Nightmare 3 (1987) I guerrieri del sogno

Abbiamo seguito la vita e le opere di Jason fino ad arrivare al punto in cui finalmente, dopo anni di tentativi infruttuosi, è arrivato a scontrarsi con il suo collega più giovane. Ma prima… è proprio quest’ultimo “collega” che merita di essere raccontato.

«Passo sempre prima da Wes, ogni volta». A parlare è Sara Risher, produttrice della New Line Cinema insieme a Robert Shaye, e la frase è riferita al fatto che dopo il rifiuto di Wes Craven di girare il seguito di Nightmare è iniziata una curiosa ma comprensibile usanza: ad ogni sequel, si va a bussare alla porta di Wes. Metti che un giorno gli vada di girarlo lui…

Dopo il disastro del secodo film – che comunque, va sempre ricordato, è uno strepitoso successo al botteghino – Shaye e Risher al momento di pensare ad un terzo titolo fanno la loro solita visitina a casa Craven. Il regista sta lavorando a Dovevi essere morta (mio culto personale!) quindi non è disponibile, ma nell’accompagnare educatamente alla porta i produttori si lascia sfuggire una frase improvvida: butta lì un’idea per un soggetto.
I due si girano e i loro occhi cominciano a brillare: gran bella idea, perché già che non ha niente da fare, Wes non scrive una sceneggiatura?

«Ho accettato di fare [il copione di] Nightmare 3 perché mi sentivo costretto a tornare per espandere l’idea originale. Era importante per me, da un punto di vista degli affari, essere in grado di ottenere una percentuale da tutti quei sequel che non avevo intenzione di fare.»

In questa dichiarazione, citata in Screams & Nightmares (1998), c’è una ambivalenza potente: Wes cerca ancora di cavarsela con velleità artistiche – come ampliare il suo discorso iniziale – ma poi cede e parla di pecunia, vil denaro. Ha capito che altri suoi colleghi si stanno ingrassando il conto in banca con opere non loro che pubblicamente disprezzano, mentre lui disprezza Nightmare “a gratis”, e non va bene.
Insieme a Bruce Wagner scrive una storia che sappia rifarsi al primo film, cancellando quella stupidata del secondo, la consegna alla New Line… e la notizia successiva la legge sul giornale: è in uscita un nuovo film di Nightmare di cui Wes Craven è produttore esecutivo. Il regista alza la testa, si guarda allo specchio e si chiede: «Sono produttore esecutivo?»

Mamma, guarda: sono produttore esecutivo!

«In quanto produttore esecutivo, per quel che ne so, avrei dovuto fornire risposte a domande continue, avrei dovuto avere voce in capitolo nella scelta del cast e avrei dovuto curare parti creative del film. La realtà è che la New Line non mi ha mai contattato, una volta ricevuto il copione. Che poi hanno drasticamente modificato in vari modi.»

Sempre esagerato, Wes. Solo perché il regista – il suo amico personale Chuck Russell che però l’aveva colpito al cuore sceneggiando l’odiato Dreamscape (1984) – ha cambiato i nomi di tutti i personaggi, ha riscritto sezioni intere del copione e ha aggiunto molte scene? Sono quisquilie, anche perché la New Line non aveva alcuna intenzione di pagare l’altissima cifra che la sceneggiatura di Russell prevedeva, quindi giù di tagli con l’accetta. Cosa è rimasto alla fine del copione originale di Craven? Mi sa solo il titolo…

«Molte delle ragioni che mi avevano spinto ad accettare di fare il film erano state spazzate via!»

Su, Wes, non ci pensare. Fai come Cunningham o Barker: pensa ai soldi, mentre critichi il film nelle interviste.
Con un copione che Wes giudica modificato al 70% rispetto a ciò che ha consegnato alla New Line, il regista comincia a sospettare che la casa di produzione voglia semplicemente il suo nome nei titoli di testa, fregandosene di tutto ciò che lui pensa. Ammazza, Wes, ma che te sei mangiato, pane e volpe?

L’inferno di questi film è dietro le quinte

Chuck Russell si è andato a chiudere per undici giorni in una baita in montagna, lontano da tutto e tutti, insieme a Frank Darabont: a fare cosa? Loro dicono per riscrivere il copione di Wes Craven, poi non so… Le premesse erano eccellenti, perché quando Russell gli dice che dovranno scrivere un’avventura di Freddy Kruger, Darabont risponde testuali parole: «Freddy chi?»
Su, non vorrai dirmi che non hai mai visto un film di Nightmare… «Night… cosa?»
Questi due geni del male passano undici giorni a mangiare noccioline e a guardare a ripetizione Dreamscape – così, giusto per fare uno sgarro a Craven! – e alla fine se ne escono con qualcosa che assomiglia ad una sceneggiatura, poi stagliuzzata dalla New Line.

