The Predator (2018) Recensione senza spoiler

Fra il 12 e il 14 settembre scorso è uscito in mezzo mondo The Predator: l’Italia ha deciso che le serve un mese in più per fare quello che tutti gli altri Paesi hanno già fatto, forse perché il miglior doppiaggio del mondo sta cercando di tradurre i due o tre giochi di parole intraducibili nel film. Fatto sta che la 20th Century Fox Italia porterà l’atteso titolo di Shane Black nei cinema italiani dall’11 ottobre 2018 (fonte: ComingSoon.it).

Mezzo mondo ha già visto il film… e io devo aspettare un mese? Ma stiamo scherzando? In attesa di poterlo vedere su grande schermo e scoprire cosa si saranno inventati i poveri traduttori, me lo sono visto usando le potenzialità della Rete.
Bambini all’ascolto, ricordate che la pirateria non è figlia di Maria: se vi capita di peccare e di vedere un film pirata, l’importante è che poi andiate a vederlo lo stesso al cinema pagando il biglietto, come farò io, così da non mandare in crisi lo show business.

(Photo Credit: Kimberley French © 2018 Twentieth Century Fox Film Corporation)

La trama e i protagonisti sono quelli del trailer, ma per chi non l’avesse visto riassumo brevemente: un Predator casca sulla Terra e i soliti tizi paragovernativi vogliono mettergli le mani addosso per carpirne la tecnologia, ma in mezzo arriva un gruppo di ex soldati non proprio sani di mente. Scoperto che il Predator sta scappando da un Predator evoluto, più grosso e più incazzato, inizia la lotta per la sopravvivenza.
Cosa sia un Predator spero lo sappiate già: negli ultimi trent’anni è stato raccontato in cinque film, li avete presente? Be’, scordateveli. Il dato principale di questo film… è che i Talebani del Canone usciranno dalla sala urlando dalla rabbia!!!

Nelle interviste che ho presentato tradotte qui sul blog Shane Black racconta che ancora oggi è torturato dai fan di Iron Man, che non gli perdoneranno mai la sua “licenza poetica” nei confronti del Mandarino in Iron Man 3 (2013), divertendosi a giocare con lo storico nemico del protagonista. I tanti fan integralisti del Predator, quelli che addirittura considerano i due film AVP “apocrifi”, stavolta organizzeranno una class action per denunciarlo, visto che Black si appropria dell’intera tecnologia “predatoria” e non si limita a creare il super-Predator (o come lo vogliamo chiamare) ma si prende alcune blande libertà che rimangono comunque manomissioni del Canone.
Però è anche vero che Black è stato il primo ad essere ucciso da un Predator, nel 1987, quindi agli occhi dei fan potrebbe avere una certa autorità nel merito… Non so, mi è impossibile capire i processi mentali dei Talebani del Codice.

(© 2018 Twentieth Century Fox FIlm Corp.)

Bando alle ciance ed ecco il responso: è un film divertente e brioso, con tantissime sparatorie e un Predator anzi due, uno “base” e l’altro “super”. Un paio di idee carine e un’ideona finale (che non rivelo), con personaggi straordinariamente superficiali ma alla fin fine non fastidiosi.
È un film brutto e stupido come Alien: Covenant? No, si lascia guardare con piacere e in un paio di punti si sbotta pure a ridere.
È il grande ritorno di Shane Black? Non penso proprio. Temo anzi che fra un mese nessuno ricorderà più che questo film sia mai esistito.

Di sicuro la prima parte è quella in cui si nota la mano di Black, anche se siamo molto lontani dal suo solito stile. Gli ex soldati si scambiano battute in pieno Black Style e forse esagerano anche, ma di sicuro nella seconda parte è tangibile il freno a mano che il regista deve tirare con tutta la forza. Semplicemente è come se se ne fosse andato lasciando il pilota automatico: è tutta roba standard che necessita solo di un buon regista, non serve necessariamente Shane Black.
Visto che l’amico Fred Dekker è salito a bordo a produzione già avviata e visto che la Fox ha preteso che Black cambiasse l’elicottero – ad un certo punto entrava in scena un elicottero rosa, ma si è preferito stemperare la cosa con un elicottero del meteo – il mio timore è che il regista-autore avesse in mente un film ben diverso, cioè un Predator alla Shane Black, che poi invece la Fox ha trasformato in un “normale” film di Predator, “de-blackizzandolo”.

