Jackie Chan Story 11. Stelle fortunate

Continua il viaggio agli albori della carriera di Jackie Chan, mediante la sua corposa autobiografia I am Jackie Chan. My Life in Action (1998), eventualmente integrata con l’altra autobiografia Never Grow Up (2015). Sono entrambe inedite in Italia, quindi ogni estratto del testo riportato va intendersi tradotto da me.

Nel momento di massimo successo, Jackie Chan è completamente a terra. Dallo sgabuzzino di Lo Wei vengono tirati fuori tutti i film che nessuno voleva distribuire e finiscono in sala con “Jacky Chan” in locandina: addirittura l’incompleto Fearless Hyena Part II viene spacciato per suo film, ed esce nello stesso 1983 di Fantasy Mission Force, uno dei due pessimi film girati con Jimmy Wang Yu per ringraziarlo della sua “intermediazione mafiosa”. E già che ci siamo, esce pure Fire Dragon, che si rivende scene dal precedente film. Se contiamo i due pessimi film girati in America e i veri successi, sembra che Jackie sia il re di Hong Kong, e per il pubblico lo è: solo lui e la Golden Harvest sanno che il Re è caduto così forte dal trono da essere ancora… rin-tronato!

Il cocente insuccesso di Dragon Lord ha reso chiaro che la formula lanciata da Jackie nel 1979, ma in realtà studiata nel corso di molti anni, non funziona più: solo il wuxiapian con i cavalieri erranti e principesse svolazzanti può ormai permettersi di presentare storie in costume su grande schermo. Il futuro, paradossalmente, è contemporaneo. E il fratello maggiore di Jackie l’ha capito.


Indice:


Enter the Fat Dragon

Sammo Hung, come abbiamo visto, è entrato nel mondo del cinema molto prima di Jackie e degli altri “fratelli minori” della Scuola dell’Opera, ma non ha mai pensato di sfondare come attore: a parte piccoli ruoli, quasi sempre da cattivo, non ha mai avuto ambizioni da star davanti alla cinepresa. La sua specialità è l’essere uno dei più geniali registi d’azione di Hong Kong. La sua carriera “dietro le quinte” lo porta ad essere scelto dalla Golden Harvest per girare L’ultimo combattimento di Chen (1978), perché tutti sapevano che Robert Clouse era un incapace e avrebbe fatto un disastro, così Sammo era lì a tappare le falle, a girare i combattimenti – che è l’unica cosa da salvare del film – e a tornare a prendere botte sul ring come ai tempi de I 3 dell’Operazione Drago (1973), non a caso picchiato dallo stesso Bob Wall che appariva in quel film.

Bob Wall vs Sammo Hung in Game of Death (1978)

Poi si prende una pausa dalla Golden Harvest e si va a sfogare con la piccola H.K. Fong Ming, con cui crea il suo personale capolavoro: Enter the Fat Dragon (1978). Un anno prima che Jackie sfondasse con Drunken Master (1979), Sammo aveva già mostrato al mondo le potenzialità della commedia kung fu e la genialità della sua visione registico-tecnica. Mentre Jackie diventava il Re e pensava solo a se stesso, Sammo lavorava a testa bassa e chiamava tutti gli amici a lavorare ai film che gli erano affidati: che fossero ex compagni di scuola dell’Opera o noti caratteristi dell’epoca, Sammo chiamava tutti e i suoi film sciabordano di volti noti, oltre che di bravissimi professionisti. Mentre Jackie riproponeva con successo vecchi formati, come la storia di kung fu in costume, Sammo creava incredibili commistioni come la “fantascienza comica marziale” dell’incredibile Encounter of the Spooky Kind (1980), anche se comunque non erano disdegnati i temi classici, come nel suo The Prodigal Son (1981). In tutti questi film ci sono quelli che una volta Jackie chiamava “fratelli”, ma che dal momento del suo successo non ha più chiamato.

Sammo maestro scorbutico nel suo The Prodigal Son (1981)

L’incontro che avviene nell’ufficio di Sammo alla Golden Harvest è pieno di silenzi e imbarazzi. Sammo e Jackie sono seduti, si guardano, e si dicono a vicenda che avevano l’intenzione di chiamare, quando in realtà nessuno dei due voleva farlo. L’ultima volta che hanno lavorato insieme Sammo era sulla cresta dell’onda come regista d’azione e Jackie era il suo assistente con l’unico compito di mandar giù rospi: malgrado tutto, ora Jackie ha surclassato il “fratello maggiore”, e questo manda all’aria ogni equilibrio fra i due.

