Yado, per gli amici Red Sonja (1985)

YadoIl 22 febbraio del 1986 appariva sugli schermi italiani – in anteprima al Grattacielo di Genova – uno dei film più sbagliati della storia dei mitici anni Ottanta, età dell’oro in cui era impossibile sbagliare un film: Dino De Laurentiis c’è riuscito.
Oggi festeggiamo la pellicola che ha messo d’accordo tutto il mondo nello schifarla, che ha distrutto per dieci anni un personaggio a fumetti di enorme successo ma che ha lanciato un’attrice che in realtà non ha fatto altro che piccoli ruoli marginali.
Tutto questo abominio ha un nome esclusivamente italiano: Yado.

Yado BannerPer l’occasione ho creato l’hashtag #30AnniDiYado – usatelo se organizzate qualcosa nei prossimi giorni! – e vi ricordo i link del blogtour del film:

  • Beati Lotofagi presenta una splendida carrellata di poster e pop art
  • Fumetti Etruschi racconta la novelization del film a fumetti
  • IPMP presenta la locandina italiana che apparve all’epoca sui giornali
  • La Bara Volante recensisce il film nella sua rubrica “I Bruttissimi di ReteCassidy”

Qualsiasi omaggio vogliate organizzare, non esitate a farmelo sapere.

© British Film Institute

© British Film Institute

Un giorno della metà degli anni Ottanta, l’Impero degli spettatori grida sotto le finestre di Dino De Laurentiis: «Dino: dàcce un filmino!»
Dal 1974 de Il giustiziere della notte il produttore ha sfornato successi votati all’immortalità: che siano capolavori o frescacce, sono comunque film mitici. Arriva uno dei suoi consulenti e dice: «Sono gli anni Ottanta, o Divino Dino, non è più tempo di eroi corrucciati e solitari alla Bronson o di supereroi minchioni come Flash Gordon, ora va l’horror e il fantasy ma con un’unica costante: l’eroe dev’essere maschio e manesco. Prendi una trama qualsiasi, falla scrivere pure alla tua scimmia, ma perché sia di successo l’eroe dev’essere Manesco Maschio Senza Rischio.»
Dino alza lo Scettrino ed ordina: «Fate un film tutto al femminile!»

redsonja2_aCome dicevo, dopo l’esordio in patria il 3 luglio 1985 il film arriva in anteprima in Italia il 22 febbraio 1986 ma l’uscita “ufficiale” è del 28 febbraio successivo. A quella data negli USA Red Sonja è un mito da almeno dieci anni mentre in Italia NESSUNO la conosce: è apparsa di sfuggita su un numero de “Gli Albi dei Super-Eroi” (1974) e su cinque numeri della collana “Conan e Ka-Zar” (1975-76): per saperne di più, vi invito alla fumettografia che sto creando, in continuo aggiornamento.
Il titolo del film va modificato per il pubblicato italiano, ignaro della rossa hyrkaniana, così appare dal nulla Yado. Ma perché questo nome non appare nel cast del film dell’IMDb?
Yado Red SonjaCi aiuta l’intervento di Michele Tetro al saggio enciclopedico Il grande cinema fantasy (Gremese 2004): «Schwarzenegger, nel ruolo di Yado, o Kalidor per il mercato americano, fa da spalla ad una monocorde Brigitte Nielsen, con scarso impegno recitativo ed edulcorata violenza, con una scenografia poveristica in cui prende vita una vicenda irrimediabilmente manierata e scarsamente incisiva».

Il 22 febbraio 1990 inizia la carriera televisiva del film, in prima serata su Italia1. Poi la Warner Home Video lo fa girare in VHS, anche nella mitica collana economica “Gli Scudi”, con in più la scritta in copertina “Cannon”: la celebre casa risulta solamente come distributrice in alcuni Paesi, tra cui NON l’Italia, quindi il suo logo sulla VHS perplime assai.
La Universal Pictures lo porta in DVD italiano il 26 settembre 2001 ristampandolo il 26 agosto 2003: lo rilascia anche in Blu-ray il 23 giugno 2010.