L’ammucchiata degli sceneggiatori

Tutti questi sceneggiatori vanno trottelerrando, mano nella mano, alla Writers Guild e iniziano a menarsi. L’ho scritto io Nightmare 3. No, l’ho scritto io. Ce l’ho avuta io l’idea dei guerrieri del sogno, no ce l’ha avuta tua sorella, che me l’ha rivelata a letto, no in realtà io ho avuto l’idea che la vita è un sogno, io invece ho avuto l’idea che i sogni aiutano a vivere meglio…
I giudici della Writers Guild se ne sbattono di tutte le rimostranze: non è che ora ci possiamo mettere a perdere tempo con gli sceneggiatori, razza infame. Così la decisione è salomonica: tutti i nomi coinvolti vengono inseriti nei crediti. Ci finisce pure il cameriere che portava le noccioline nella baita di montagna.

La faccia di chi ha appena guadagnato bei soldi

Mentre gli sceneggiatori e i registi litigano e si tirano i capelli, Robert Englund è scandalizzato: dov’è finita la voglia di raccontare storie? Dov’è finita la voglia di creare sogni e incubi? Dov’è finita l’arte? Ma soprattutto, dov’è la mia paga? Che qui tutti parlano di idee ma poi sono io che devo girare col mastice in bocca.
Englund lamenterà per il terzo film una lavorazione terribile, funestata da fretta e mancanza di soldi, e quando un attore parla male del film vale il discorso dei registi: ha il portafoglio allegro. È lui stesso a raccontare che ha detto ai produttori di aver fatto i primi due film non per soldi – no, l’ha fatto per aiutare i bambini in Africa – ma ora che la serie sta guadagnando paccate di bigliettoni verdi vuole anche lui la sua parte del malloppo. Facciamo un aumento di stipendio? No, facciamo una percentuale degli incassi. La New Line accetta e da allora potete mettere tutto il mastice che volete in bocca ad Englund…

Un po’ lunghetto, come titolo

Con il chilometrico titolo A Nightmare on Elm Street 3: Dream Warriors esordisce in patria americana il 27 febbraio 1987 e vola presto presto in Italia, dove appare in sala – sempre distribuito dagli Artisti Associati – il 16 aprile 1987 con il titolo Nightmare 3. I guerrieri del sogno. Che detta così sembra una fiction romantica, con i suoi guerrieri da sogno che fanno l’amore e non la guerra…
La Eagle Pictures lo porta in VHS e DVD dal 14 luglio 2004, ristampato da Warner nell’ottobre 2011.
Infine la sempre fedele Italia1 lo trasmette in prima serata venerdì 28 ottobre 1988.

Ogni riferimento a Poe è puramente arbitrario

Siamo sul finire degli anni Ottanta, quando cioè è arrivata a livelli da capogiro la mania esoterica nei cuori degli italiani e lo spazio per le truffe è vasto e sconfinato: vogliamo iniziare un’opera con una falsa citazione? Andiamo, Lovecraft, Robert Bloch e amiconi romanzieri ci hanno campato per anni ad inventare falsità che poi i lettori ancora oggi credono vedere. Su, dài, cominciamo con una falsa citazione da Poe? Vogliamo? Vogliamo.

«Sleep.
Those little slices of Death.
How I Loathe them.»
(Edgar Allan Poe)

«Sogna.
Quei piccoli squarci di morte.
Come li odio.»

Il più che critico Scott Aaron Stine nella scheda di questo film per il manuale The Gorehound’s Guide to Splatter Films of the 1980s ha parole molto dure per l’utilizzo di questa citazione:

«È un bene che [Poe] non sia vissuto abbastanza per vedere un film di Freddy, altrimenti avebbe trovato qualcosa di molto più profondo da aborrire.»

La critica è per il film, non sembra che Stine si sia accorto del gioco della falsa attribuzione, anche perché all’epoca non era certo impresa auspicabile mettersi a leggere l’opera omnia di Poe per vedere se quella frase ci fosse: oggi basta consultare un complete works dell’autore per scoprire che non esiste nulla del genere.
Se non vi basta, vi svelo una sottilissima tecnica investigativa che solo pochi al mondo conoscono: scrivete la frase inglese su Google, e scoprirete meravigliosi post come questo in cui viene spiegato quanto Poe sia vivo soprattutto da morto!