Ne parlerò in seguito in un post più documentato, ma merita di essere citato il fatto che le prime foto dal set del film mostrano eventi che non si vedono in questo montaggio finale, e che dietro denuncia di Olivia Munn l’attore Steven Wilder, probabilmente amico di Black (è nel cast dei suoi ultimi due film) e già coinvolto nella lavorazione, è stato allontanato perché schedato per reati sessuali e tutte le sue scene sono state cancellate. In queste condizioni è difficile portare a termine un film come lo si era pensato.

(© 2018 Twentieth Century Fox FIlm Corp.)

Dove sono tutti i richiami all’action anni Novanta che Black andava promettendo nelle interviste? Zero assoluto, tutto sostituito dal più pacchiano product placement: com’è che un film costato 88 milioni di dollari ha bisogno di fare marchette? E soprattutto, siamo tornati agli anni Ottanta, quando tutti i film italiani mostravano il Fernet Branca sul tavolo e le Marlboro sul comodino?
Sterling K. Brown ci viene presentato mentre mangia vistosamente delle mentine la cui marca è ben inquadrata: non ne mangerà più, quindi è palesemente una marchetta. Boyd Holbrook addirittura gira una bottiglia di whisky per far leggere bene l’etichetta, ma il meglio è riservato a Trevante Rhodes, che Shane stesso rivela essere l’unico del cast autorizzato dalla produzione a fumare davanti alla cinepresa. Sapete perché? Ovvio, per mostrare bene all’obiettivo la marca di sigarette.

Non fraintendetemi, non è una critica, anzi io sono molto favorevole al product placement, perché a me non cambia nulla mentre la produzione riceve dei soldi e può permettersi magari un film meno “tirato”, ma ho citato questa cosa per un semplice motivo: se mentre guardo un film di Predator, il grande ritorno di Shane Black, mi accorgo delle mentine, del whisky e delle sigarette… forse la storia non mi sta prendendo come dovrebbe.

(Photo by Kimbery French © 2018 Twentieth Century Fox FIlm Corp.)

Mentirei se dicessi che il film non mi è piaciuto, come ho già detto è una visione divertente ma non è un film di Predator: è mezzo film di Shane Black su dei soldati cazzoni e le loro rocambolesche avventure che viene inserito in un altro mezzo film con un super-Predator che non fa che ruggire. (Ma che razza di civiltà è una che viaggia nello spazio ma sta sempre a ruggire?)
La fusione non è perfetta, i punti di sutura sono un po’ slabbrati, sebbene alla fin fine il prodotto vada giù liscio. Il problema è che appunto va giù liscio… e non rimane niente.

1987: sparare al Predator non serve a molto. 1990: sparare al Predator non serve a molto. 2004: sparare al Predator non serve a molto. 2007: sparare al Predator non serve a molto. 2010: sparare al Predator non serve a molto. 2018… che cazzo sparate a fare al Predator? Ancora?
Da Shane Black alla regia di una storia che tiene conto almeno dei primi due film – con tanto di cameo di 3 fotogrammi di Jake Busey nel ruolo del figlio di suo padre – e che parla di gente che sa cosa sia un Predator, mi aspettavo l’apparizione nella base operativa di un bel cartello: «Inutile sparare ai Predator». Invece no, tre quarti di film vedono gente che spara miliardi di proiettili ad una creatura che da trent’anni si fa un baffo dei proiettili. Ecco, queste sono le cazzate che dovresti cercare di evitare, Shane, perché sono le cadute di stile del pessimo cinema contemporaneo: tu dovresti essere il primo a conoscerle e quindi a giocarci.

