Halloween 11 (2018) Ma vai a cagare…

Finalmente la sofferenza è arrivata alla conclusione, il Blumween 2018 è arrivato e posso smettere di vedere questi film di una bruttezza al di là del bene e del male. La fine è venuta e ha gli occhi vuoti di uno qualsiasi degli sceneggiatori di Halloween.

Nella mia ingenuità pensavo che per la prima volta i due mastini Weinstein avessero mollato la presa, lasciando libero il franchise di morire dopo quarant’anni di putrefazione, e invece no: hanno pure chiamato gli amici.
La Dimension Films scompare, dopo decenni di danni mostruosi, e addirittura scende in campo la Miramax, con cui di solito i fratelloni terribili fanno cose un po’ più curate (almeno all’apparenza), e fra le altre case che mettono il proprio dito nella torta (o almeno spero sia solo il dito) c’è la Universal Pictures e la tanto sventagliata Blumhouse Productions.
Quindi diciamolo subito: questo non assomiglia ad un film “alla Jason Blum”, non è un film che segua i dettami della Blumhouse e infatti ha dieci milioni di dollari come budget, cioè il doppio della cifra massima che Giasone dal Vello d’Oro concede ai suoi prodotti. Che sia un modo furbacchione con cui i fratelloni Weinstein si nascondono dietro Blum per non far sapere alle fan di #MeToo che stanno dando i soldi a chi disprezzano? E hanno ragione, infatti è pieno di blogger americani che parlano di questo film come del trionfo della nuova generazione #MeToo… ma l’hanno visto il marchio Miramax ad inizio film???

Peccato che questo NON sia un film alla Jason Blum

La domanda sorge spontanea. Se Jason Blum si è fatto un nome producendo film piccoli che sembrino grandi, cosa succede se partecipa ad un film grande che sembri piccolo?
La risposta l’abbiamo già: nel primo weekend di programmazione Halloween ha sfondato il muro del suono, ha vinto cento volte la lotteria e guadagnato più di tutti i franchise messi insieme e moltiplicati per mille, più di Alien e Predator che limonano sotto gli occhi vogliosi di Ridley Scott.
Il film ha alzato 76 milioni di dollari, che è una cifra inconcepibile. Nessun grande film degli ultimi vent’anni ha mai potuto neanche sognare un risultato del genere al suo primo weekend. Avete presente la saga di Fast and Furious che è la regina degli incassi? Be’, ha superato questo risultato, sì… ma costando il triplo!

76 milioni di dollari? Oh, rega, io mi prenoto per altri dieci seguiti!

Stando ad IMDb, Halloween il 28 ottobre è arrivato a quota 126 milioni di cucuzze, grazie esclusivamente ad un titanico e meticoloso ed oculato lavoro pubblicitario. Capito, Shane Black? Quando la Fox ti ha promesso pubblicità per The Predator e ha cacciato mezzo dollaro per questa, un dubbio ti doveva venire…
Dei 10 milioni di dollari di budget, probabilmente 9 sono stati destinati a fare ogni tipo di pubblicità in ogni luogo possibile e immaginabile, a sfornare colonne sonore, novelization (mai la saga ne aveva conosciute!), articoli su riviste specializzate e non, video su YouTube e far viaggiare Jamie Lee Curtis ovunque, a fare la cavallona in TV e a spacciarsi per regina dell’horror.
È così che i film guadagnano, non con le sceneggiature. Spero che altre case imparino la lezione…

Ecco dove vivono gli sceneggiatori dei franchise

Presentato al Toronto Film Festival l’8 settembre 2018 in anteprima ed uscito in patria il 19 ottobre successivo, la Universal Pictures porta il film in Italia dal 25 ottobre 2018 (fonte: ComingSoon.it) e già a fine mese si parla di più di un milione di euro d’incasso nel nostro Paese.
Questo fa capire come mai la voce che aveva circolato facendo infuriare i fan, cioè che questo film non avrebbe conosciuto seguiti, è già scomparsa. Con questi pacchi di milioni che stanno cadendo in tasca alle case, potete giurarci che ci aspettano altri dieci Halloween!

Con tutti ’sti soldi che volano, pure John vuole la sua parte!

Ho già presentato i retroscena del film del giovane David Gordon Green (ha un anno meno di me quindi è giovane!) nelle interviste rilasciate da Jamie Lee Curtis e John Carpenter: il maestro si è divertito a cazzeggiare in giro perché Blum sa benissimo che anche solo far girare la voce che Carpenter è nella stessa città delle riprese del film fa volare altissimo le quotazioni. E i fatti gli danno ragione.
Non starò quindi a parlare dei retroscena, che comunque per un film così recente sono difficili: al contrario dei titoli sin qui trattati non c’è un archivio di riviste specializzate a cui io possa attingere, al di là di quelle da cui ho già tradotto i servizi.
E poi, onestamente, non ce la faccio più: non vedo l’ora che ’sta robaccia di Halloween finisca. Spero che il prossimo film sia fra due anni, perché ho bisogno di una lunga vacanza da così tanta spazzatura…

A Michael, m’hai fatto invecchiare a forza di guardarti!

