Chuck Norris 21. Omicidio incrociato (1991)

Gli anni Ottanta sono finiti, la Cannon è finita… e pure Chuck non sembra passarsela bene…

Seguite questo ciclo a vostro rischio e pericolo!

Comunicazione di servizio: siete andati a rinfrescarvi la recensione di Delta Force 2 (1990), opportunamente arricchita per questo ciclo? Su, andateci adesso, che vi aspetto…

Ve lo ricordate Chuck Norris? Chissà che fine ha fatto… Con la fine degli anni Ottanta e l’esplosione del cinema marziale occidentale sembrerebbe ovvio che lui ne faccia parte, visto che interpretava film marziali quando nessun americano si sarebbe mai sognato di farlo: invece al momento di raccogliere crediti per quasi vent’anni di duro lavoro al cinema… semplicemente Chuck è un mito in piena fase di evaporazione.

Sembra nebbia, invece è la carriera di Chuck Norris con l’inizio degli anni Novanta

Ormai esce un suo film ogni due anni, per vari problemi di produzione: o meglio, ci sono così tanti problemi con le produzioni che alla fine è pure un miracolo se il film esce davvero. Proprio nel 1988 sono iniziate le riprese di Delta Force 2 ma una lunga sequenza di problemi – non ultimo un altro incidente mortale sul set – ha fatto sì che Chuck fosse uccel di bosco mentre Van Damme e Dolph Lundgren cominciavano la loro carriera quasi sotto voce, e Steven Seagal li tampinava con il portafoglio pieno, lavorando prima per Fox e poi per Warner Bros e quindi con possibilità impensabili per qualsiasi altro attore di genere.
Prorpio la Warner Bros, memore del successo commerciale di Enter the Dragon (1973) che ha co-prodotto, d’un tratto impazzisce e dal 1988 comincia a riempire le videoteche di film marziali di Hong Kong di varie annate precedenti, portandoli anche in Italia.

Quando esce quella barzelletta di Delta Force 2 intanto Lionheart ha inventato da solo i successivi decenni di pit fight al cinema, e se non ci credete pensate a Channing Tatum, oggi ammiratissimo ed apprezzato attore che nel 2009 si è voluto togliere di dosso l’aura di ballerino di Steph-Up interpretando un film dove menava. Il suo Fighting è Lionheart, in tutto e per tutto – sia nella storia che nei personaggi – segno che da quel 1990 nulla è stato aggiunto a quanto codificato da Van Damme.

Ridi su ’sti baffi, Chuck…

L’esplosione è totale, ogni attore caratterista americano che lavora ad Hong Kong comincia a tornare in America; tutte le palestre di Los Angeles vengono setacciate e fiumi di attori improvvisati – ma fenomenali atleti – si riversano sui set; anonimi stuntman che nessuno ha mai visto in faccia d’un tratto sono chiamati per nome; storici “cascatori” e caratteristi asiatici ora sono stelle e addirittura possono aspirare al ruolo dell’antagonista; anche il muscoloso Bolo Yeung di Enter the Dragon (1973) viene reso protagonista di alcuni strepitosi film, lui che è monoespressivo e non consce una sola parola di inglese: insomma, il mondo del cinema di genere sta profondamente mutando in un’evoluzione dalla velocità fulminea e incontrollabile. Non so se sia possibile affermarlo calcoli alla mano, ma la sensazione è che in nessun altro genere (a parte il porno) siano stati prodotti così tanti film in un numero così ristretto di anni.
E Chuck Norris dov’è? In cima alla vetta a spernacchiare tutti perché lui è arrivato prima? No, mentre tutti sono a Los Angeles lui è a Vancouver a girare l’ennesimo poliziesco con due calcetti per puzza. Cioè la solita minestra che sta riscaldando da anni.

La tristezza ha una nuova grafica

Ormai Chuck ha il suo gruppo di lavoro e se ne va per affari suoi, con il piccolo budget fornito dalla Cannon Pictures (una delle tante piccole “figlie” della Cannon). Suo fratello Aaron alla regia, due tizi di passaggio alla sceneggiatura e The Hitman è pronto ad essere presentato al Festival di Cannes nel maggio 1991, uscendo poi nelle sale americane il 25 ottobre successivo.