«Ogni volta che cadi a terra torni dal tuo fratello maggiore, eh Jackie?» Sammo ride, nervoso. Jackie capisce che è solo umorismo per stemperare la tensione e sta al gioco. «Penso di sì», risponde.

I “fratelli” Jackie e Sammo di nuovo spalla a spalla

Quando finalmente la tensione fra i due comincia ad allentarsi, visto che parliamo di due persone che hanno passato l’intera propria esistenza a stretto contatto l’una con l’altra, più legati di qualsiasi fratellanza di sangue, esce fuori che Sammo sta accarezzando un’idea. La Golden Harvest aveva girato in America La corsa più pazza del mondo (1981), che si basava sull’idea di buttare su schermo una secchiata di attori famosi e farli interagire in modo comico: perché non ripetere la stessa cosa ad Hong Kong? La casa ha a disposizione diversi nomi molto amati in città, perché non metterli insieme?

Non ci sarà certo la secchiata di stelle del film americano, ma almeno cinque volti noti li troviamo: nasce la saga di The Five Lucky Stars.


Le cinque stelle fortunate

Per spiegare lo stile di questi film, ricordiamo che siamo nel 1983 e ricordiamo che tipo di film avevano successo in Italia: commediole sempliciotte con attori buffi e splendide donne che si facevano la doccia. Però dagli anni Settanta c’erano ancora strascichi di poliziottesco, quindi dopo una commedia dove Pierino faceva gli scherzi a tutti e spiava la donnina svestita, con in primo piano sempre whisky J&B e fumando sigarette Marlboro da appoggiare su posaceneri della Cinzano, iniziava un film con Fabio Testi o Luc Merenda che picchiavano i malviventi a colpi di karate. Ora, immaginate di prendere questi due filoni di successo e di fonderli: una commedia con Lino Banfi che fa piani sgangherati, Alvaro Vitali che organizza scherzi stupidini e Jimmy il Fenomeno che gigioneggia in giro, tutti impegnati in una missione per aiutare Fabio Testi e Luc Merenda a menare i cattivi con tecniche marziali. Il tutto assicurandosi di avere prodotti commerciali in primo piano a mo’ di lancio pubblicitario. Ecco dunque il fenomeno “Five Lucky Stars”. Dubito che in Italia avrebbe funzionato, ma in Cina… hanno tanto riso! (Battuta letta da ragazzino su “Topolino” e sempre pronta da piazzare.)

Winners and Sinners (Five Lucky Stars 1) esce nei cinema di Hong Kong il 7 luglio 1983 ed è subito un successo. Aiuta avere in scena una secchiata di volti noti, comici del cinema e della TV, impegnati in siparietti spesso di cattivo gusto: va però ricordato l’anno in cui è uscito il film, quando cioè i comici cinesi si limitavano ad accennare battutacce e situazioni pruriginose che da noi invece erano pane quotidiano.

Entrano in scena le cinque stelle fortunate

Abbiamo cinque ladruncoli sfortunati e pasticcioni, i cui nomi cambiano a seconda della lingua e del doppiaggio, e che quindi non vale la pena riportare. Il regista Sammo Hung è il ladro in calzamaglia alla Diabolik, tanto per far subito ridere in modo basso sulla silhouette del suo fisico rotondo, poi ci sono (da sinistra, nella foto in alto): il baffetto altezzoso Stanley Fung, lo scapellato John Shum, il belloccio atteggione Charlie Chin e il buffo Richard Ng. Ritrovatisi tutti in prigione per le loro pessime capacità criminali, stringono il patto di rimanere uniti anche una volta usciti. Fuori infatti fondano una ditta di pulizie e il povero Sammo fa la bestia da soma per portare tutte le pesanti attrezzature.

Intanto l’agente di polizia 7086, interpretato da Jackie Chan, è un duro che per le strade della città dà la caccia ad un commercio di moneta falsa: peccato sbagli tutto ciò che può sbagliare. Per esempio dopo aver picchiato un sospettato che si scopre innocente, accetta di buon grado di farsi picchiare da lui, per pareggiare i conti. Nel tempo libero partecipa ad una gara di pattinaggio – così da riciclare le capacità acquisite sul set di Chi tocca il giallo muore (1980) – e può capitare che attacchi briga con un tizio nel parco, che poi esce fuori essere poliziotto anche lui: un modo per far fare una comparsata a Yuen Biao.

