di luce più divertente da cucire su Danny Trejo, attore più che contento di fare le facce da duro e di sparare come non ci fosse un domani. E come se le pallottole non finissero mai.

La Universal “madre” mica ti ci fa giocare così, con la luce

I crediti dicono che qui c’è anche la sempre bella e brava Dina Meyer, ma in realtà a parte un paio di apparizioni qua e là non ha altro spazio, ed è davvero un gran peccato.

Una delle rare apparizioni di un’attrice in realtà assente

Dead in Tombstone è qualitativamente superiore ad ogni film girato in seguito, semplicemente perché ha una fotografia da urlo quando invece la regola obbligatoria del cinema è diventata la “smarmellatura borisiana”: non esiste alcun film, dalla A alla Z, che usi una fotografia diversa dall’appiattimento illuminato, quindi qui Roel Reiné che gioca con la luce vince a mani basse, anche se all’epoca nessuno avrebbe potuto saperlo, che sarebbe stata una pratica in seguito estinta.

L’unico rimprovero che mi sento di fare al regista è… perché all’inizio mostra due magnifiche pistole a canna tripla in mano a Danny Trejo e poi le fa sparire dalla vicenda? Addirittura è un elemento “omerico”, in quanto come Ulisse di ritorno ad Itaca può dimostrare la propria identità tendendo un arco che nessuno riesce a tendere, così Guerrero dimostra di essere proprio lui tornato dall’inferno riassemblando pistole che nessuno sapeva gestire. Perché allora quelle che vediamo sono poi normali Colt e non le tri-canne di inizio vicenda?

Aver trovato delizioso questo film significa che il mio gusto è stato sistematicamente distrutto da più di dieci anni di questo blog, ma è anche vero che la qualità media dei film è così crollata che rivisto oggi questo sembra un gioiellino.

Per finire, ora che so com’è fatto il diavolo – a forma di Mickey Rourke! – mi convertirò ad una vita santa!

L.

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23 risposte a Dead in Tombstone (2013) La rivalutazione zinefila!

  1. Cassidy ha detto:

    pistola con tre canne vuol dire che dovrà ricaricare molto più spesso 😉 Peccato per Dina Meyer, ma lei è specializzata in apparizioni dove almeno non perde la faccia. Dieci anni ok, ma non si è abbassato il livello del tuo gusto, al massimo è il cinema ad essere diventato più piccolo, come una certa citazione famosa 😉 Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      In questi dieci anni ho talmente abbassato le mie aspettative che ormai mi basta pochissimo per trovare delizioso un film 😀
      E pensa, pur con aspettative sotto lo zero è rarissimo trovare un film simpatico come questo! E’ il cinema ad essere morto a Tombstone 😛

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  2. Moreno Pavanello ha detto:

    Ricordo di averlo visto e di averne parlato (male) sul blog anni fa. Ma è vero, nel frattempo il livello si è talmente abbassato che rivedendolo potrei rivalutarlo… ma non lo farò. 😆

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  3. Madame Verdurin ha detto:

    Quindi se mi comporto male e muoio trovo Mickey Rourke che mi tortura per l’eternità? Poteva andare peggio, poteva essere Ryan Gosling… o Anne Hathaway! Aiuto! A leggere così non sembra così terribile… ci stiamo tutti rammollendo un po’ mi sa…

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  4. Jena Plisskin ha detto:

    Ormai buongusto not equal cinema, è un dogma. E pensare che negli anni 80 con l’arrivo dei registi dei videoclip si pensava a come avrebbero distrutto loro il cinema, mentre forse furono gli ultimi che portarono qualcosa di nuovo. Ora come ora Renè Ferretti sembra Kubrik.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Vero, il razzismo che ha colpito la leva registica che veniva dai videoclip è stato fortissimo e ingiustificato, visti gli ottimi risultati, e poi stavano semplicemente litigando sul Titanic, visto che tanto il cinema stava morendo male 😛

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      • Jena Plisskin ha detto:

        La cosa peggiore è che avendo vissuto il periodo pre disastro, ora sono come uno di quei vecchi che ripetono fino alla fine “Ai miei tempi….”. Oh cavolo, ma io sono vecchio 😦

