Continuo ad attingere dalla serie di mini-cofanetti DVD presi da una delle ormai rarissime bancarelle in cui mi capita di imbattermi, gestita da una signora simpatica che dava via tutto a un euro. Compresi dei pacchetti contenenti quattro film: che dite, 25 centesimi sono troppi per dei filmacci di serie Z?
Quando fra questi fa capolino lo svedesone che fa malone, capisci che sono i 25 centesimi meglio spesi di sempre!
IMDb ci dice che Agent Red comincia a girare in home video tedesco dal settembre 2000 e poi esce in patria americana, sempre in home video, dall’aprile 2001.
Sicuramente è fra i più rari film di Lundgren in Italia. La Eagle Pictures lo porta in VHS dal maggio 2002 con il titolo Captured e non esistono prove sia mai stato trasmesso in TV.
L’unica altra sua edizione nota (datata 2003) è quella che miracolosamente ho trovato su bancarella: cent’anni di salute alla provvidenziale venditrice!
Il film è disponibile su Prime Video.
Il capitano Matt Hendricks (il nostro Dolph Lundgren, il solo ed unico) è specializzato in operazioni segrete in cui lui fa quello che gli pare, perché in fondo è Dolph Lundgren e se la comanda.
Per esempio tutti gli uomini della sua squadra si mimetizzano pittandosi la faccia in modo credo parecchio sbagliato, mentre Dolph non ci pensa minimamente…
La missione è semplice: rubare un aereo segreto e cambiare la geografia del posto: che ci vuole? Dolph esegue alla lettera, sorridendo.
Sbrigata la formalità del super aereo rubato e dei libri di geografia da riscrivere, Dolph può rilassarsi con una missione da epidemia mondiale, roba da ridere per il nostro eroe.
Gli viene infatti affidata la missione di recuperare una pericolosissima arma biologica rubata anni prima dai russi agli americani e poi dimenticata: si chiama Agente Red, e il commento di Dolph è «Sembra il titolo di un brutto film». Tanto per ricordarci che qui nulla è sul serio!
Volato a Sebastopoli, sul Mar Nero, il nostro eroe scopre che dei terroristi russi hanno appena rubato l’arma chimica e minacciano il mondo, ma queste sono bazzecole: la parte peggiore è che dovrà lavorare agli ordini della sua ex fidanzata, la dottoressa Linda Christian (Meilani Paul). «Se non mi uccide l’Agente Red… lo farà lei!»
Saliamo tutti a bordo del sommergibile americano New Orleans che deve trasportare la pericolosa arma chimica, ai comandi del capitano Russerl (Steve Eastin) che si presenta subito dicendo che quella è la sua ultima missione, poi se ne andrà in pensione con la moglie in un pezzo di terra che ha comprato in Arizona. Insomma, già sappiamo che è carne morta.
Dolph non sa che i terroristi sono già a bordo, ma lo scopre quando questi prendono il comando e liberano l’Agente Red nell’impianto di condizionamento, massacrando in un lampo l’intero equipaggio. Come tutti i loro colleghi terroristi, non hanno tenuto conto di Dolph Lundgren. Madornale errore…
Non sappiamo quanti terroristi ci siano, non ne vediamo mai più di tre, ma piano piano Dolph ne ammazza un centinaio, probabilmente facendoli venire da altri sottomarini: è possibile che abbia fatto un bando di gara per avere più terroristi da uccidere, perché cento sono pochi, per una mattinata di lavoro.
Il tempo passa e i terroristi si sposano e fanno figli, piccoli terroristi che crescono così da poter essere ammazzati da Dolph: non si spiega altrimenti perché per 90 minuti di film vediamo il nostro eroe far fuori centinaia e centinaia di tizi in un sommergibile vuoto. Ma quanta gente entra in un sottomarino? Fra equipaggio e terroristi, c’è più gente qui che nel Palazzo Nakatomi!
Mentre la Marina americana vuole nuclearizzare il sottomarino New Orleans, che è l’unico modo per essere sicuri, Dolph se la gode a sterminare intere popolazioni di terroristi e a sparare frasi maschie come se piovesse:
«Io non interferisco con i tuoi piani: io li distruggo!»
Un intero film ambientato in un paio di location con dei tubi eppure è divertimento allo stato brado, con Dolph che dolpheggia e se la comanda stando sempre attento a non prendersi mai sul serio. In una parola, capolavoro!