«Fermo polizia!»

Dal piccolo ruolo che gli aveva affidato in Young Master (1980), finalmente Jackie torna a lavorare con il suo “fratello minore” Yuen Biao, e questa è la prima volta che viene esaudito il giuramento che i tre fratelli avevano fatto quand’erano cascatori squattrinati.

«Era la prima volta che tutti e tre lavoravamo insieme sin da quando facevamo i cascatori. Era la prima volta che recitavamo sin dai tempi della Scuola dell’Opera. La magia era ancora lì.»

Una curiosità: la ragazza al fianco di Yuen Biao nella scena è l’esordiente Moon Lee, futura grandissima interprete del cinema d’azione asiatico.

Il primo combattimento di Jackie non in costume

In pratica nel film non sono famosi solo i cinque pasticcioni più Jackie e Yuen Biao che fanno un’apparizione: ogni comparsa, ogni passante, ogni figurante è un volto noto dell’epoca, chiamato per puro divertimento corale.

Arrivati alla fine del film, ecco il momento in cui si mette da parte la “commedia all’italiana” e si parte con le grandi scene d’azione di cui Sammo è esperto e di cui Jackie è il re in città. È davvero difficile stabilire quanto Jackie abbia creato da solo, visto che è il genio tecnico di Sammo a presentare qui “in anteprima” lo stile che renderà Jackie famoso anche in Occidente. Non siamo più nell’ambito del film in costume con combattimenti circensi: siamo nell’ambito degli stuntman mozzafiato, e quelli sono di Sammo. In questo 1983 vengono gettate le basi per tutte le grandi acrobazie che di lì a pochissimo renderanno Jackie quello che è ancora oggi.

Va bene scherzare, ma quando c’è da menare Sammo non lo ferma nessuno

La formula “commedia pecoreccia + azione mozzafiato” piace, e il film diventa una serie. My Lucky Stars (Five Lucky Stars 2) esce nei cinema di Hong Kong il 10 febbraio 1985 ed è difficile chiamarlo un “seguito” visto che molti ruoli sono diversi, ma è chiaro che a contare non sono i personaggi bensì la formula.

Stavolta Jackie e Yuen Biao entrano subito in scena, rincorrendo un pericoloso signore del crimine a Tokyo, dove è protetto da una banda di ninja. Non sfugga l’anno in questione: il cinema ninja è già esploso e sta arrivando Michael Dudikoff, quindi Sammo sta sul pezzo.

Perché i ninja di Jackie usano la katana come un bastone?

Catturato Yuen Biao, Jackie chiede aiuto in patria e chi gli mandano in soccorso? I cinque ladruncoli del primo film: che senso ha? Nessuno, non sono film che si basano sul senso! Tornano i cinque attori ma stavolta a coprire l’assenza di John Shum arriva Eric Tsang, che all’epoca è ancora un comico farsesco ma diventerà uno dei più grandi attori di Hong Kong. Per dare un’idea della sua importanza, nel capolavoro Infernal Affairs (2002) di Andrew Lau interpreta il ruolo che poi nel blando remake americano, The Departed (2006), sarà di Jack Nicholson.

Le stelle fortunate di nuovo insieme

Dopo scenette comiche, comparsata di un marito geloso interpretato da Bolo Yeung e commediume vario, abbiamo Jackie impegnato in un lungo combattimento tra samurai e geishe ma soprattutto uno scontro finale da antologia. Se il primo film non è ricordato dal punto di vista marziale, questo secondo è uno dei capisaldi di Hong Kong: se mai avete visto un qualche speciale sulle acrobazie nei film di Jackie, è facile che abbiate visto combattimenti da questo film.

Cinque stelle fortunate, cinque stili di kung fu

Essendo ogni singola comparsa o figurante un volto noto o un cascatore professionista, la qualità degli scontri è altissima e le acrobazie tolgono il fiato. Si può benissimo saltare a piè pari l’intero film e andare direttamente all’ultima mezz’ora, per saltare la commediola stupidotta e gustarsi un prodotto d’azione di altissima qualità.