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Eh sì, purtroppo è un fenomeno che condivido 😛
        Non è scontato, perché molti anche in tempi d’oro guardavano al cinema in modo distratto quindi non è ben chiaro quanto sia crollato a livello vertiginoso, ma basta rivedere un film con un po’ d’anni sulle spalle per capire quanto la parabola sia fortemente discendente 😉

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    • Jena Plisskin ha detto:

      Visto ieri sera, pensavo sarebbe stato a livello del primo machete, ma l’ho trovato a livello del secondo se non peggio. Mi sà che mi devo sorbire altri dieci anni di serie Z per potermelo far andar bene. Mickey Rourke da Angel Heart a Lucifero ne ha fatta di strada, sembra che all’Inferno ci siano più possibilità che in Italia.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Mi tocca fare l’avvocato del diavolo (a proposito): dai tempi di Angel Heart sono passati milioni di filmacci zozzi, paragonare ciò che oggi chiamano Mickey Rourke con ciò che è stato all’epoca non vale: ti basta dare un’occhiata ai suoi ultimi cento film, tutti inadatti alla vita umana, per vedere che “Tombstone” alla fin fine è il meno peggio 😀

        Trovare oggi o negli ultimi anni un regista di film, dalla A alla Z, che giochi con le inquadrature, con le luci e con il montaggio come in “Tombstone” è davvero raro, chiaro che sempre di serie Z parliamo ma di un tempo in cui era l’occasione per giocare con il cinema divertendosi insieme, regista e spettatore, mentre ora è solo liquame che cola dalle piattaforme, dove non gioca più nessuno.

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  5. Willy l'Orbo ha detto:

    Nonostante il formato western (con, tuttavia, anche altre “venature”, per mia fortuna) è un film che mi ha, fin dalla prima visione, intrigato e intrattenuto, segno che, nel mio caso, la Z è sempre stata compagna di vita: spero che non sia un peccato così grave da consegnarmi nella mani del diavolo a forma di Rourke! 🙂

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  6. Conte Gracula ha detto:

    Il Zinefilo non ha distrutto il tuo gusto, ti ha insegnato a osservate di più i dettagli. E come dice il proverbio: Mickey Rourke sta nei dettagli!
    Oggi, se non guardi a ciò che sta in secondo piano, in un film, rischi di desiderare l’oblio eterno 😂

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Però oggi nella maggior parte dei film fa schifo quello che sta davanti e dietro e di lato e sotto e sopra, non c’è nulla a cui guardare per trattenersi dalla nausea tremebonda, quindi lo stesso “Dead in Tombstone” rimane un prodotto raro, sia per la sua epoca che per questa 😛

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      • Giuseppe ha detto:

        Ormai è ufficiale, e gli indizi c’erano già da un bel po’ di tempo: sei entrato nel giro della rivalutazione coatta, e sarà parecchio difficile uscirne visto che il cinema di oggi fornisce un supporto terapeutico alquanto scarso 😜 Tornando al nostro Danny “Dannato” Treyu, la sua disavventura mi sembra per certi versi SPOILER simile a quella del personaggio protagonista di “Bull”, buon film britannico del 2021 FINE SPOILER, ragion per cui potrei forse farmi tentare (detto non a caso, con tutta questa puzza di zolfo) anch’io… 😈

        PS. Ho segnalato la spoilerata per prudenza, in caso non aveste già visto quel film 😉

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Essendo di roma, tutto ciò che è “coatto” mi appartiene per diritto di sangue, perciò anche la rivalutazione 😀
        E a questo punto ti consiglio di farti tentare dal diavoletto Rourke 😉

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  7. Sam Simon ha detto:

    Forse in dieci anni hai solo capito che non c’è mai limite al peggio? Il gusto ce l’hai ancora, tra l’altro a me sto incrocio tra Spawn e The Crow con Trejo mi ispira pure, dopo averti letto! Inquadrature fighe? Fotografia buona? Viulenza? E che c’è da non apprezzare qui? C’è pure Rourke nella parte che è nato per fare (anzi no: nella parte perfetta dopo che si è devastato da solo)! :–)

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