Michael Myers (James Jude Courtney ma anche Nick Castle) ha passato gli ultimi quarant’anni in un manicomio criminale a spese dello Stato, con un totale di cinquanta psichiatri che l’hanno analizzato per cercare di capire perché nel 1978 ha compiuto il suo massacro, che in realtà è venuto dopo un altro massacro compiuto quindici anni prima. In questi sessant’anni circa di vita Michael non ha mai detto una parola, e lo psichiatra che meglio l’ha capito è il dottor Loomis, che si è limitato a definirlo “il male assoluto”.

Insomma, tutti hanno fallito: gli psichiatri (Loomis in testa) e gli sceneggiatori, perché questo film grida a chiare lettere che tutti i sequel sono spazzatura e sono stati tutti spazzati via. Capito fan integralisti? Custodi della Myers Mythology, avete sprecato la vostra vista, e state pagando il biglietto perché l’ultimo arrivato vi rida in faccia e balli sulla tomba della vostra passione.
Quindi non voglio mai più sentire frasi del tipo “Be’, però il terzo aveva un certo non so che…” “Ah, il quarto aveva comunque idee che..” No, sono tutti cancellati: non esiste altra Mythology o Religione che quella di Carpenter nel 1978 e Miramax 2018. Vi conviene l’ateismo…

Visto che non credo al cinema come religione né venero alcun tipo di canone, a me va pure bene che la malassortita coppia di sceneggiatori Green e Danny McBride facciano piazza pulita di film che davvero sono un’offesa all’umanità. Però al loro posto andrebbe inserito qualcosa, magari di buono, altrimenti si finisce come Rob Zombie che criticava negli altri quello che lui stesso faceva. Cioè si inventava cose stupide.

Capito, Jamie Lee? Cancelliamo tutto tranne le cose stupide

Dunque si presentano al manicomio due giornalisti “moderni”, che cioè lavorano per un podcast radiofonico (attività molto in voga in America) invece che per una testata cartacea, ormai roba dimenticata. Aaron (Jefferson Hall) e Dana (Rhian Rees) si avvicinano a Michael e gli porgono un omaggio: la celebre maschera, che l’uomo non vedeva da quarant’anni…
Ok, scena parecchio azzeccata e ottima energia scaturita.

Uno dei pochi momenti ispirati del film

Titoli di testa che omaggiano palesemente quelli del primo film, ma stavolta la zucca marcia e spiaccicata – simbolo della qualità diarroica in cui ha versato la saga in questi decenni – torna al suo passato splendore in una splendida scena all’incontrario, in cui la zucca torna sana e gagliarda.
Ok, applausi per chi ha avuto questa idea.

Non dire niente, ma c’è la remota possibilità che sia un buon film…

I due giornalisti non ottengono nulla e così vanno a sentire l’altra parte della storia, presentandosi da Laurie Strode (Jamie Lee Curtis) per farsi raccontare la sua vita: la vita di una sopravvissuta che ha passato quarant’anni ad essere considerata peggio del suo carnefice. Michael “bisogna capirlo”, lei invece – traumatizzata, pluridivorziata e considerata una pessima madre – è “matta”.
Ok, scena splendida ed emotiva. Oh, ma che vi siete messi in testa, di fare un buon film dopo quarant’anni???

Coraggio… chiamami nonna!

Allyson (Andi Matichak), nipote di Laurie, vorrebbe avere un rapporto più stretto con la nonna, soprattutto in una realtà come quella del 2018 che è parecchio distante dal 1978. Come giustamente fa notare un suo amico, con tutti i massacri che addensano i TG americani… un tizio che nel ’78 ha fatto fuori sei persone sembra davvero una notizia fiacca. Oggi se non ne ammazzi a decine non finisci neanche nel TG pomeridiano.
Non è facile intanto il rapporto con la madre Karen (Judy Greer), traumatizzata dall’aver passato la sua infanzia a venir addestrata da Laurie come Sarah Connor addestrava il figlio: armi, trappole e costante paura. Una famiglia distrutta da un solo gesto del passato.
Ok, diciamo che è la mezz’ora migliore dell’intero franchise, compreso il primo film!