Mi spiace, Shane: è chiaro che non ti hanno fatto fare il film che volevi…

In conclusione, vi esorto sicuramente a vedere il film, come farò io, quando uscirà in Italia l’11 ottobre prossimo, ma aspettatevi solo un semplice divertimento superficiale e senza impegno. Se speravate in un filmone di Shane Black, temo proprio che rimarrete delusi.

In compenso Olivia Munn è bona come il pane!

L.

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48 risposte a The Predator (2018) Recensione senza spoiler

  1. Zio Portillo ha detto:

    Peccato. Non mi viene altro da dire se non “peccato”. Due mezzi film non fanno un film intero. Ovviamente lo vedrò ugualmente ma il sapore di occasione sprecata non si toglierà facilmente.

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  2. Austin Dove ha detto:

    Gli ex soldati si scambiano battute in pieno Black Style e forze esagerano anche,
    Errore?

    Peccato, ci speravo in questo film! Sembrava un ritorno alle origini! Potevano riprendere Arnold Schwarzenegger: se ha rifatto Terminator poteva rifare Predator

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  3. Cassidy ha detto:

    Come sai ti ho letto ieri con un occhio solo, sto ancora soffrendo per l’occasione mancata. Mi sono attrezzato a seguire il suo esempio sempre da buon figlio di Maria però, anche perché malgrado tutto voglio stare in una sala buia, primo giorno, primo spettacolo, prima fila e leggere sullo schermone “Directed by Shane Black”, tanto non tradurranno i titoli di testa, hanno avuto “solo” un mese extra di tempo, povere stelle. Cheers!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Non vedo l’ora di sapere che ne pensi, magari invece ti fomenta 😉

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    • Cassidy ha detto:

      occasione mancata hai centrato il punto, sotto tutto il casino, c’è un bel film o comunque godibile, ma il montaggio lo ha falcidiato, alcuni passaggi non sono proprio logici. Non capisco la strategia della Fox, vuoi un autore con un nome di richiamo a tutti i costi, poi però fai un film dal budget non all’altezza e tagliuzzi tutto il tagliuzzabile, anche in un’ottima di investimento per continuare la saga, mi sembra una strategia perdente in partenza. Cheers!

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      • Cassidy ha detto:

        Mi è rimasto un pezzo di commento nella tastiera iniziavo con “Stamattina sono corso a leggerti, ora ho un po’ di tempo per commentare anche. Quando parli di…”, forse la Fox ha tagliuzzato anche me 😛 Cheers

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Soprattutto chiami Black, sapendo chi è Black, e poi ti lamenti che ha fatto un film alla Black? L’unica spiegazione è che la Disney si sia comprata la Fox “durante” la lavorazione, allora sì che le cose sono cambiate in corso d’opera e Black si è trovato fra le mani una bomba che gli è esplosa in faccia…

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    • Cassidy ha detto:

      Il che è molto probabile, tra accuse di molestie sessuali a componenti del cast e un terzo atto che si vede è stato pesantemente rimaneggiato deve essere cambiata davvero l’aria, e con i vari spostamenti della data di uscita sarà arrivato anche il taglio del budget. Davvero non ha senso avere Black, affidi tutto ad un regista che arriva da un film Indie e sforni un titolo “pettinato” con più possibilità di fare soldi di un film così. A questo punto l’unica fortuna è che Black l’abbia spuntata sul visto censura, altrimenti sarebbe stato un disastro su tutta la linea. Cheers

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Quando tornerà dalla vacanza che si è preso, stremato dalla fatica, spero si dedicherà ad un film tutto suo, lasciando fuori le grandi case e dedicandosi a personaggi più spumeggianti 😉

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  4. kasabake ha detto:

    Ho conosciuto il tuo blog recentemente e quindi ho cominciato ad apprezzarti davvero solo negli ultimissimi mesi, tuttavia, nella vastità di blog che seguo e soprattutto nell’ oceano di comunicazioni internettare che dovrei e vorrei leggere per restare al passo con le mie passioni, con i tuoi articoli non resto mai indietro, al contrario invece di quanto mi capita regolarmente con le mie letture abituali… Insomma, sono diventato goloso dei tuoi pezzi, anche quando mi capita di non condividere con le tue conclusioni, ma apprezzando sempre il metodo di analisi critica!

