Halloween 3 (1982) Il signore della notte

Dopo Hellraiser, Venerdì 13 e Nightmare era quasi obbligatorio pensare ad Halloween. Forza, mettetevi comodi che il viaggio verso Halloween 2018 con il nuovo film di Jason Blum è partito…

30 ottobre 1981, esce nei cinema americani Halloween II. Due giorni dopo, domenica 1° novembre, il produttore Dino De Laurentiis sta saltando di qua e di là gettando in aria i fantastilioni che il film sta incassando: chiama Debra Hill e le dice «Facciamone un altro: facciamo il 3!» (Stando almeno a quanto racconta “Famous Monsters of Filmland” del novembre 1982.)
Va sottolineato che mentre in Italia la stampa venerava Dino, che portava la grande creatività italiana nel mondo e panzane varie, ogni singola rivista americana lo disprezzava apertamente, e quando i giornalisti dovevano dare la notizia che anche il terzo Halloween era prodotto da De Laurentiis lo facevano come fosse una disgrazia.

John Carpenter intanto è un attimo occupato a picchiarsi con Rick Rosenthal, regista del secondo film. Quest’ultimo infatti va in giro a denunciare un “gomblotto”: a sua insaputa, dice, John ha inserito delle scene splatter che lui non voleva; Carpenter, dal canto suo, risponde che non è vero, al massimo ha girato delle brevi scene di raccordo per rendere il film “più forte”, visto che – è il sottotesto – era un prodotto debole.
Mentre i due litigano, alla proposta di Dino risponde Debra Hill: «prrrrrrrrrrrrr!» (Cos’avrà voluto dire?)
Una nuova sceneggiatura Carpenter/Hill se la può scordare, Dino, però se si tratta di metterci due spicci e guadagnare bei dollaroni fumanti i due ci stanno e partecipano al terzo film come co-produttori.

Metterci la faccia no, ma il portafoglio sì

In quel periodo si trova a Los Angeles lo sceneggiatore Nigel Kneale, lo storico “papà” del dottor Quatermass, che su consiglio diretto di John Landis sta partecipando a delle riunioni con la Universal Pictures: la casa vorrebbe tirare fuori un remake del film classico Il mostro della laguna nera (1954) per la regia di – siete seduti? – Joe Dante… Ok, potete anche applaudire. E ora tristi, perché questo film non si farà mai…
Visto che la Universal sta co-producendo Halloween insieme a Dino, e visto che il progetto della laguna nera sta lentamente affossando nella medesima laguna nera, chiede a Nigel se gli vada di buttare giù qualche ideuzza per il nuovo film.

Al giornalista Justin Beham, che lo intervista nel 2013 per un grande speciale monografico di “Fangoria”, John Carpenter racconta una storia un po’ diversa:

«“Facciamo qualcosa di diverso”, disse Joe Dante. “Nigel Kneale è in città e scommetto che lui ha una buona storia” Così io e Joe abbiamo incontrato Nigel e in effetti lui aveva una buona storia.»

Fatemi capire: Joe Dante è il padrino di Halloween III? Vi prego, ditemi che è uno scherzetto…
Torniamo nell’agosto del 1982, quando alla rivista “Starburst” n. 48 Debra Hill ci dice che:

«Speriamo di provare che è ancora possibile creare un film davvero spaventoso senza il bagno di sangue di tutti i film che imitano l’Halloween originale del 1978 di John Carpenter.»

Da lodare l’eleganza di non annoverarsi fra gli autori, quando in realtà la Hill è a tutti gli effetti co-autrice del primo film, da biasimare invece il non aver capito che era proprio lo splatter il nuovo re in città.
Debra continua dicendo che la sceneggiatura di Kneale è più in linea con L’invasione degli ultracorpi, che è proprio proprio proprio quello che chiede il pubblico del 1982: milioni di spettatori americani stanno facendo a botte per vedere il massacro più sanguinolento su schermo, per tenere le statistiche su quali siano i morti peggiori, fra Non aprite quella porta (1974), Halloween (1978), Venerdì 13 (1980) e relativi seguiti… e sì, dài, facciamo una storia ispirata a un film di trent’anni fa, quando la maggior parte degli spettatori che hanno decretato il successo del franchise manco era nata.