In fondo ogni riunione di famiglia assomiglia a questa

Un tizio guidando di notte scopre che il pulmino del manicomio criminale è caduto in un fosso e la strada è piena di matti. Scende dall’auto e va a vedere se c’è bisogno di aiuto: ecco, già la stronzaggine ha preso il potere e una stupida scelta di banale sceneggiatura è riuscita a rovinare tutto. E se non bastasse, l’uomo dice al figlio di restare in auto e dopo un po’ esce pure il figlio: alla fiera degli stolti gli stolti sono molti, come cantava Caparezza.
Per un attimo ci avevo quasi creduto che poteva essere un buon film…

Il momento esatto in cui il film muore

Il film è finito. Michael è evaso e comincia ad ammazzare gente a caso, senz’altro motivo se non essere il Male assoluto, quindi è plausibile che entri nelle case della gente e ammazzi le donne a coltellate. (Perché gli americani tengono interi arsenali in casa… e poi non chiudono MAI le porte?)

Lo Stato non le fa tenere una figlia ma un Winchester carico sì…

Finalmente Laurie può mettere in atto la missione che ha immaginato da quarant’anni, e finalmente… può iniziare a scendere le scale, a salire le scale, ad aprire le porte e a chiudere le porte. Cioè quello che fanno tutti i personaggi inutili degli horror. Ha un rifugio segreto dove entra ed esce tipo cento volte: ma rimanere chiusa lì, no? In fondo l’ha preparato apposta: se lo tiene aperto che senso ha?

Fantasma Formaggino: aiutaci tu!

Tutto il film perde quel briciolo di emozione che ha creato all’inizio e si scopre essere la solita robaccia di Halloween, con un finale stupido perfettamente in linea con il franchise.
Dopo quarant’anni, undici film e tre reboot… è sempre la solita merda. Ma allora è vero che c’è la Maledizione di Michale Myers, peggio dei riti Celti!

Sono quarant’anni che no fai una mazza di niente, Jamie Lee: accettalo

Prima di chiudere questa lunga agonia, ecco la mia idea “cospiratrice”: questo che è arrivato in sala non è il film che Jason Blum aveva pensato. Lo so, mi ripeto, l’ho detto già per The Predator e a forza di ripetere che i film iniziano in un modo e finiscono in un altro si finisce su una brutta china, ma ho bisogno di pensare che c’è qualcosa di più oltre questo letame: chiamiamolo un sentimento religioso. Credo in una Mythology superiore…

Mesi prima della sua uscita, quando avevo appena iniziato il mio speciale, girò il teaser del film sul canale Blumhouse di YouTube: un video che ora è scomparso. Capite la “cospirazione”? Un video che mostrava immagini che ci sono anche nel film, ma montate in modo diverso: un video che mostrava Laurie, seduta nella sedia come all’inizio del film, confrontarsi con Michael e riversargli addosso tutto il proprio dolore. E se fosse stata questa l’idea originale di Blum? Non la solita stupidata con il Male che ammazza gente a caso ma una cosa di cuore, con la vittima che dopo quarant’anni affronta il carnefice…

Un film piccolo, perfettamente compatibile con i 5 milioni standard della Blumhouse, un film fatto solo di pochi personaggi, con Jamie e Michael che si affrontano, due fratelli che dopo quarant’anni di mostruoso odio decidono di chiudere i conti.
Poi però quel teaser ha creato forse molte più aspettative nei fan integralisti, e la notizia che era girata – come dicevo, fino a questa estate era dato per certo che NON ci sarebbero stati sequel – ha fatto capire ai produttori che c’era da guadagnare dal riavvio della saga e quindi non si poteva fare un episodio intimista. Hanno preso la scena in cui Jamie si sfogava e ci hanno appiccicato in controcampo i due giornalisti invece di Michael e hanno costruito un film che è palesemente di due stili diversi: una prima mezz’ora molto ispirata e di cuore, e il seguito puro letame, come ogni altri film di Halloween.
Peccato, davvero peccato.

Addio, Michael: è stato davvero brutto conoscerti…

Buon Halloween, Michael Myers, che da quarant’anni entri nei corpi dei pessimi sceneggiatori e fai loro scrivere immani porcate da recensire prendendole in giro.

L.

P.S.
E ora, fate un salto anche allo Speciale Halloween del blog “Non c’è paragone“, senza dimenticare lo Speciale Halloween de “La Bara Volante“.