    In particolare sono rimasto avvinto dalla tua etica giornalistica (sembra un parolone, ma adesso mi spiego) che sottende ad ogni tuo post, anche laddove il palese intento sarcastico ed il gioco retorico dello sfottò potrebbe spingerti (come avviene nella regolarità dei blogger che fanno delle stroncature divertenti la loro unica ragione di vita) a mistificare la realtà artistica: la tua cultura di un media letterario ed artistico così pop come il cinema è profonda e radicata ed in ogni tua critica c’è sempre quell’evoluto beneficio del dubbio che sa porsi solo chi davvero si rende conto di quanto la realizzazione di un film sia per lo più un’operazione corale e piena di compromessi, pressioni e spesso persino di tradimenti.

    Ho voluto dirti oggi tutto questo perché sono un tuo orgoglioso follower che non ha quasi mai il tempo per commentare sotto i tuoi post ma che malgrado questo non ama mettere dei like ad un articolo quando poi non ha modo di spiegare il suo apprezzamento.

    Alla prossima, complimenti ancora per tutto il tuo lavoro!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Uau, questo sè che è un commento!!! ^^
      Arrossisco e non nego una certa commozione nel leggerti. Ti ringrazio per i complimenti ma sono ancora più contento che si noti quanta energia io impieghi nell’alternare giudizi personali (che ovviamente lasciano il tempo che trovano) a ricerca di dati più oggettivi che aiutino a capire meglio un risultato. Sono sempre stato abituato a considerare un film come il “messaggio” di un regista, scoprendo poi invece che spesso il regista è davvero l’ultimo ad averne il controllo. I cicli horror che sto curando dall’inizio del 2018, con le ricerche di più fonti possibile, in fondo illustrano il marasma e la coralità di una lavorazione che invece ero stato abituato a considerare omogenea.
      Sarà mia cura utilizzare sempre questo doppio registro, anche se purtroppo per i film moderni è raro trovare qualsiasi tipo di informazione e rimane solo il divertimento di sfotterli.
      Essendo io un fan malato dell’universo di Alien e Predator (con un blog giornaliero ad esso dedicato) ho avuto modo di tradurre la rassegna stampa di The Predator e anzi sto traducendo per giovedì un’intervista recente a Black, a film finito. Questo per dire che ci sono tante fonti che avrei potuto citare, in questo pezzo, ma le sto tenendo per approfondimenti più corposi.
      Per gli altri film, invece, metto tutto qui e spero di riuscire sempre a meritare questi tuoi splendidi complimenti ^
      ^

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      • kasabake ha detto:

        Ho solo cominciato a scalfire la superficie della montagna di dati e giudizi che il tuo sito e la tua pregiata attività si blogger regala letteralmente al pubblico!!
        Non ho dubbi che se anche un tuo clone rincoglionito, fuoriuscito da un baccello alieno, ti sostituisse nella gestione del blog, io ne avrei per mesi, se non anni, di materiale da leggere e studiare!
        Ciao e buon tutto.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        ahaha sappi che appena la clonazione sarà pratica comune i miei blog aumenteranno di numero! 😀
        Togliendo le guide tv e i post più giocherelloni, diciamo che si viaggia sui 1.500 filmacci recensiti, quindi vai pure con calma 😛
        Mi permetto di segnalarti la categoria “saggi” dove potrai trovare post molto più densi e complessi della media 😉

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      • kasabake ha detto:

        Già adocchiata..