arnie_recall«Maria lesse il copione e disse “Non farlo, è spazzatura”. Ero d’accordo, ma sentivo di essere in debito con Dino. Così alla fine di ottobre, poco prima che Terminator fosse distribuito, mi ritrovai su un aeroplano per Roma, dove già stavano girando Red Sonja
A parlare è Arnold Schwarzenegger dalle pagine della sua autobiografia, Total Recall (2012): un titolo geniale, lasciatemelo dire, da applauso spelladita.
Per la scelta della protagonista femminile lascio la parola ad Arnie. «Da più di un anno Dino cercava un’attrice abbastanza “amazzone” da interpretare Sonja. Un giorno vide Brigitte Nielsen sulla copertina di una rivista: una modella danese ventunenne di un metro e ottanta, con spettacolari capelli rossi e la reputazione di essere tosta. Non aveva mai recitato, ma Dino la portò a Roma, le fece un provino e la prese come protagonista.»

Im Leben wird dir nichts geschenktIl provino ce lo racconta Brigitte Nielsen stessa nella sua autobiografia del 2011 Im Leben wird dir nichts geschenkt (all’incirca “Nella vita nulla vi è dovuto”), pubblicata anche a Londra come You Only Get One Life. «Quando mi chiamarono fui presentata al regista, Richard Fleischer, che sedeva con altri due uomini dietro un lungo tavolo. “Prego, proceda” disse. Io mi esibii nel più aperto ed onesto sorriso danese e dissi loro che non ricordavo nulla del copione, non una sola parola. “Non sono un’attrice, mi dispiace”. L’unica cosa che potevo fare era estrarre la spada… e lo feci. “Stop, stop, stop” disse Richard. “Okay, non preoccuparti per il copione, ti insegneremo ciò che dovrai fare”. Mi chiese di mostrarmi felice, poi confusa: nessun problema. Anche fare la seducente non fu un problema. […] “La ringrazio molto” disse Ricahrd, “le faremo sapere”. Mi sentii molto stupida mentre mi toglievo la divisa vichinga. Che cazzo sto facendo qui? Quel regista deve avermi presa per un’idiota, pensai. Mi convinsi che non avrei mai voluto partecipare a quel film, in ogni caso.»
Non fa in tempo a tornare in camerino, che Fleischer richiama Gitte e quando la modella danese rientra in stanza c’è Dino De Laurentiis davanti a lei: «La parte è tua: cosa vuoi fare?» La donna è confusa e fa quello che fa sempre quando si trova davanti ai momenti importanti della sua vita: «Devo sentire mio padre». Dino allunga la mano e mette un telefono davanti alla Nielsen: è nata Red Sonja.

Tramonto con Mano gigante...

Tramonto con Mano gigante…

Sulla carta Gitte sembra la scelta giusta: alta, atletica, espressione decisa. Eppure… eppure è «probabilmente l’unica ragazza del pianeta che non è sexy vestita da Red Sonja», fa notare giustamente Mr. Satanism nel suo Trash of the Titans (2012).
L’oscarato Danilo Donati, all’epoca sessantenne, sarà pure una gloria nazionale, ma il suo costume per la protagonista è inguardabile sebbene in perfetta sincronia con tutto il film: è cioè sbagliato come tutto il resto!

Momenti tristi d'azione triste...

Momenti tristi d’azione triste…

Il 2 marzo 1986 “La Stampa” titola: «Sonja, la Conan femminista protetta da Schwarzenegger». Non proprio un apprezzamento, ma la curiosità è che all’epoca si sa che la Nielsen è la moglie di Stallone (sarà il secondo dei suoi cinque mariti) e quindi non sembrano girare molte voci sul flirt con Arnie sul set di Yado.

© MGM/Everett

© MGM/Everett

A parlarcene è proprio Schwarzenegger nella sua citata autobiografia, dove però aleggia più l’aria del racconto da bar dello sport. Arnie all’epoca non è ancora sposato ma già fidanzato, eppure l’aria di Roma risveglia il suo caldo sangue austriaco e inizia a “girare l’Europa” con Brigitte: probabilmente un giro di parole elegante per indicare qualcos’altro.
Finito il film e tornato a Los Angeles, il maschio Arnie dimentica tutto finché arriva a L.A. la povera Gitte che urla: «Arnì nun me lascià. Ridammi il tuo Schwanzstück!» La sconvolta Gitte non molla e quindi Schwarzy, con modo maschio senza rischio, mette in chiaro che sta per sposare la propria fidanzata e non ne vuole più sapere di lei, avventuretta romana in salsa barbarica. Los Angeles è piena di attorucoli che pagherebbero per stare con te, le dice Arnie da gran gentiluomo, e subito dopo Gitte si mette con Stallone…
Con questo racconto elegante da gran signore, Schwarzenegger fa capire che Sly s’è preso i suoi scarti…