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51 risposte a Halloween 11 (2018) Ma vai a cagare…

  1. Willy l'Orbo ha detto:

    Molto curioso di leggere il tuo commento per capire cosa mi aspetta ad una eventuale Visione anche se devo dire che già il titolo…mi fa intuire qualcosa 😂😂😂
    …e comunque finisce la saga che ha creato più discordia tra me e te…mi mancherà 😅😉

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  2. Daniele Artioli ha detto:

    Sottoscrivo ogni parola… Mamma mia che cumulo di spazzatura! In genere se anche il film é squallido ma riesce almeno a spaventarmi, o quantomeno mettermi in tensione, considero la sua missione tutto sommato riuscita, ma nemmeno questo é riuscito a fare; avrei potuto guardare lo schermo spento che sarebbe stato uguale. Oltretutto nel mio cinema il file era danneggiato, o che so io, e ci sono state scariche e salti d’immagine per tutto il tempo, che nemmeno ai tempi delle videocassette registrate alla TV.
    Direi che Halloween si aggiunge a Saw nel gruppo di franchise che per me finiscono qui e amici come prima.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Cioè, un film proiettato in sala con salti d’immagine??? Allora era meglio la pellicola di una volta! 😀
      Sono davvero sollevato di aver finito questa orripilante saga: non mi sarei mai aspettato vette così basse di ignominia, visto che parliamo di roba che scatena l’entusiasmo di milioni di fan nel mondo. Quando dicono “milioni di persone non possono sbagliare”, rispondo sì, possono! 😀
      Peccato, però, perché la prima mezz’ora di film mi è piaciuta parecchio e mi ha fatto ben sperare…

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  3. Austin Dove ha detto:

    Mamma mia, hai demonizzato tutte le saghe slasher più famose 💙

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  4. Conte Gracula ha detto:

    Quindi: Laurie è diventata, come dicono alcuni, la nonna di Sarah Connor, solo che il suo Terminenzio viene dal passato e non dal futuro.
    E il resto è storia. La solita storia.

    Immagino un nuovo film, in cui i protagonisti dei franchise rovinati dai Weinstein vanno a tormentare i due. Una roba tipo Canto di Natale, ma che duri fino a ferragosto 😛

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  5. Kukuviza ha detto:

    Ma perché, visto il budget, non ne fanno due di film: uno di cuore e l’altro di culo?

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  6. Cassidy ha detto:

    Avendo eliminato il rapporto di parentela tra Laurie e Michael (che Carpenter non ha mai apprezzato in pieno) ora abbiamo una donna che da 40 anni è perseguitata da un tizio, senza sapere il perché, a me da spettatore sono mancate le motivazioni di Myers, ma anche un momento in cui Laurie lo prende per il bavero dicendogli «cosa vuoi da me?!?». Comunque oltre alla smania ci citare (a caso) il momento #MeToo, hai centrato un altro punto, a Danny McBride itervistato, è scappato che il finale della prima stesura era diverso, ha boffonchiato di una balestra usata dalla figlia, e in generale di meno azione, quindi proprio come “The Predator” qui sotto esiste un altro film (anche migliore). Qui resta solo una donna che combatte il male all’americana (armi, armi, armi) un male generico che può solo essere affrontato, un po’ pochino. La differenza con “The Predator” è che qui i soldi sono stati spesi per la pubblicità, se ne avevano da dare a Carpenter (che è stato sul set un giorno, uno solo, cosa che lo ha reso ben felice, più sta sul divano più è contento), per ora hanno vinto loro, comunque le voci di un possibile seconda capitolo, giravano già due mesi prima dell’uscita del film, stavano solo aspettando i risultati al botteghino. Quindi come il Colonnello Trautman ti dico «É finita Luciusrambo, è finita!» e tu dovresti rispondermi «Non è finito niente!», se non già il prossimo Halloween, al massimo quello dopo, avremmo un altro capitolo da aggiungere alle rubriche. Cheers!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Con 76 milioni il primo weekend e più di 100 dopo una settimana… almeno 10 saranno i sequel 😀
      Mi sa che tutte le agenzie di casting saranno in questi giorni subissati di vecchi attori della saga che vogliono rientrare! Vogio LL Cool J e Busta Rhymes insieme 😀

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  7. Sam ha detto:

    Vedi che la storia di fare flop per agevolazioni fiscali o che non fossero prodotti da Miramax per questioni di immagini non avevano fondamento ? La verità più semplice è che ai Weinstein dei film horror frega nulla, nel senso che la considerano spazzatura per idioti ( e a sentire certi fan non è che potrei dargli torto ) affidandoli al primo che passa . E quando il primo che passa ci sa fare, i risultati sono buoni, quando ci metti onesti mestieranti facilmente manipolabili dai produttori, escono cose come questo film ( che cmq ha tutti i dettami per piacere all’ americano medio : il tema della famiglia, omicidi , e da quel che ho capito, gente con i fucili che spara a chiunque osi entrare nella loro proprietà senza permesso )