“Filmland” ci informa che il 19 aprile 1982 sono iniziate le riprese del film per un totale di sei settimane, fino al 28 maggio successivo. Il budget è di quelli proprio da far girare la testa: 2,5 milioni… Ammazza che poveracciata! Mi sa che Dino non credeva affatto nel progettino.
Con un budget degno del peggior seguito di Venerdì 13, si va tutti a Loleta, nel nord della California, che dopo vagliate e lunghe ricerche pare essere perfetta per ricreare l’immaginaria Santa Mira. (Invece nell’agosto precedente “Starburst” dice che il film è stato girato ad Eureka, sempre in California.)

Visto che i soldi non ci sono – l’industria che appare nella storia è in realtà la centrale del latte locale! – viene chiesto ai produttori di fare anche pubblicità, e Debra Hill comincerà a dire alla stampa che in quella cittadina, Loleta, c’era qualcosa di strano e misterioso, e che le vicende narrate non sono lontane dalla verità. Va be’, Debra, ciao eh? Mandaci una cartolina da Santa Mira.

Mira! C’è Santa Mira!

Ve lo ricordate Tommy Lee Wallace, il tecnico che lavorava per Carpenter e che ha rifiutato di dirigere Halloween II perché non voleva iniziare la carriera con un sequel? Ecco, inizia la sua carriera con un sequel. Tranquillo, Tommy Lee, soffrirai poco: la tua carriera sarà corta. (Almeno al cinema.)
Oltre ad essere amico di John dai tempi della scuola insieme a Bowling Green, nel Kentucky – città natale di entrambi – Tommy Lee stava nella stessa scuola di cinema della California del Sud che John frequentava insieme a Dan O’Bannon, altro celeberrimo trombato del cinema. Ma fosse John a far fuori tutti i suoi amici? Com’è che se sei amico di Carpenter ti dice male al cinema?

Tommy Lee e John quando ancora credevano di essere colleghi…

Ad Alan Jones di “Starburst” (luglio 1983) Wallace dirà che un po’ gli è dispiaciuto dire di no ad Halloween II, e che in attesa di proposte Dino gli ha chiesto se volesse dirigere Amityville Possession: per fortuna Wallace ha avuto il buon gusto di riconoscere che era una bojata di dimensioni colossali ed ha rifiutato ancora. (Il regista però dimentica di averlo detto nel 1983, e nell’ottobre 2012 a “Rue Morgue” racconta invece di aver ricevuto la chiamata di Debra Hill mentre a New York stava scrivendo il seguito di Amityville.)
Una volta che Joe Dante accanna il progetto, Wallace dice di essersi seduto con Carpenter a valutare la sceneggiatura di Kneale: c’era bisogno di ritoccarla, ma giusto una spuntatina. Il “ritocchino” è stato sottilissimo, tanto che Kneale s’è incazzato e ha voluto che fosse tolto il suo nome dai crediti del film. Quanti altri cadaveri dovrà produrre questo film già solo in pre-produzione?
Carpenter per sicurezza mette il nome di Tommy Lee Wallace anche alla voce “sceneggiatura”, così si assicura che quando voleranno gli schiaffoni tutti sapranno con chi prendersela.

Tommy, Nigel e Joe Dante, i tre trombati dal film!

La stessa “Starburst” del luglio 1983 presenta un’intervista di Richard Holliss a Nigel Kneale: cosa mai è successo con la sua sceneggiatura? Papà Quatermass ci racconta che mentre stava cercando di tirar fuori qualcosa dalla laguna nera, viene avvicinato da Joe Dante che a sua volta stava preparando la regia di Halloween III, un film che doveva essere totalmente diverso dai primi due, e Kneale – che si vantava di non aver visto nessuno dei due – sembrava perfetto per scriverne la sceneggiatura.

«Scrissi una storia in cui i negozi erano pieni di maschere di plastica e giocattoli di Halloween come se fosse una florida industria americana. Dissi che potevano fare una storia su una industria di scherzi e quindi c’era una base comica da cui partire, per poi mettere qualcosa di pauroso, di magico, di spaventoso e via. Il tema era la magia informatica [microchip witchcraft] Nei vecchi tempi per mandare una maledizione c’era bisogno del contatto personale: con l’avvento dell’informatica, una maledizione poteva essere trasferita semplicemente attraverso i doni di Halloween.»

A Carpenter l’idea piace e dà mandato a Kneale di scrivere una prima stesura del copione in sei settimane. Tutto va per il meglio… finché non piomba in scena Dino.