A tempo di record arriva Twinkle Twinkle Lucky Stars (Five Lucky Stars 3), che esce nei cinema di Hong Kong il 15 agosto 1985. Stavolta alla coppia di poliziotti Jackie e Yuen Biao si unisce il giovane Andy Lau, ma la rutilante ed acrobatica retata della polizia occupa solo pochi minuti verso la metà del film.

Jackie, Yuen Biao e il giovanissimo Andy Lau

Le scenette comiche fanciullesche – per non dire stupide – si alternano senza freni, e fare pure una comparsata la giovane Michelle Yeoh, un mese prima del suo grande lancio da protagonista nel film di culto Yes, Madam!, diretto da quel Corey Yuen che è “fratello” sia di Jackie che di Sammo.

Michelle Yeoh nel ruolo di una maestra di judo

Fra i cattivi che stavolta i nostri eroi dovranno affrontare c’è il giapponese Kurata Yasuaki, titanico attore marziale dell’epoca, ma soprattutto l’australiano Richard Norton, l’atleta lanciato da Chuck Norris alla sua prima di diverse collaborazioni con Jackie e Sammo. A “The Art of Action” di Scott Adkins ha raccontato l’agonia di quelle decine di giorni di riprese di un’unica singola scena di pochi minuti, e come Sammo ignorasse l’arte della finzione: i suoi pugni e calci erano verissimi e tostissimi!

Norton ricorda ancora quante ne ha prese da Sammo

In questi film Jackie è solo una guest star, un volto noto che appare in mezzo a tantissimi altri volti noti, sebbene comunque sia protagonista di ottime scene d’azione e soprattutto possa ricreare “in piccolo” quel suo stile che lo sta rendendo famoso al cinema.

Quel 1983 dunque la stella di Jackie è tornata a brillare, il grande successo della sua prima collaborazione con Sammo gli permette di tornare a parlare di lavoro. Scopre che nelle settimane in cui si era isolato in casa, devastato dall’insuccesso di Dragon Lord, il suo sceneggiatore Edward Tang ha visto al cinema un film americano innovativo e ha buttato giù un’idea per una versione locale. Una storia che parla di pirati…


Le edizioni italiane

Della trilogia di “Five Lucky Stars” solamente il secondo e terzo titolo hanno avuto ampia distribuzione italiana: il primo è apparso doppiato in home video solamente intorno al 2010.

My Lucky Stars e Twinkle Twinkle Lucky Stars arrivano in Italia nel pacchetto di film con Jackie Chan comprati da TMC nel 1988 e trasmessi nella prima serata di sabato 15 ottobre, il primo, e 19 novembre il secondo, con i titoli rispettivamente di La gang degli svitati e Bambole e botte. Del primo esiste una VHS Futurama di data ignota: probabile sia precedente alla trasmissione su TMC, ma è solo un’ipotesi.

Titolo del terzo film da rarissima registrazione satellitare etrusca

Replicati i due film sul satellitare StudioUniversal nel 1999, la consueta Legocart li porta in edicola nel 2000 con edizioni DVD di qualità bassa, ma poi due anni dopo riappaiono nella collana da edicola che la Fabbri Editori ha dedicato al cinema marziale, sia in VHS che in digitale. Come sempre, la Elleu nel 2004 rispolvera un’ottima edizione rimasterizzata dei due film e infine intorno al 2020 la Dall’Angelo Pictures li presenta finalmente tutti e tre, completando la trilogia in lingua italiana a quasi trent’anni dalla sua nascita.

Scopro con raccapriccio di avere parecchi “buchi” in questa collezione, dovuti al fatto che non sono i miei film preferiti di Jackie e non li ho mai cercati attivamente. In pratica oltre alla trilogia completa nella versione Dall’Angelo ho solamente le edizioni Legocart ed Elleu de La gang degli svitati, quindi uso quel film per fare il paragone delle edizioni.

Un fotogramma sfuggito ai montatori permette di confermare che quella Legocart del 2000 è la semplice digitalizzazione della VHS Futurama, quindi in pratica la versione italiana nota del film dagli anni Ottanta in poi, della durata di un’ora e 23 minuti. La Elleu nel 2004 come di consueto presenta un’edizione estesa (un’ora e 32 minuti), dove però ad essere aumentate sono le scenette comiche stupidotte. La Dall’Angelo Pictures torna alla versione originale, di un’ora e 23 minuti, ma sempre nella rimasterizzazione della Fortune Star del 1993.