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Invece lo conferma, quel discorso, perché infatti qui non c’è la Dimension Films – cioè la casa che i fratelloni Weinsten usano per la spazzatura – bensì la Miramax, nata espressamente per pompare i film che si vuole abbiano successo, tipo quelli di Tarantino e via dicendo. Cioè quei film che ottengono una campagna pubblicitaria sterminata – come per esempio ha ottenuto la concorrente “The Nun”, che la Warner ha spinto così tanto da renderlo un grande successo al botteghino, malgrado sia una minchiata inutile – e poter spacciare Carpenter come produttore e avere il genio della lampada Blum a bordo è tutto un piano per un successo. Niente di tutto questo è mai stato messo in piedi per i precedenti episodi degli Weinstein, né di questo né di altri loro franchise, tipo Hellraiser, che esce quasi di nascosto.
      Addirittura stavolta è uscita la novelization, cioè il romanzo del film: una roba del genere la fai solo per i film che vuoi spingere parecchio, su cui cioè punti.
      Capisci che con più di 100 milioni di dollari incassati in una settimana quest’anno la Miramax pagherà un boato di tasse, ecco che bisogna scaricare da qualche parte: serviranno parecchie stupidate della Dimension per controbilanciare 😀

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  8. Zio Portillo ha detto:

    Sono combattuto. Da un lato lo vorrei vedere per “chiudere un cerchio” e concludere l’esperienza con HALLOWEEN (almeno per il momento…).
    Ma dall’altro ci sono i contro. Poco tempo, shot contati (e non vorrei sprecarne!), recensioni “tiepide”,… Non lo so. La pubblicità della Miramax con me non ha attecchito.

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  9. gioacchino di maio ha detto:

    Devo dire che a prima vista mi è sembrato un altro episodio della serie Scary Movie, non si può prendere sul serio un film così pieno di falle e non capisco tutto sto’ successo. Cito almeno tre scene quasi sciocche : il piede di Myers che schiaccia la testa di un poliziotto come fosse una zucca di Halloween, manco fosse Terminator, dato che si rialza dopo essere investito da un Suv. Poi non si può vedere una casa super blindata con una porta d’ingresso a vetri, in modo che il nostro Terminator con le sue braccia possa entrare e quasi soffocare la Curtis, che nel frattempo perde gli occhiali da vista e per gran parte del finale vaga nella casa in penombra con il suo Winchester senza sbagliare un colpo. Quella cosa delle porte sempre aperte l’ho notata anche nel primo Halloween deve essere un classico degli americani come quando lasciano le auto in sosta senza chiuderle. Chioserei il film con la famosa citazione di Fantozzi quando vede la corazzata Potemkin.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Purtroppo sottoscrivo tutto: bastava davvero poco per fare un film vagamente decente e neanche quel poco sono riusciti a fare. Dopo 10 filmacci zozzi bastava una sceneggiatura qualsiasi per andare meglio, e invece tutti i difetti della saga ci sono: ma a quanto pare la gente adora il Male assoluto, un Male talmente potente che… ammazza due o tre donne a caso. Ammazza che Male…
      Myers è da sempre Terminator, e credo che sia l’unico suo aspetto che non ha rubato a Jason ma quest’ultimo gli ha sottratto. E in fondo è Terminator da anni prima del film di Cameron 😛
      Sto parlando ovviamente dei seguiti infami: i primi episodi di Halloween e Venerdì 13 non hanno assolutamente nulla a che vedere con questa paccottiglia, visto che si rifanno alla tradizione violenta degli anni Settanta, trasformandola per un pubblico più alto e dando vita alla Barzelletta dello slasher. Solo che da almeno trent’anni è una barzelletta che non fa più ridere…

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  10. Giuseppe ha detto:

    Ignorare una continuity inesistente (con il limite ultimo del secondo capitolo: non includo ovviamente il terzo, che nulla ha mai avuto a che fare con la saga) mi è sembrata una scelta obbligata, alla fine: in caso contrario, a quale Michael Myers ci si sarebbe dovuti rifare esattamente per soddisfare le pretese dei fan integralisti? Con quello che ne è stato del personaggio da fine anni ’80 in poi, non voglio nemmeno pensarci 😦
    Nonostante i difetti che sicuramente ha e che, in generale, non mi pare vengano negati nemmeno da chi l’ha apprezzato, questo Halloween me lo vedrò comunque (non fosse altro che qui, contrariamente a quanto prospettato quando si era iniziato a parlare della realizzazione del film, Myers è tornato ad essere quel NON umano che fu agli inizi)…
    P.S. Se tenessero chiuse le porte non entrerebbe nessuno, certo. Ma allora tutto quegli arsenali domestici così orgogliosamente esibiti finirebbe sprecati: a chi spari, se nessuno entra più?