Yado Red Sonja 4Una storia completamente diversa ce la racconta Brigitte Nielsen nella sua citata autobiografia. «Per due mesi ho vissuto in un appartamento di Londra e mi sono allenata presso la Armstrong Farm con un maestro giapponese di arti marziali. A poco a poco divenni Red Sonja» (Nach und nach wurde ich Red Sonja). Ci racconta del suo figlio Julian di appena un anno che l’accompagna a Roma, curato dalla madre Hanne, del fatto che già sappia andare bene a cavallo e di come dei tutor ammorbidiscano l’accento danese pur mantenendo un linguaggio consono ad una hyrkaniana.
«Solo cinque giorni dopo aver lasciato la Danimarca per iniziare la campagna pubblicitaria del film ero seduta a cena con Sylvester Stallone in un ristorante: la vita sembrava così eccitante e rapida che ha superato ogni mio sogno.» Ma… e Schwarzenegger? Non si è innamorata di lui tanto da seguirlo a Los Angeles gridando «Me lo ridii! Me lo ridii!» Curiosamente Gitte nella sua biografia lo ignora bellamente: «Il regista ha aggiunto che il protagonista maschile era Arnold Schwarzenegger, un nome che non mi diceva assolutamente nulla» (ein Name der mir absolut nichts sagte). Der Kerl mit den Muskeln, “il ragazzo coi muscoli” come lo chiamava all’epoca, non ottiene che un paio di citazioni nell’autobiografia di Gitte, e visto cosa Arnie va dicendo in giro credo se lo sia meritato.

Vieni, giriamo l'Europa, che ti mostro come un Cimmero usa la sua spada...

Vieni, giriamo l’Europa, che ti mostro come un Cimmero usa la sua spada…

Pare che i paparazzi abbiano beccato Arnie e Gitte nell’85 in giro per hotel di lusso europei, ma al di là di questo se veramente c’è stato un flirt solo Crom lo sa…

Io mi metto in posa, ma sia chiaro che non sono il protagonista!

Io mi metto in posa, ma sia chiaro che non sono il protagonista!

In un’intervista a L’écran fantastique (citata da Renato Venturelli nella sua monografia su Schwarzenegger del 1998 per la Gremese Editore) Arnold racconta che Dino lo ha chiamato per un favore personale: un piccolo ruolo nel film che sta girando a Roma, giusto dieci giorni di riprese. Arnie va a Roma ma passati i dieci giorni Dino gli chiede un altro po’ di metraggio, e poi ancora, e poi ancora, finché Arnie si stufa e se ne torna a Los Angeles. «Il risultato è che tutto quello che avevo girato per lui è stato messo integralmente nel film. Non ha tagliato una sola immagine! Era successo che lui aveva cercato di vendere Red Sonja ai distributori americani, e tutti avevano rifiutato: nessuno conosceva Brigitte Nielsen o le altre vedette del film, e la MGM gli aveva detto che se ci fossi stato io per almeno la metà del tempo, avrebbero comprato il film. Ed è così che lui ha messo insieme questi metri di pellicola che non avevano alcun senso.»
Nella sua biografia, Arnie racconta che una volta resosi conto della questione si è rifiutato di partecipare ad un qualsiasi evento promozionale della pellicola.

Sonja sotto la grande spada di fuoco...