Quindi l’edizione Elleu è sempre la migliore, ma in realtà aggiunge solo scenette comiche che non fanno ridere, perciò non è proprio fondamentale.

Legocart 2000 (da VHS Futurama)

Elleu 2004, versione estesa da Fortune Star 1993

Elleu 2004, versione non estesa da Fortune Star 1993

(continua)


L.

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18 risposte a Jackie Chan Story 11. Stelle fortunate

  1. Zio Portillo ha detto:

    Questi tre mi mancano completamente… Non credo manco di averli mai sentiti nominare fino ad oggi! E mi pare strano perché o su TMC o su Universal avrei dovuto beccarli. Forse forse (ma forse eh!) quel futuro “progetto” sui pirati mi pare familiare. Ma non ci metto la mano sul fuoco! 😉

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Guarda, su TMC sono stati replicati diverse volte ma all’epoca non li ho mai sentiti nominare neanche io.
      Su StudioUniversal sono andati in onda UNA volta sola, e ripeto: UNA volta sola. Ringrazio ancora i miei zii (all’epoca possessori di parabola satellitare) per avermi ospitato a cena e permesso di registrare film altrimenti introvabili.
      Quindi prima delle edicole del 2000 questi tre film erano talmente rari che non stupisce siano praticamente ignoti. In seguito sono stati ristampati diverse volte ma temo che in TV non ci siano più tornati.

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      • Giuseppe ha detto:

        Se non ricordo male, nel passaggio dalla morente TMC e alla neonata LA7 (parliamo ormai del 2001) del pacchetto di film di Jackie Chan non sopravvisse praticamente nulla, per cui a maggior ragione devono ritenersi fortunati tutti i testimoni dei precedenti passaggi televisivi di “My Lucky Stars” e “Twinkle Twinkle Lucky Stars”… non sarebbe male, a questo punto, se dopo tutti questi anni qualche (volenteroso) canale sul digitale terrestre decidesse di proporre l’intera trilogia!
        Per il resto, meno male che Jackie ha potuto contare su di un “fratello” come Sammo… 😉

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Spike ha iniziato un ciclo dedicato a Jackie, il mercoledì in prima serata, ma è il solito pacchetto di filmucoli recenti, temo che i diritti dei classici siano ormai sepolti negli anni Novanta.
        Sammo aveva una preparazione tecnica decennale che è impossibile non ritrovare nello stile di Jackie, così come gli stunt celebri di Police Story sono tutti abbozzati in My Lucky Stars. Temo che Jackie da solo non avrebbe potuto arrivare in alto senza l’ombra di Sammo.

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  2. Willy l'Orbo ha detto:

    Quando la mattina prima di iniziare a lavorare non resisti e vai a vedere che lettura ti aspetta la sera…e scorgi pure i nomi Z di Bolo Yeung e Richard Norton..qui la stella fortunata è Willy!!! 🙂 🙂 :-).

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  3. The Butcher ha detto:

    Conoscevo poco The five lucky stars ma dopo questa recensione mi sono molto incuriosito e adesso voglio recuperarlo assolutamente!

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  4. Lorenzo ha detto:

    Quello con gli occhiali assomiglia a Mentana 😀

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  10. Kukuviza ha detto:

    Ma Sammo anche con quel fisico faceva veramente scene marziali? un grande!
    Ma anche Andy Lau faceva cose marziali (all’inizio)?
    Comunque pazzesco il modo in cui si facevano quei film, della serie ho degli attori, facciamogli fare qualcosa, qualsiasi cosa… comunque sembra divertente.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Andy Lau era bravo, anche se faceva poco. Considera che ad Hong Kong per lavorare nel cinema devi saper recitare, saper combattere e saper cantare, non si transige 😛
      Sammo è bravissimo, è un mistero come faccia ad essere così agile con quel fisico, ma è un atleta migliore di Jackie, semplicemente perché il nostro eroe ha smesso subito di combattere, mentre Sammo continua ancora. Ovvio, ci sono cavi e controfigure per le scene più impegnative o spettacolari, ma Sammo è ancora lì a macinare colpi. Però non ha il “fisico dell’eroe” quindi sebbene sia uno dei decani del genere non è una stella dell’Asia come Jackie.

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