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Non solo sono un non-fan bensì un vero e proprio hater della saga, ma al di là di questo cerco di capire cosa si intenda per “non umano” quando si parla di Michael: a parte i riti Celti del sesto film, si comporta sempre come un uomo, semplicemente tornando in vita ad ogni nuovo film perché gli sceneggiatori non sanno che pesci prendere. Non mi sembrano attributi “non umani”.
      Qui poi è al 100% umano, nel senso che il regista ci sbomballa facendoci vedere ogni suo passo, come si trova la tuta da meccanico – ovviamente spogliando un meccanico, in una scena alquanto imbarazzante – come cammina, coma trova le armi, come trova le porte: insomma è un vieogioco, “guida Myers nella casa ad ammazzare la vecchia col crick”.
      A me sembra che invece il concetto iniziale di Carpenter fosse rifare “in solitaria” quello che con “Distretto 13” aveva fatto a livello corale: un nemico muto totalmente privo di umanità che si muove solo per uccidere. Invece di tanti teppisti disumani (che emettono suoni inumani) all’assedio della stazione di polizia, qui ce n’è solo uno, che non emette alcun suono ma che procede inarrestabile e cieco. Se vogliamo un Terminator ante litteram, ma peggio, perché il T800 aveva un motivo mentre Myers no.
      Tutto questo muore nel 1980 con la nascita di Jason: ora tirano i legami familiari, e subito il secondo Halloween diventa un clone di Venerdì 13. Però aggiunge un elemento: un cattivo invincibile, che subito viene rubato da Jason, che infatti dopo Halloween 2 diventa un “myers-forme”. Invincibile, con un motivo, con un legame familiare.
      Dopo questa data nessun cattivo è “umano”, sono tutti invincibili e immortali, sempre, in ogni film, che sia Hellraiser o Nightmare, non muore mai nessuno come nella DC/Marvel e nessuno rimane ferito, a parte le vittime umane.
      Quindi non vedo la benché minima differenza nella “umanità” di Myers dal 1981 ad oggi: si comporta sempre nello stesso modo e mostra sempre gli stessi identici attributi, perché nel frattempo sono diventati mythology.
      Questo film non fa alcuna differenza: non è né più umano né meno, è semplicemente identico… ma più noioso!

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      • Giuseppe ha detto:

        Il Michael Myers di Carpenter (in pratica, l’unico e vero) è difficilmente classificabile secondo parametri umani: un essere silenzioso, gelido, incapace di sensazioni e emozioni, isolato dal mondo esterno per quindici anni ma capace di orientarsi e tornarsene tranquillamente a casa sua nel modo che ben conosciamo (abilità sovrumana) per poi riprendere ad uccidere dimostrando una sua perversa e glaciale creatività, nonché una forza non esattamente proporzionata al suo fisico (vedi la fine da farfalla da collezione che fa Bob, dopo essere stato sollevato da terra senza tanti complimenti) accompagnata da una resistenza sospettosamente assai alta a ferite mortali (ferro da calza, gruccia, coltello, SEI colpi di pistola di grosso calibro), senza nessun bisogno di motivo per uccidere al di là dell’atto stesso in sé e per sé… quel Male puro che Loomis aveva compreso alla perfezione e che traspariva da quegli occhi scuri, troppo scuri che per un attimo vediamo bene anche noi sul suo volto spento, sotto quella maschera. Questa è la NON umanità TOTALE originaria, senza motivi né legami, a cui faccio riferimento: purtroppo poi si è man mano voluto dargli un background che lo ha “ucciso” una volta di più ad ogni incoerente e sempre meno riuscito capitolo successivo (legami familiari a sorpresa, appunto, improbabili riti Celti che riducono The Shape a un semplice spauracchio proprio perché pretendono di spiegarne -male e inutilmente- la natura) trasformandolo non nell’Ombra della Strega ma nell’ombra di sé stesso. E né reboot né tanto meno isterici remake alla Rob Zombie hanno cambiato alcunché… 😦