Sonja sotto la grande spada di fuoco…

I due sceneggiatori totalmente fuori registro Clive Exton e George MacDonald Fraser tradiscono ogni singolo aspetto del personaggio. Come racconto in occasione della novelization a fumetti, l’unico elemento del personaggio rispettato è una vignetta di qualche anno prima in cui Sonja raccontava di aver avuto una visione, o forse un sogno, in cui una dea le rivelava la sua vita da guerriera: uno spunto narrativo buttato lì in una singola vignetta che – unito al giuramento dell’hyrkaniana di concedersi solo all’uomo che la batterà in duello – si perde in una sceneggiatura totalmente sballata.
Yado Red Sonja ragazzinoDa “Conan femminile”, da rude mercenaria sempre pronta a menar le mani, atletica e indomita, con la risposta sempre pronta, sempre in cerca di un ingaggio remunerativo senza badare se sia legale o meno, la ritroviamo invasata misantropa che si è addestrata nel Giardino di Kyobo unicamente per vendicarsi della Regina Gedren. E, tanto per tradire ancora di più il personaggio, le viene affiancato un bambino: quale hyrkaniana assetata di oro e sangue non si scioglie per un bambinetto?
L’insopportabile e ridicolo Principe Tarn è un personaggio stupido che non merita la minima attenzione, ma va sottolineato che è interpretato dal bambino prodigio Ernie Reyes jr., che i fan marziali più esperti ricordano apparire lo stesso anno nel cult L’ultimo drago: nel ghetto, il nero maestro Leroy insegna anche al piccolo cinese! I meno marziali magari lo ricorderanno nei panni dell’indio che pesta di botte Dwayne “The Rock” Johnson ne Il tesoro dell’Amazzonia (2003).

Yado Ernie Reyes jrErnie è un bravissimo atleta. Il suo marzialissimo The Process (1998) arriva a sorpresa in Italia, grazie ad un’oscura casa di nome Westar, nel febbraio 2004: goduria pura!
All’età di dodici anni si presenta davanti a Dino De Laurentiis al Beverly Hills Hotel. «Tornai due o tre volte a fare l’audizione nel bungalow privato di Dino» racconta Ernie in un’intervista del 5 febbraio 2015 al blog TVStoreOnline. «Gli piaceva che avevo studiato arti marziali e questo poteva cambiare il personaggio da com’era stato inizialmente pensato.»
In cinque mesi di riprese nella campagna italiana Ernie ha il tempo di vivere il suo sogno “fantasy”. «Cavalcavamo ogni giorno per le colline e i set per il film erano incredibili. Avevano realmente costruito il castello che si vede nel film, era stupefacente. […] Mi sembrava di essere in un film di Conan.» Ovviamente la scena che ricorda con più piacere è quella dove viene abbracciato da Brigitte Nielsen. «Avevo questa modella di un metro e ottanta che mi abbracciava: pensai che fosse la più bella scena di sempre. Mi baciò sulla guancia e ricordo di averle chiesto se volesse essere la mia regina.»
La stima per Arnie è ovviamente tanta e scatta un super aneddoto. «Mio padre andava spesso a cena con lui [Schwarzenegger], e ricordo che una volta [Schwarzenegger] gli ha dato una videocassetta con la copia di un film che aveva appena finito di girare prima di partire per l’italia. Io e mio padre corremmo in hotel a infilarla nel videoregistratore: era Terminator. Lo guardai e alla fine dissi “Cazzo, è la cosa più figa di sempre!” Così ho visto Terminator prima di chiunque altro.»

Un'allegra banda di beoti insopportabili

Un’allegra banda di beoti insopportabili

Tutto è insopportabile in Yado e davvero è uno di quei pochi film che riescono a mettere d’accordo la stragrande maggioranza di critica e pubblico: tutti lo detestano. Attori compresi, come abbiamo visto.

Yado SheperdChiudo con una curiosità. Qualcosa di buono il film l’ha creato, perché la Universal Studios ha inserito il personaggio di Red Sonja nello spettacolo “The Adventures of Conan” presente nel giro turistico degli studios. Interpretare la grintosa eroina è stata la fortuna della bravissima Karen Sheperd, ottima atleta che ha cercato di sfondare nel cinema senza mai avere il ruolo giusto: la Sheperd è salita sul palco vestita da Red Sonja e combattuto con il corpo e con la spada… per ben 3.200 volte!

L.

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33 risposte a Yado, per gli amici Red Sonja (1985)

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  3. Cassidy ha detto:

    «Arnì nun me lascià. Ridammi il tuo Schwanzstück!»
    Hai fatto crollare il tetto con questa! 😀 Gran pezzo, Ernie Reyes jr. lo ricordavo nel film con The Rock, dovrò recuperare per forza “The Process” adesso 😉 Ti ringrazio per avermi proposto di commentare “Yado” mi sono divertito molto, se hai qualche altra idea, sai dove trovarmi 😉 Cheers!

