Un antico proverbio Navajo recita: se decidi di vendicarti, comincia a girare due film. Perché il secondo parla sempre di vendetta.
Se Thunder (1983) prendeva la storia di Rambo (1982) e la rielaborava in chiave indiana, dopo quattro anni e il successo di Rambo 2 (1985) i nostri baldi Laddy Ludman (Fabrizio De Angelis) e David Parker jr. (Dardano Sacchetti) si chiedono: c’erano prigionieri Navajo nei campi di prigionia vietnamiti, così da mandarci Thunder a salvarli?
A quanto pare non si sono trovati, così per forza di cose il film dovrà scostarsi dalle avventure di Rambo… fino a un certo punto, però.
IMDb dice che Thunder 2 è uscito in Italia il 16 marzo 1987: non ho trovato alcuna conferma di questo dato, quindi prendiamolo così, per fiducia.
Di sicuro gira in VHS di diverse marche in data ignota, come per il precedente film, finché finisce con la AVO Film e trasmesso su TMC quell’estate del 1991 di cui ho già raccontato.
Chissà se gli autori del film sapevano che la storia de La calda notte dell’ispettore Tibbs (1967) era ben fissa nella mente di David Morrell al momento di scrivere Primo sangue (1972), o magari è solo un incredibile caso o ancora addirittura non pensavano proprio a quel film. E il caso sarebbe ancora più incredibile.
Comunque, il nero Virgil Tibbs (Sidney Poitier) entra in scena in modo anonimo e viene subito maltrattato dal rozzo e razzista sceriffo locale – come succederà a Rambo con lo sceriffo Teasle – ma poi lo sceriffo allibisce nello scoprire che Tibbs è un poliziotto. Fondendo Tibbs e Rambo, magari in modo del tutto indipendente, Thunder (sempre il misterioso romano Mark Gregory) entra in scena in modo anonimo, difende una famigliola da dei malviventi, arriva lo sceriffo e lo maltratta… solo per scoprire che ora Thunder è un poliziotto!
Nel primo film era chiaro che il personaggio era fuggito inscenando una morte in cui non credeva nessuno ma che si dava per buona così da riportare la pace in paese. Ora Thunder torna e lo sceriffo cattivo (Bo Svenson) sbriga la faccenda con un semplice “Ah, pensavo fossi morto”. Fine della questione.
Da presunto defunto il nostro Navajo non solo è diventato agente di polizia, ma si è pure sposato con una donna che è già incinta di nove mesi: oh, è uno che non perde tempo.
Secondo voi, un indiano che fa il poliziotto in un paese di razzisti, e ha addirittura una moglie incinta… può finire bene in una storia del genere? Ovviamente no. Così esce fuori che lo sceriffo da semplice buzzurro razzista si trasforma in signore della droga locale, che deve sbarazzarsi di quell’impiccione incorruttibile di Thunder incastrandolo per spaccio.
Non siamo neanche a metà film e si cambia di genere, finendo tutti in un prison movie, con tanto di bieco direttore chiamato amorevolmente “Iena”, perché ha l’abitudine di ridere come uno scemo mentre tortura i detenuti.
La parte carceraria dura forse una decina di minuti, probabilmente non avevano la struttura a disposizione per molto tempo, quindi Thunder evade quasi subito.
Una curiosità. La foto di Thunder che spara per evadere è quella utilizzata nel 1991 per pubblicizzare sulla guida TV il ciclo di questi tre film: l’attore è totalmente irriconoscibile, infatti ero sempre stato convinto fosse una foto presa a casaccio!
Scoperto che lo sceriffo cattivo ha provocato un incidente in cui la moglie ha perso il figlio, Thunder si incazza di brutto, si pitta la faccia e comincia una guerra che non te la sogni neppure.
Con una scena che sembra tratta dalla sua vecchia gloria 1990: I guerrieri del Bronx (1982), un Marc Gregory dimagrito ed emaciato si aggira per il paese di notte con una macchina Navajo, o qualsiasi cosa sia quella tamarrata anni Ottanta che però – lo confesso – funziona alla grande. (Oh, sono cresciuto negli anni Ottanta, il mio gusto è quello!)