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        È curioso che gli americani così affezionati al Male puro (bello perché deresponsabilizzante) poi facciano di tutto per spiegarlo: che senso ha spiegare qualcosa di inspiegabile per definizione?
        Ma i sei colpi di pistola sono quelli che spara Loomis alla fine del primo? Perché nel caso non abbiamo prove Michael che sia sopravvissuto: io considero di Carpenter solo il primo, perché dal secondo film diventa robaccia in serie per sfruttare l’eco di “Venerdì 13” quindi non ha più alcuna sostanza. E infatti arrivano i legami familiari e tutte le stupidate che imperverseranno nella serie.
        Sarà che non credendo nel Male trovo straordinariamente ammosciante l’identificazione di Myers con un’entità astratta. Mi mettono decisamente più paura i cattivi “normali” degli anni Settanta da cui il personaggio proviene, gente in carne ed ossa che non si cura delle conseguenze delle proprie azioni e per cui ammazzare qualcuno è un’attività come un’altra, senza problemi. Appunto i cattivi de “L’ultima casa a sinistra” (1972) o di “Distretto 13” (1976) e degli altri film minori che a questi due si rifanno, tipo “Un violento week-end di terrore” (1976), “Autostop rosso sangue” (1977) o “Non violentate Jennifer” (1978). Sono uomini che perseguono la violenza e l’omicidio senza alcuna emozione e procedono inarrestabili incuranti delle conseguenze, anche auto-lesionistiche. Chiamarli il Male puro significa deresponsabilizzare la natura umana, come se fosse priva di male.
        Al di là delle mie opinioni, è un fatto che con l’avvicinarsi degli Ottanta il decennio più violento della storia del cinema (almeno nelle intenzioni) si trasforma e si ammorbidisce, assumendo connotazioni soprannaturali prima ignote che smussano parecchi angoli. (Magari sarà stata l’esplosione del paranormale cine-letterario-culturale dei ’70 che poi si è allungato al decennio dopo) Sono fortunati quelli che credono nel soprannaturale perché negli Ottanta hanno potuto provare quelle paura che altri, come me, lasciano parecchio indifferenti, se non stizziti.
        Myers ha attraversato questo passaggio passando da nemico ignoto e minaccia silenziosa a personaggio multiforme di cui sappiamo tutto. Al di là del fatto se metta paura o meno, trovo che il passaggio (avvenuto già nel secondo film, del 1981) abbia profondamente snaturato il personaggio facendogli perdere quel po’ di paura che nel 1978 sapeva ancora instillare.

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      • Giuseppe ha detto:

        Infatti il primo errore è stato cominciare a “psicanalizzarlo” (perché fa quello che fa? Diamogli un motivo) anziché lasciarlo semplicemente agire: una volta presa questa discutibile strada, la serializzazione verso il peggio era già bell’e che servita su di un piatto d’argento…
        Riguardo agli altri cattivi di cui parli, si tratta di esseri tragicamente umani non assimilabili in nessun modo a qualsivoglia Male puro, concetto estraneo e “metafisico”, non avente nulla a che fare con il male realmente presente nella natura umana. Ed è per questo che pure a parer mio quei personaggi funzionano, proprio perché quello di cui sono capaci proviene solo da loro stessi, senza comodi e deresponsabilizzanti alibi esterni… il tutto, però, non esclude che altri villains possano funzionare altrettanto bene in modo diametralmente opposto: un Michael semplicemente umano (che difficilmente si sarebbe rialzato con un intero caricatore in corpo né, del resto, avrebbe potuto contare su un “compare” per far sparire così velocemente il corpo), dopo premesse e svolgimento indirizzanti in tutt’altra direzione, mi avrebbe fatto sentire un tantino preso per il culo. In un universo narrativo e cinematografico fittizio io non avanzo le stesse aspettative, pretese o prudenze razionali che da scettico (magari del tipo” possibilista ma con testa sulle spalle”) ho nel mondo reale, e posso lasciare che Male e soprannaturale scorrazzino liberamente secondo le esigenze del racconto… insomma, non devo per forza credere che i fantasmi esistano per averne comunque paura, e i Grandi Antichi possono continuare a terrorizzarmi tranquillamente pur essendo nient’altro che invenzioni letterarie 😉
        P.S. Ripenso, a proposito, all’attesissimo ritorno di Sclavi sulle pagine di Dylan Dog, qualche tempo fa: ne ho apprezzato più lo stile più che non la storia in sé, vista la sua tendenza a buttare palesemente e contradditoriamente in vacca il soprannaturale all’interno dell’universo narrativo dell’Indagatore dell’Incubo. Per cosa, poi, esattamente: venire incontro a chi non riesce più a distinguere fra contenuti immaginari di un fumetto/film/libro ecc. e mondo reale, forse? Tipo -esempio- il tizio che sul Tubo approvava vigliaccamente il perculamento di una trekker impegnata a discettare di fisica di Star Trek (puro e appassionato divertissement: ci sarebbe dovuto arrivare anche un coglione come lui a capirlo) accusandola di pseudoscientificità? Mi piacerebbe poter dire che son casi isolati, ma più passa il tempo e meno ne sono convinto 😦

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  11. Blah ha detto:

    Ahahah i pareri speudo-complottari sugli incassi/tasse ecc… sono esilaranti, considerando il fatto che i Weinstein non fanno più parte della Miramax da un bel po’ di tempo.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Be’, a cosa servono le teorie complottistiche se non a farsi due risate? 😛
      Mettiamola così, se il film avesse mantenuto l’ottimo livello della prima mezz’ora non avrei trovato tempo per pensare a varie menate dietrologistiche, invece purtroppo la noia e il fastidio mi hanno costretto a pensare ad altro 😀