Il 12 giugno 1992 il film finisce sul tavolo della censura italiana, che gli ammolla un bel divieto ai minori di 14 anni «in considerazione delle numerose scene di violenza esasperata e del linguaggio gratuitamente triviale». Comincia un tira e molla che dura mesi, e anche il 6 ottobre successivo, «sentito il sig. Razzi rappresentante della produzione», il divieto rimane lì dov’è: solamente il 9 dicembre 1993 il film perde ogni limitazione. Perché? Cos’è cambiato? Lo vedremo più avanti.
Intanto già dal 3 luglio 1992 la IIF ha portato il film nelle nostre sale con il titolo Omicidio incrociato – ma che vuol dire? – con una falsissima locandina che mostra in realtà il Chuck di Delta Force 2.

«Sono passati vent’anni da L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente», fa notare Alessandra Levantesi su “La Stampa” del 23 luglio successivo, concludendo: «L’unica cosa apprezzabile di questo modesto filmetto d’azione è il lavoro degli stuntmen». Non posso proprio darle torto.
Rimane due o tre mesi al cinema, ignorato da tutti, e sabato 12 marzo 1994 Rai2 lo trasmette in prima serata: ecco perché l’anno precedente i distributori si sono fatti togliere il divieto ai minori. Dopo qualche replica, dal 1998 il film scompare giustamente dai radar.

Il film è disponibile su Prime Video.

Pubblicità del 22 luglio 1992

Nel marzo del 1993 esce in VHS Cannon con un’incredibile strillo in locandina: «È così nascosto che potrebbe non tornare più!» Ma di chi sta parlando? Forse di Chuck…
La Quadrifoglio lo presenta in DVD nel 2015, mentre io purtroppo ho solo l’edizione Hobby&Work del 2010 presa in edicola nella collana “Chuck Norris. Il mito”: un’orripilante semplice riversamento da VHS a DVD, da cui sono prese le immagini di questo post.

Non è il video ad essere sgranato: è proprio Chuck!

Cliff Garrett è il solito poliziotto alla Chuck Norris, ma stavolta ci prende la sveglia: il suo collega Ronny (Michael Parks) durante un appostamento gli spara in faccia perché sta facendo film troppo brutti. La ragione ufficiale è però che Ronny è un poliziotto corrotto e Cliff si sta avvicinando troppo alla verità.
Se Remo Williams ci ha insegnato qualcosa, è che i poliziotti creduti morti diventano ottimi giustizieri, soprattutto quando finiscono in mano a pessimi sceneggiatori, così Cliff ufficialmente è morto ed eccolo trasformarsi in Grogan, spietato braccio destro del boss locale Marco Luganni (Al Waxman): magari potreste non notarlo, ma è sempre Chuck…

Le incredibili qualità camaleontiche di un attore consumato

Anticipando in tutto e per tutto il look di Van Damme in Senza tregua (Hard Target, 1993) e Nicolas Cage in Con Air (1997) – altro caso in cui Chuck è arrivato prima ma nessuno se ne è accorto – il nostro poliziotto ammazza gente a ciclo continuo, senza neanche riprendere fiato: ma una volta non ci raccontavano che i poliziotti sotto copertura comunque non devono compiere crimini? Nessuno l’ha detto a Cliff/Grogan e lui è parecchio calato nella parte: col suo pistolone fa fuori ogni comparsa del set proprio come i suoi film stanno falcidiando spettatori. Alla fine rimarranno solo Chuck e suo fratello Aaron…

Col pistolone vi ammazzo il filmone!

Visto che Norris è un fervente cristiano e ci tiene a non dare un’immagina negativa di sé, vai sol solito ragazzino nero di tutti i film più noiosi che avete visto: sì, proprio lo stesso ragazzino nero che sta lì appiccicato con lo scotch con solo due compiti: 1) dimostrare che il buono è buono e 2) fare da ostaggio nel confronto finale col cattivo.

Sai, bambino nero, io una volta ero un eroe del cinema…

Vogliamo ricordare che Chuck è stato un campione marziale, parecchie vite fa, e che gira film marziali da molto prima di chiunque altro in America e che la Cannon è famosa nel mondo per la sua azione marziale? No, meglio dimenticarcelo: via con la scena di dieci secondi in cui il buon Chuck insegna al bambino nero l’autodifesa da camera…

Ecco il kung fu dell’arredatore

85 minuti di inutile inutilità e di vuota vacuità, con neanche un solo fotogramma che valga più del rumore di fondo di una videocassetta vuota: se per errore nel 1992 la Cannon avesse distribuito VHS fallate con niente inciso sopra, nessuno se ne sarebbe accorto.
Nel buio di un Canada piovoso e notturno si svolge il nulla che rappresenta la carriera di Chuck, che non sa dove andare né come andarci né fa nulla per cambiare questa situazione.