    Piace a 2 people

  4. Giuseppe ha detto:

    Post sfanculante di alto livello, pieno di interessanti retroscena che non conoscevo e che stanno a dimostrare -una volta di più- quanto questo “film” dovesse fermarsi appunto ai retroscena, senza mettere in scena alcunché (quanti soldi potevano essere risparmiati, sia per il produttore che per i poveri spettatori) 😉 Fedele alla linea MAI lo registrai, MAI comprai la VHS, MAI neanche per sbaglio comprai il DVD… Se almeno avessero scelto di rifarlo -totalmente al netto di un personaggio secondario come Yado- con Karen Sheperd, adattissima al ruolo come poche 😦
    P.S.
    Arnie “Vieni, giriamo l’Europa, che ti mostro come un Cimmero usa la sua spada…”
    Brigitte “… Immagino quanti corpo a corpo tu abbia dovuto affrontare, barbaro”
    Arnie “Il segreto sta nel rinfoderare la spada al momento giusto…”
    Brigitte “… E non è certo un problema per te, visto come la sai impugnare saldamente”
    Arnie: “Per non parlare della mia abilità nel montare a cavallo…”
    Brigitte: “Posizione scomoda, non credi?”
    Mi pregio di aver completato la tua didascalia lassù con un breve estratto dai dialoghi scritti per il sequel di Yado mai girato: “Yado and Red Sonja: Masters of ALLUSIONS” 😀

    Piace a 2 people

  5. loscalzo1979 ha detto:

    “E’ comunque una storia d’amore meglio di Twilight” (cit.)

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  14. Francesco Romani ha detto:

    Quando lo beccai da ragazzino in TV avevo già visto i due Conan e sapendo che c’ erano solo 2 appunto mi chiesi se questo fosse a sorpresa un terzo! Arnie pareva il cimmero, ma non lo era! Mah!
    Comunque non lo trovo tanto male, almeno l’ inizio e fino allo scontro con quel curioso pesce meccanico. Poi effettivamente scade.
    L’ attendente del principino ho scoperto essere Paul Smith, che aveva impersonato in qualche film il sosia di Bud Spencer nonché Bluto in “Popeye”! Mentre la crudele regina Grendel è Sandal Bergman, la Valeria del primo Conan! Peccato che qui debba portare quella kaiser di maschera! Presumo per avere un’ aria più truce!
    Quel “Yado” rimarrà penso uno dei misteri della distribuzione italiana che nel corso degli anni ci ha regalato varie “perle”! XD
    La scena “madre” comunque penso sia quella dell’ investitura di Sonja! Siamo più dalle parti della fata madrina e Cenerentola che in un heroic fantasy secondo me! XD
    Come è stato fatto già notare da altri, è incredibile come il mitico Dinone nazionale abbia potuto cannare ben 3 film con Schwarzy dopo il mitico CIB! CID lo considero un discreto heroic fantasy, ma questo e “Codice magnum” non sono un granché! Se pensiamo che in quel periodo uscivano “Terminator” e “Codice magum”.
    Effettivamente uno di quei film del periodo cui neanche il tempo ha giovato, anzi! XD

    “quanto questo “film” dovesse fermarsi appunto ai retroscena, senza mettere in scena alcunché (quanti soldi potevano essere risparmiati, sia per il produttore che per i poveri spettatori)”

    Ah, ah! Vero! ^^

    Piace a 1 persona

    • Lucius Etruscus ha detto:

      Bluto di Popeye: che mi sei andato a ricordare!!!! ^_^
      Ripescando alcuni film del periodo per vari cicli – King Kong, King Kong 2, Codice Magnum, Amityville Possession, Amityville 3D – ho molto rivalutato il Mito di Dino con cui sono cresciuto. Faceva le cose in grande e investiva belle cifre, ma davvero il gusto lasciava molto a desiderare. Solo che erano altri tempi e si guadagnava lo stesso e lo stesso si diventava miti: oggi spendendo magari il doppio si fanno film che vengono dimenticati un mese dopo, mentre dopo trent’anni siamo ancora a parlare dei mitici film di Dino 😉

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