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      • Blah ha detto:

        Comunque scrivi inesattezze quando dici che i Weinstein le porcate le fanno con la Dimension e con la Miramax spingono film “seri”, la Miramax non è più dei due fratelli da un bel po’ di tempo. È una cosa che affermi più volte in altri articoli e commenti. Non va bene

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Sono contento che mi leggi così attentamente, ma proprio per questo hai notato che la Dimension Films ha preso questo franchise nel 1995 ed “Hellraiser” dal 1992, quindi è da parecchio che parlo di loro, così come quando cito “Kill Bill” della Miramax ricordo bene Quentin e i Weinstein a braccetto…
        Se mi mandi il link di un database serio in cui è specificato quando esattamente i Weinstein non sono più stati alla guida della Dimension Films – non intendo la guida finanziaria, intendo quando esattamente hanno smesso di influenzare le scelte produttive – sarà mia cura correggermi, altrimenti così non so che dirti.
        Fermo restando che, come più volte affermato (e visto che mi leggi attentamente dovresti saperlo), ho preso gli Weinstein come esempio perché da quasi un anno sto trattando i loro film ma chiarisco che è una politica produttiva adottata in generale dalle case che gestiscono franchise: equilibrare le tasse con produzioni volutamente votate al massacro non è un’idea venuta in mente solo a loro! 😉
        E’ anche un mio modo per aprire gli occhi ai fan, quei fan cioè che credono che i sequel nei franchise siano creati con il cuore e la voglia di assecondare gli spettatori, quando purtroppo non è così.

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      • Blah ha detto:

        Parlavo della Miramax, essa non è piu dei fratelli Weinstein mentre la Dimension lo è eccome. Ma da quello che ho letto tra commenti e recensioni tu dici che tramite Dimension producono porcate mentre con la Miramax fanno le cose per incassare, quelle “importanti” diciamo. È un’affermazione errata visto che la Miramax non è più loro.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Posso anche crederti, ma vorrei che rendessi anche me così sicuro che la Miramax non risponde più agli Weinstein né al loro “sistema”: non essere più i “padroni” non vuol dire necessariamente non aver più voce in capitolo sulle politiche produttive.
        Visto che questo 2018 il “sistema” è esattamente identico a quello che succedeva dal 1992 in poi, magari al di là del possesso delle azioni o addirittura della presenza stessa dei fratelloni il “sistema” rimane: la Miramax non fa porcate di franchise ma si occupa di film destinati al successo, esattamente come ha fatto sempre almeno dal 1992 ad oggi, al di là di chi ne sia il proprietario. Perché, come si parla da quasi un anno, è probabilmente un “sistema” che dà vantaggi fiscali alle case, indipendentemente da chi ne faccia parte.

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      • Blah ha detto:

        Poi sono d’accordo sul fatto che spesso (quasi sempre) i sequel di affermati franchise siano fatti solo per tornaconto delle case produttrici, ma questo accade un po’ per tutto il cinema mainstream e commissionato, ciò non implica che un prodotto possa essere comunque meritevole e/o avere anche una propria vena autoriale o personale. Non mi riferisco a questa saga ma è un discorso generale.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Mi piacerebbe e sicuramente, stando alle interviste, molti autori vogliono sul serio fare del bene ai franchise, però poi ogni produzione è sistematicamente massacrata da scelte produttive, come testimoniato dalle tante interviste che ho tradotto di questi storici franchise, al che nasce il serio dubbio: un film sbagliato succede a tutti, ma 25 anni di film sbagliati autorizzano a pensar male 😉

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  12. Austin Dove ha detto:

    A me il film è piaciuto.
    Tra due giorni pubblico la mia opinione non la scrivo ora perché al cell 😂
    Ma lo ho apprezzato molto

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  17. Sam Simon ha detto:

    La prima parte è senza dubbio la più ispirata. Da quanto Michael uccide gente a caso mai vista prima e il finale in cui per la 400ima volta Jamie Lee gli spara senza sortire alcun effetto la cosa peggiora non poco!

    Però che colonna sonora… :–D

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Non ho avuto neanche il piacere della colonna sonora, visto che è la stessa del ’78: mi sarebbe che John avesse fatto modifiche sostanziali come per “Escape”, che nelle due versioni filmiche riesce ad avere due bellezze diverse, invece questo tema mi sembra solo lo stesso classico che però la pubblicità ha pompato dicendo che è tornato Carpenter. E’ così che il film ha incassato fantastilioni 😛

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