Per fortuna il cattivo del film è Maurizio Nichetti!

Come dicevo, nelle biografie e nelle interviste questa parte della carriera è abilmente taciuta, dal nostro eroe, semplicemente perché dovrebbe ammettere di aver compiuto un passo falso incredibile. Forse tace della questione perché tanto di lì a poco il successo della sua serie TV farà dimenticare ogni suo film quindi alla fin fine nessuno gli chiede niente: proprio come nessuno ricorda i film marziali di Lorenzo Lamas, una volta diventato star della televisione, nessuno ricorda questi filmucoli di Norris dopo il suo successo sul piccolo schermo. Però… quanta tristezza…

L.

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17 risposte a Chuck Norris 21. Omicidio incrociato (1991)

  1. Cassidy ha detto:

    Dopo la panoramica sulla Cannon della scorsa settimana, ora un’altra fotografia precisa del momento storico, da cui il nostro Chuck stava svanendo. Non avrei mai pensato di vederlo con il “Mullet” alla Van Damme ma anche alla Silent Bob 😉 Su Maurizio Nichetti sono caduto a terra da ridere, i due baffi più famosi del cinema a confronto 😀 Cheers

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  2. Kuku ha detto:

    Il “Nichetti” è stellare…interpreta per caso la parte di un greco? Mi sa un po’ di stereotipo.
    La frase lancio è veramente incredibile, ma a quanto pare anche la locandina originale ha una frase simile. Assai poco azzeccata e criptica, comunque. Se non ridicola.
    Comunque, visto che Chuck fa tutto da solo con il suo gruppo di sempre, perché non ha inserito più scene da menare e meno sparatorie? Non capisco

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Non capisco neanch’io e purtroppo Norris non si è mai espresso sulla questione. Dobbiamo perciò immaginare che volesse fare meno film marziali, ma allora perché semplicemente non smettere? Perché quei due ridicoli calcetti ad ogni film nel preciso momento in cui escono i più ricchi film marziali della storia? Non lo sapremo mai…
      Nichetti e la sua banda fanno la parte degli arabi: sapevi che il Canada è la patria della mafia araba??? 😀

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  3. Willy l'Orbo ha detto:

    Ecco la differenza: visto anche questo come il film di ieri ma, a differenza del film di ieri, ho poche o nulle rimembranze. Credo che questo sia indicativo di molte cose!
    P.s. l’assioma del ragazzino nero mi ha fatto scompisciare 😂😂😂

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  4. Marco Contin ha detto:

    E’ un genere di film che faticavo a vedere anche da ragazzino, quando ero più di bocca buona, infatti non ho quasi memoria dei pochi film con Chuck Norris che ho visto da piccolo…

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      E’ anche vero che molti dei film di Norris del periodo non fanno proprio nulla per farsi ricordare 😛

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      • Giuseppe ha detto:

        E questo non fa eccezione, anche se con la presenza del cattivo Maurizio Nichetti a capo della mafia araba canadese avrei pur dovuto ricordarmi qualcosa 😛
        Per il resto, che dire: pure qui Chuck Norris dimostrava di aver ormai perso il treno su cui erano saliti tutti gli altri suoi colleghi (sia i più che i meno noti) proprio lui che, essendo arrivato prima, di quel treno avrebbe potuto essere non un semplice passeggero ma addirittura il macchinista. E il perché questo sia successo credo proprio che Chuck nostro se lo terrà sempre per sé…

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Posso capire che a 51 anni non gli andasse di mettersi a zompettare in giro come le nuove leve marziali, ma poteva benissimo fare come succederà in seguito per la TV: due calcetti da contratto (con controfigura) e circondarsi di giovani atleti. No, meglio inutili polizieschi vuoti dove spara a tutti…

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  5. Conte Gracula ha detto:

    Già la frase «È così nascosto che potrebbe non tornare più!» non è il massimo per vendere il film, poi il sosia di Nichetti come supercattivo… mi aspetto una rissa coi suoni dei cartoni di Volere volare, ma hai detto che di botte, giusto l’ombra…

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