Sebbene per tutto il film la storia si sia del tutto distaccata da Rambo, la vendetta finale è ricalcata sul primo film, con tanto di furto al negozio d’armi ed esplosioni varie. Idem per la conta dei morti, cioè zero carbonella: Rambo e Thunder in fondo so’ due pezzi di pane…
Se già i grandi successi hollywoodiani perdono parecchio nei “numeri due”, non stupisce che una robbetta nostrana girata al volo crolli di brutto a proseguirne la storia. Non avendo più un film già pronto e di sicuro successo da ricopiare, i due sceneggiatori vanno un po’ a braccio e seguono le mode dell’epoca: nella storia credo di ritrovare echi dei principali temi d’avventura di quei primi anni Ottanta, sia a film che a fumetti. Il buonismo bidimensionale di Thunder sembra di nuovo marcato Bonelli…
Il ritmo è lentissimo ma questo temo sia tipico dell’epoca: però certo che un inseguimento d’auto che dura venti ore ammazza un po’ la voglia di proseguire a vedere il film…
Infine, non viene seguita la regola aurea dei seguiti americani: uguale, ma di più. Qui il film è semplicemente uguale al precedente… ma con meno buone idee!
L.
- Sayen (2023) E Rambo… muto!
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- [Italian Credits] Rambo 3 (1988)
- [Italian Credits] Rambo 2 (1985)
- Wolf Lake (1980) L’anti-Rambo
- Rambi e Strambi: pallottole sparse
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- Rambo: dal primo all’ultimo sangue (Guest Post)
- Thunder 3 (1988) Abbasta!
- Rambo su “Playboy” (1988)
Italiataglia parla di un visto censura del 9 gennaio 1987 e sempre sullo stesso sito scopro che esiste un terzo film!
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La cosa strana è che mentre ho trovato le pubblicità dell’uscita del primo, non ho trovato alcuna traccia del secondo. Purtroppo con i film italiani dell’epoca succede molto spesso: non so se i cinema che li programmavano non lo comunicavano ai giornali o semplicemente questi film non uscivano in sala, malgrado esistano visti censura e locandine cinematografiche, e apparivano direttamente in VHS e TV.
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Si scoprì che Lucius gira per Roma con un’auto tamarrissima, nera con un falco rosso stampato sul cofano.
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Ad avercela, perché no? 😀
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Senza automobile non puoi aspirare al ruolo di bulletto di provincia delle filippine, al massimo a “depravato dei trasporti pubblici urbani”
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Proviamo a ricapitolare, l’ispettore Tibbs Rambo incontra lo sceriffo Teasle, finisce in un film carcerario con un tale di nome Iena ma poi evade e diventa un guerriero del Bronx. Peccato non aver avuto per le mani una sosia di Edwige Fenech, altrimenti sarebbe sembrato il riassunto del palinsesto televisivo dei tardi anni ’80 😉 Cheers!
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Non escludo che l’intento fosse proprio quello: un omaggio ad ogni genere in voga all’epoca 😛
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In locandina non c’è nessuna macchina, ma c’è bensì un elicottero…dimmi che nel film l’elicottero appare!
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Sì sì, sono stati onesti, per un paio di minuti c’è anche l’elicottero -P
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Niente da fare, il primo Thunder (che già non era una perla indimenticabile, beninteso, pur lasciandosi guardare) non si batte. Tantomeno con il debole escamotage di farlo diventare nel sequel un tutore della legge così, un tanto al chilo…
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L’idea in sé sulla carta non è malaccio – pensa se in “Rambo 2” vedessimo John Rambo vice-sceriffo di Teasle!!!! – ma poi a metterla in pratica, soprattutto con i mezzi di Larry Ludman, è puro delirio. Da dimenticare… come infatti è dimenticato!
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Voglio-quella-macchina.
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Gli anni Ottanta, quando ti si attaccano addosso, non vanno più via 😛
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Sagge parole.
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Forse non sarà un gran film ma il proverbio navajo iniziale e Marc muta-forma ad ogni inquadratura valgono da soli il prezzo del biglietto…della recensione perlomeno! 🙂
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ahahah è vero, più che Thunder sembra Mystica: o magari erano più attori che si sono susseguiti sul set 😛
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