Damian Lee è il regista che nessuno vuole far sapere di conoscere. Attivo sin dagli anni Settanta senza che nessuno se ne sia accorto, fra il 1995 e il ’96 ci ha regalato ben quattro filmucoli di fila con il mitico Jeff Wincott (Street Law, The Donor, No Exit e When the Bullet Hits the Bone), e dello stesso attore aveva già sceneggiato Killing Machine (1994): roba talmente minuscola da non essere percepibile da occhio umano. Poi è passato ad un’altra star marziale appannata e ci ha regalato due filmucoli con Don “The Dragon” Wilson (Terminal Rush e Moving Target): perché allora non dedicarsi anche a Dolph?
L’ultimo avvistamento di Lee risale a A Fighting Man (2014), cioè lo smaccato plagio dell’ottimo coreano Crying Fist (2005).
Qui Damian (o chi per lui) ha l’idea di rifare in pratica quello che Seagal faceva con i due Under Siege (1992 e 1995): ripetere la formula di Die Hard (1988) ma con meno stile. Se ancora Seagal aveva la Warner dietro, con un budget serio (addirittura superiore al film con Bruce Willis), qui ci sono un paio di dollari da spendere ma la formula è la stessa identica dei due film citati: cammina avanti e indietro per le stesse location e il film è finito.
Anche perché la trama tanto è quella che è, ciò che conta è avere un protagonista che se la diverte e non si prende sul serio: e in questo Dolph è campione del mondo.
Stiamo ovviamente parlando di un filmetto minuscolo, ignoto in Italia per colpa di una distribuzione assente, e ovviamente non posso consigliarvelo a meno che non siate fan di Dolph. Ma nel panorama dei filmacci action di serie Z è comunque delizioso, perché il protagonista se la diverte e si lancia in situazioni inverosimili col sorriso dell’attore che sta cazzeggiando con lo spettatore.
Già solo per questo il film è impagabile: visto poi che l’ho pagato 25 centesimi, i conti tornano!
L.
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Quelle non sono pitture mimetiche, sembrano più l’andamento dell’indice Dow Jones 😉 L’idea dei piccoli terroristi nati, cresciuti ed addestrati solo per essere picchiati da Dolph mi ha fatto sghignazzare per tutto il tempo della lettura (sotira vera). Che poi un sottomarino ha pochissimo spazio, è già tanto che ci stia dentro un “cristone” come Dolph nostro, figurati mille mila terroristi! In ogni caso sia benedetta la signora della bancarella, per il resto offre Dolph 😉 Cheers!
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Ancora non ci credo che mi ha fatto trovare una chiccona così rara: sempre sante le bancarelle! 😛
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Mitico cofanetto e sante bancarelle! Nell’ordine:
1) Sono stupito: un film di Dolph a me sconosciuto!
2) Sono curioso: dopo aver letto la rece mi pare una chicchina!
3) Sono onorato: per le multiple citazioni di mie recensioni!
4) Sono divertito: la parte sui millemila nemici da uccidere mi ha fatto morire!
🙂 🙂 🙂
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Sono sicuro che adoreresti il film, e una distribuzione pessima ha fatto sì che rimanga fra i più rari di Dolph in Italia, ignoto alla TV e introvabile in home video…
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Non mi tentare!!! 🙂 🙂 🙂
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Siamo sicuri che la virologa volesse partecipare al film? Dalla prima immagine sembrava un po’ schifata XD forse era scioccata dalle pitture mimetiche per zebre, vai a sapere!
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Doveva imparare qualche battuta “medica”, e capisci che è una scocciatura 😀
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Linda: «Sarò anche una dottoressa, ma va al di là delle mie possibilità CURARE meglio la trama di questa storia”… questa poteva essere una battuta ad hoc 😀
E i terroristi dovevano essere liofilizzati, per starci tutti insieme sul sottomarino baracca… poi, chi lo sa, una falla nello scafo avrà fatto entrare acqua e li ha bagnati, così hanno cominciato a moltiplicarsi e attaccare Dolph 😀
Nemmeno io sapevo dell’esistenza di questo film, comunque…
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ahahah la nuova frontiera del terrorismo: combattenti liofilizzati! Basta aggiungere acqua, e l’attentato è pronto 😀
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Ahah, un film tutto da ridere! Ma le immagini del trailer sono tutte provenienti dal film? Soprattutto all’inizio sembra ci siano immagini a caso. E poi Pentagono, guardie a passo dell’oca…sembra un trailer fatto per metà da immagini di stock!
Ma Steve Eastin chi è? Lo zio di Steve Austin!! A volte mi chiedo se i cast non li scelgano per nome.
Ma io mi domando, i registi di questi film, cioè fanno proprio quello di mestiere? Ci si mantengono?
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ahaha spero per loro che girando questi filmetti in poco tempo riescano a tirarci fuori uno stipendio dignitoso 😛
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