«Dino De Laurentiis mi disse che molti dei miei dialoghi non si potevano tradurre bene in italiano ed aveva problemi a capirli. Alla fine decise di riprendere i temi dei precedenti Halloween: non c’era niente da salvare di quanto avevo scritto […] così feci togliere il mio nome, anche se cercarono di farmi cambiare idea.»

Quello che descrive perfettamente il cinema dell’epoca, e riduce a zero ogni discussione “sui contenuti”, è il tentativo fatto da Kneale con la produzione: perché non fare un film più di suspense e meno d’effettacci? Gli viene risposto che devono spillare più soldi possibili ai ragazzi [campus kids]. Kneale continua imperterrito: pensate a Psycho, è quello il mio modello. La risposta della produzione è paradigmatica: «Non puoi vendere Psycho ai ragazzini.»
Schifato, Kneale se ne va: nei vent’anni successivi, prima della sua morte, firmerà ben pochi copioni.

Tie’, Kneale, un omaggio al tuo Quatermass Conclusion: la Terra esplode (1979)

Tommy Lee Wallace non può far altro che fare buon viso a cattivo gioco: ormai è a bordo di una nave che affonda e non può far altro che ballare fino alla fine, come i viaggiatori del Titanic.
Quando la giornalista Ellen Carlomagno va ad intervistarlo per “Fangoria” (ottobre 1982), il regista Tommy Lee Wallace sembra avere ancora speranze per il futuro: che tenerezza…

«Il titolo Halloween III non è solo un elemento della trama, visto che nel film ci sono appunto tre tipi di maschere, ma è nostra intenzione creare una specie di antologia dalla serie, del tipo di Ai confini della realtà

Stringe il cuore pensare ad un regista che crede di avere un futuro al cinema e soprattutto che pensa di contare a tal punto da usare il “noi”… Qualsiasi fosse l’intenzione dei produttori, Wallace sarebbe stato l’ultimo a conoscerla.
Facciamo anche il gesto di credere che le maschere del film siano state disegnate da Wallace stesso: va be’, diciamo che è vero. Molto più facile che sia stata la produzione a studiare tre modelli da mettere immediatamente in produzione e fare il botto di vendite prima del film, perché dopo grasso che cola se la gente non dà fuoco alla pellicola…

Che bella l’Era dei Pixel…

Il film viene presentato in anteprima italiana al MystFest di Cattolica all’inizio del luglio 1983 ed ottiene il visto della censura italiana, senza divieti, il successivo 1° settembre. Arriva nelle nostre sale il 9 settembre 1983 con l’immotivato titolo Halloween III. Il signore della notte: quale sarebbe questo “signore”? Ovviamente è un richiamo al secondo film, che a sua volta aveva un inutile “signore” nel titolo.
Uscito in VHS Domovideo in data ignota e Skorpion (nel 1996), per fortuna il film finisce fra le mani della MTC (Medusa Video) così che in DVD dall’ottobre 2002 abbiamo il riversamento della pellicola italiana d’annata. Dal 2012 il film viene ristampato da una casa che preferisce non firmarsi (si vergognerà?), mentre la Cult Media lo presenta in Blu-ray dal giugno 2016.

Gustatevi i titoli di testa, perché è l’unica parte buona del film!

Daniel Challis (Tom Atkins) ha una famiglia ma se ne sbatte altamente: una notte vede un tizio morire in ospedale e va completamente fuori di capoccia: è pronto a rischiare la propria vita per sapere cosa sia successo a quel tizio. Magari un modo meno beota per iniziare la storia si poteva anche trovare: lo dico così, eh?, pacatamente…
Incontra Ellie (Stacey Nelkin) che da svariati minuti sta indagando sulla morte del tizio e uniscono le loro forze, quando non limonano: tutti gli indizi portano a Santa Mira.

Oddio, vedere ’sto film è una tortura!

Qui Conal Cochran (Dan O’Herlihy) sotto la facciata di imprenditore di una ditta di giocattoli ha in realtà organizzato una ribellione di irlandesi, pronti a conquistare il mondo sostituendo tutte le persone mediante maschere, le quali fanno uscire insetti e serpenti dalla gente. E dove li prendono insetti e serpenti? Li creano con la sola imposizione delle menti malate che hanno scritto ’sto film.