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  5. Willy l'Orbo ha detto:

    Sarà che non conoscevo la fase di gestazione del film e che non mi sono creato attese particolari ma, sperando in “semplice divertimento superficiale e senza impegno”, sono uno dei pochi moderatamente soddisfatto nel leggere la suddetta recensione! 🙂

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  10. Conte Gracula ha detto:

    Lucius, ho una domanda balorda: un’amica e il fratello vorrebbero sapere, se sia mai stato detto come si riproducano i Predator.
    Un film, libro o fumetto, canonico o meno, ne ha mai parlato?

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      La questione è spinosissima, semplicemente perché dopo il flop del secondo film la Fox ha in pratica “congelato” il personaggio e le case licenziatarie non hanno il coraggio di prendersi un’iniziativa del genere. Poi dal 2004 si sono aperte le dighe ma, di nuovo, la Fox non vuole impelagarsi con le Predatrix e la questione del sesso: se ci pensi ha dato mano libera a Cameron con la Regina Aliena perché così non doveva affrontare il problema del sesso xenomorfo 😛
      Se la Fox non parla, nessuno ha voglia di finire nei guai, soprattutto perché l’universo alieno ha dei fan davvero poco raccomandabili.

      Nell’estate 2018 qualcuno – non si sa chi – ha creduto di vedere nel trailer del “The Predator” di Shane Black un Predator femmina e internet è impazzito, tanto che Black si è dovuto sbrigare a dire “Ahò, ma siete scemi? Ma dove le avete viste le donne?”
      Nel frattempo ho scritto questo post con gli unici avvistamenti di Predator femmine, citazioni talmente eteree – e pessime – che parlare addirittura di riproduzione è fuori questione.
      Considera che alcuni aspetti che molti danno per scontati sono invenzioni apocrife entrate nell’immaginario collettivo solo quando Wikipedia le ha spacciate per verità. Per esempio che la razza dei Predator si chiami Yautja è un’invenzione di una romanziera: nessuna casa, né la Fox né la Dark Horse, l’ha mai anche solo presa in considerazione. Solo nel 2016 (o giù di lì) la Titan Books ha cominciato ad usare quel nome nei propri romanzi, ma rimane una “nerdata da fan” totalmente apocrifa, malgrado i Talebani del Canone la difendano immotivatamente.
      Questo per dire che la Fox non ha inventato praticamente nulla dal 1990, riguardo al personaggio: rispetto al film del 1987, il secondo film aggiunge delle armi e basta. Fine delle invenzioni del personaggio. Tutto il resto l’ha inventato la Dark Horse in anni in cui era potente e i suoi fumetti di Predator spaccavano: sul finire dei Novanta ha in pratica tirato i remi in barca e ora è pure peggio. (Le sue ultime saghe sono… come dire?… merda!)

      Gli unici che hanno immaginato una cultura dei Predator sono i geniali autori dei fumetti Dark Horse all’inizio dei Novanta, quando hanno inventato quello che ancora oggi i fan credono provenga dai film. La cultura tribale e il culto della caccia viene dai fumetti, l’abitudine di cacciare xenomorfi viene dallo storico fumetto del 1990, il linguaggio e la cultura Yautja provengono da un romanzo del 1994 di S.D. Perry (in realtà novelization di un fumetto ma con tantissime libertà creative). In tutto questo la Fox non si è mai intromessa: una volta plagiato un fumetto per “Predator 2” e copiato un altro fumetto per “AVP”, l’unica altra cosa che ha fatto è stato affidarsi a Robert Rodriguez, sia nel 1995 che nel 2010, e in entrambi i casi quel chiacchierone non ha combinato nulla.
      Shane Black è solo un povero disperato che è riuscito a fallire tre volte di fila in una sola carriera, figuriamoci se si fosse messo a inventare la famiglia tradizionale Predator 😀

      Ora però che il personaggio è diventato un franchise per bambini della Disney, e abbiamo già il cagnolone con le trecce rasta, magari uscirà qualche bambino Predator da far giocare con il protagonista di “The Predator”: la qual cosa mi mette una paura fottuta…

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