Il Quatermass cattivo e gli Irlandesi alla conquista del mondo

Challis ha scoperto dunque il piano del Dottor Male Irlandese, che ha sostituito tutte le persone di Santa Mira con automi fatti di ingranaggi: e meno male che doveva essere un film sul pericolo dell’informatica! E meno male anche che Wallace e Carpenter hanno detto di aver tolto molti degli elementi irlandesi!
Con la gente irlandese caricata a molla, i serpenti dal nulla e i bottoni che fanno esplodere la bocca, Halloween III scivola lentamente nella laguna nera insieme al remake mai girato della creatura titolare. Ehi, Dino: Mira el ditino!

Così diventa la testa di un qualsiasi spettatore

I fan notoriamente sono di bocca buona, infatti il crimine peggiore che imputano a questa robaccia di film è il non avere Michael Myers… Sarebbe questo l’unico difetto?
La prima domanda che mi faccio è: perché avendo fra le mani uno slasher, genere nato ieri e di cui si detiene il primato morale, si cerca un autore così del passato e dal gusto così abissalmente opposto? Perché allora non chiamare Isaac Asimov o Robert Heinlein a scrivere uno slasher, visto che all’epoca erano entrambi vivi? Bravi autori di fantascienza golden age non necessariamente sanno scrivere una storia di squartamenti.
La seconda domanda che mi faccio è: una volta che Kneale se n’è andato sbattendo la porta, offeso perché gli hai detto che vuoi un film gggiovane diverso dal suo, perché allora poi giri un film esattamente come lo aveva pensato Kneale? Perché cioè presenti una storia adulta che forse, se scritta in modo diverso, sarebbe piaciuta agli spettatori di dieci anni prima, quando invece vai professando che ti interessa il pubblico gggiovane? Addirittura arriva in scena il reparto tecnologico che studia Stonehenge… ma stiamo scherzando? Lo accetto da Kneale negli anni Settanta, non da uno slasher degli anni Ottanta!

Quatermass si rivolterebbe nella tomba

Dalla precedente visione del film, agli inizi del Duemila, non ricordavo un prodotto così profondamente stupido e noioso fino al fastidio fisico, e tremo in ogni fibra del mio corpo al pensiero di quello che mi aspetta con gli altri episodi…

Ho proprio l’acquolina in bocca…

Una curiosità. Alla citata giornalista di “Fangoria” Carpenter rivela quale sarà il suo prossimo progetto: Firestarter tratto da Stephen King ed El Diablo. Mentre la sua sceneggiatura per quest’ultimo film riuscirà a vedere la luce, per la regia di Peter Markle, solo nel 1990 – ne ho parlato qui – Dino e la Universal faranno davvero uscire Firestarter nel 1984 (in Italia, Fenomeni paranormali incontrollabili), ma scritto da Stanley Mann e diretto da Mark L. Lester. È passata una vita da quando l’ho visto, ma posso dire ad occhi chiusi… che Carpenter l’avrebbe fatto meglio!

L.

P.S.
E ora, fate un salto anche allo Speciale Halloween del blog “Non c’è paragone“, senza dimenticare lo Speciale Halloween de “La Bara Volante“.


Bibliografia

  • Justin Beham, John Carpenter: The Interview, da “Fangoria Legends Presents: John Carpenter” (2013)
  • Ellen Carlomagno, Halloween III: Season of the Witch, da “Fangoria” n. 22 (ottobre 1982)
  • Michael Doyle, ‘Tis the Season to be Wary, da “Rue Morgue” n. 127 (ottobre 2012)
  • Richard Holliss, Nigel Kneale on Halloween III, da “Starburst Magazine” n. 59 (luglio 1983)
  • Alan Jones, Tommy Lee Wallace on Halloween III, da “Starburst Magazine” n. 59 (luglio 1983)
  • Halloween III, da “Starburst Magazine” 48 (volume 4, n. 12, agosto 1982)
  • Halloween III, da “Famous Monsters of Filmland” n. 189 (novembre 1982)
  • Halloween III, da “The Twilight Zone” volume 2, n. 8 (novembre 1982)

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37 risposte a Halloween 3 (1982) Il signore della notte

  1. Austin Dove ha detto:

    Come hai fatto a mettere l’anteprima dell’articolo??
    Quando ci ho provato mi ha messo solo il riassunto sotto al titolo 😂

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  2. Austin Dove ha detto:

    Errore di battitura:
    Quello che descrive perfettamente il cinema dell’epoca, e riduce a zero ogni disussione “sui contenuti”

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  3. Cassidy ha detto:

    Solo una cosa non mi è chiara, no, in effetti tante cose di questo film non mi sono chiare, se non il fatto che tanti ci hanno messo il becco e pochi la colpa. Sapevo dell’interesse di Dante e Carpenter di fare un remake di “Il mostro della laguna nera”, non ho capito il coinvolgimento di John Landis. Sapevo che Nigel Kneale piaceva a Carpenter per via del suo “L’astronave atomica del dottor Quatermass” ma quindi era sponsorizzato anche da Landis? Le riunioni creative di questo film saranno state popolatissime! 😉

    Detto questo hai riassunto alla grande, un film davvero strano, che voleva essere antico ma venduto ad un pubblico moderno, sono felice di averlo visto la prima volta da bambino godendomi le maschere “Scioglifaccia”, se mai lo avessi visto oggi non so che parare avrei. Cheers!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Landis è stato citato solo da una delle riviste che ho consultato, quindi forse la notizia ha viaggiato poco, ma a quanto pare semplicemente è stato uno “spingitore” di Kneale. Probabilmente non ci avrebbe messo né soldi né altro, nel progetto.
      Perché hanno fatto questo film e non una laguna nera curata da Dante, Carpenter e Landis con sceneggiatura di Kneale???? 😛

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    • Cassidy ha detto:

      Ah ok grazie per il chiarimento, non riesco a non immaginarmi Kneale che si aggrappa alle pareti come un gatto che non vuole fare il bagno con dietro Dante, Carpenter e Landis che lo propongono come volontario per scrivere il film 😀 Leggendo in giro avevo raccolto un po’ di roba sul possibile remake mai realizzato, e sarebbe stato veramente figo come film, i piani di Carpenter erano davvero interessanti per quel progetto, è andata male purtroppo! Cheers

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    • Willy l'Orbo ha detto:

      La seconda parte del commento di Cassidy inquadra alla perfezione la mia esperienza e il mio pensiero. Comunque ne ho ricordi confusi e non proprio malevoli ma sono CERTO che se lo dovessi rivedere oggi…brividi. E non di piacere. E nemmeno di paura. 🙂

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        È un esperimento che va in direzioni sballate e che punta tutto sulla scena della zocca che si scioglie sulla testa del bambino: l’unica scena che ai ricorda semplicemente perché l’unica che faccia sembrare il film un horror. (Che non è.)
        Nel momento in cui lo slasher e lo splatter sono esplosi e tutti ne vogliono a secchiate, tirano fuori un blando mystery di vecchio stile sui poteri di Stonehenge, e sui pupazzoni ad ingranaggi che vogliono sostituire la gente. Non lo considero un film degno di alcuna difesa, solo di totale oblio.

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        Sì sì, ma infatti concordo, solo che ad una certa (minima) età quando in un film c’è tipo una scena cult come in questo (se così la vogliamo definire), col passare del tempo, ti ricordi solo quella che ottenebra un po’ il marciume circostante 🙂

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Per questo infatti dico che non ho l’imprinting guisto, perché avendo visto da adulto questi film non riesco a capire come possano essere piaciuti anche solo per mezzo secondo. Allo stesso tempo, non capisco come non facciano a non piacere quei film che ho visto da ragazzino (tipo “Dovevi essere morta” di Craven) e considero capolavori 😛

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        C’è un’unica soluzione al dilemma: bisogna che guardi “Dovevi essere morta” 🙂 🙂 🙂

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Quella è sempre cosa buona e giusta! ^_^

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  4. nik96 ha detto:

    questo film non c’entra assolutamente niente con la saga di Halloween con Mychal Myers ma grazie per averlo messo.

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  5. Giuseppe ha detto:

    Nigel Kneale era un gigante assoluto ma, in questo frangente, a nessuno (esclusi ovviamente Carpenter, Hill, Dante e Landis) dev’essere interessato nemmeno per un solo istante cosa fosse in grado di fare… gli stessi presunti fan considerano la mancanza di Myers come il crimine peggiore di questo capitolo: ma l’hanno mai capito che questo NON ERA NE’ DOVEVA essere un film con e/o su di lui, e che cazzo? Hanno mai saputo anche solo lontanamente qualcosa di “robetta” come Quatermass, The Stone Tape, Beasts o sono semplicemente degni della lungimiranza (sarcasmo) di un produttore cocciuto nel suo voler maldestramente incastrare questo Halloween in quel genere slasher che NON gli apparteneva fin dall’inizio? Un film che doveva essere/rimanere di nicchia ma è stato “accomodato” e dirottato a forza verso il grande pubblico, con delle conseguenze -flop- altamente immaginabili 😦
    Per quanto mi riguarda, avendolo rivisto da poco, il mio parere non è cambiato: un interessante (ma purtroppo incompreso dai più, ai tempi) esperimento di filone parallelo alla saga con la sua enigmatica e inquietante commistione di tecnologia e stregoneria druidica, accompagnata da alcuni momenti davvero da brivido… oltre al sacrificio umano tramite maschera penso alla brutale esecuzione notturna dello “spione” da parte dei due impassibili androidi, per non parlare della ginoide Stacey Nelkin finale.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Condivido in pieno, tranne nel risultato finale. Sulla carta è davvero un’ottima idea, quella di veicolare con mezzo moderni (o almeno moderni per l’epoca) un antico sortilegio o quello che è, ma poi buttarci dentro dei robottoni e i serpenti dal nulla l’ho trovata una caduta di stile pessima, che sicuramente non appartiene a Kneale. (I suoi Quatermass sono troppo deliziosi esempi di sceneggiatura perfetta per credere che sia dipesa da lui ‘sta roba.)
      Al di là del soggetto, palesemente “rubato” a Kneale, la sceneggiatura è pencolante in ogni dove – il motivo stesso che spinge il protagonista è nebuloso e quindi fa iniziare il film nel modo peggiore – e quello che appare in ben pochi punti mi è sembrato men che noioso. Se manca lo spettacolo per puntare sulla sceneggiatura, e poi la sceneggiatura è assente o è noiosa o ti fa coprire la faccia dalla vergogna, allora temo che il film non sia stato capito perché non c’era niente da capire: è solo un enorme sbaglio, come purtroppo se ne fanno davvero tanti in queste saghe…

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      • Giuseppe ha detto:

        Prodotto da chi non ci aveva creduto e venduto a chi voleva vedere tutt’altro: condizioni piuttosto svantaggiate per un risultato finale privo di pecche (sceneggiatura compresa) 😦 , e il cercare di addolcire l’amara pillola dell’abbandono di Kneale mantenendone comunque l’impianto generale con probabili ulteriori omaggi sparsi (a Carpenter piaceva molto anche l’inquietante The Stone Tape, con le sue tecno-indagini paranormali: a questo m’ha fatto pensare il team di tecnici/ricercatori -mossi certo da esigenze e obiettivi assai diversi rispetto ai “colleghi” del film tv- attorno al monolito di Cochran) tendenti magari a includere il fantastico britannico in generale (serie come Sky e Children of the Stones oppure -perché no?- Slim John, telefilm per ragazzi con i suoi androidi a “ricarica” trasmesso nei primi ’70 pure dalla Rai), mixando poi il tutto con i sacrifici che “trasformano” la carne morta in un immondo portale d’accesso per serpenti e insetti, NON era un qualcosa che potesse sperare di far breccia in tutti quegli spettatori alla semplice ricerca di un altro capitolo di Halloween… 😦

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  6. andreaklanza ha detto:

    Io non faccio testo: Halloween 3 lo trovo magnifico, ora come negli anni 80. Mi inquieta, è spaventoso e ha quel finale plumbeo da applausi.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Probabilmente se l’avessi visto al momento giusto forse anch’io l’avrei apprezzato. Invece da adulto ho sviluppato una forte allergia al fastidioso canone americano del “nemico che conquista il mondo una persona alla volta”, che trovo qualcosa di abominevolmente stupido e mi impedisce di stimare qualsiasi opera lo presenti.

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  13. Sam Simon ha detto:

    Ci sono arrivato tardi, ma ci sono arrivato! Fantastico post, molto interessante la genesi dettagliata di questo film. Per rispondere alla tua domanda: “Com’è che se sei amico di Carpenter ti dice male al cinema?” Non è che a Carpenter stesso sia andata benissimo, ecco! (purtroppo!)

    Nel caso WP non te lo dica, ho aggiunto il link alla mia recensione del film! Nonostante Lui non voglia, noi ci proviamo a stare collegati! :–D

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