La smettete di citarmi?

Io sono un ottimista a pensare che quell’orgia di sceneggiatori che si nasconde dietro questo film abbia voluto fare un omaggio a quella pratica che in un mio speciale ho chiamato “Libri falsi da citare“: in fondo siamo nello stesso identico periodo in cui David Gerrold per i suoi romanzi di fantascienza sugli Chtorr sta citando a piene mani dall’opera di Solomon Short, che ovviamente non esiste. Il gioco degli pseudoepigrapha, della falsa attribuzione, è ancora in corso.
Purtroppo il mio timore è che molto più probabilmente il qualunquismo di fondo abbia spinto a seguire la moda per cui quei versi siano di Poe, come a quanto pare si è convinti in America sin dal 1959…

Ma ’sti bambini sono ogni volta diversi?

Rimaniamo in campo versi, poesie e filastroccame vario: la vogliamo recuperare la cantilena-simbolo della saga? Vogliamo? Vogliamo.

«One… two… Freddy’s coming for you.
Three… four… Better lock your door.
Five… six… Grab your crucifix.
Seven… eight… Gonna stay up late.
Nine… ten… Never sleep again…»

«Uno, due, un due tre… Freddy arriva e cerca te.
Due tre, tre e quattro… chiudi la porta o scappa il gatto.
Quattro cinque, sei e sette… un crocefisso tengo a mani strette.
Sette otto… non andremo a letto.
Nove dieci, dieci… Non dormiremo più…» (Doppiaggio italiano)

Nell’orgia di sceneggiatori che si sono ammucchiati per scrivere il copione dev’essere stata ben chiara l’idea che la filastrocca del primo film, il night-spell di macbethiana memoria, non era stata sfruttata a dovere: ragazzi, abbiamo l’oro per le mani e lo buttiamo via così? Soprattutto vogliamo perdere un momento di grande cinema?
Visto infatti che dal primo film torna Nancy (Heather Langenkamp), quale modo migliore se non entrare in scena all’apice del night-spell? Così la protagonista disperata comincia a snocciolare la filastrocca e alla fine… entra in scena Nancy a pronunciare la frase-lancio dell’intera saga: «Never sleep again».

«Non dormiremo più»: parola di Nancy

Ovviamente nel doppiaggio italiano tutto si perde, visto che assistiamo alla terza traduzione diversa della filastrocca – quindi il pubblico italiano non ha avuto modo di affezionarsi alle parole – e «Non dormiremo più» non è affatto una traduzione efficace.
Quando poi a Nancy viene chiesto il significato della filastrocca, lei risponde «È una vecchia nenia che i bambini cantano quando vogliono… vincere la paura». Sicuramente ci saranno dietro problemi di sincronizzazione labiale, ma “vincere la paura” è una frase che non ha nulla a che vedere con l’originale «to keep the boogieman away». È un film sull’uomo nero dei sogni, quindi la filastrocca serve a “tenere lontano l’uomo nero”.

Ti giuro, Nancy, un giorno non sarò più così magro

Non ricordavo ci fosse la giovane Patricia Arquette nel ruolo da protagonista, ed è una piacevole sorpresa. All’epoca era decisamente più famosa la sorella Rosanna, ma con il senno di poi mi sa che era più brava Patricia. Anche perché Rosanna compirà il peggiore errore che un attore possa compiere: reciterà con Van Damme!!!
Scherzi a parte, Patricia a volte sogna di sognare e si ritrova in fantastiche città, ma non è Un sole dentro al cuore di Giorgia: è un incubo in cui Freddy cerca di papparsela.

Freddy goloso!

Potrei passare per maligno ma, come insegna la vulgata andreottiana, a pensar male ci si azzecca sempre. Guarda caso dopo anni a maledire Dreamscape (1984), la cui trama molto (troppo) simile a Nightmare (1984) ha fatto patire mille dolori psico-fisici a Craven, dopo interviste spese a sputare veleno su un film che l’ha plagiato, in cui la storia è ambientata in una casa di cura dove i pazienti cercano di non dormire perché c’è un terribile uomo nero che li uccide nel sonno… ora un film con Craven nei crediti racconta di una casa di cura dove i pazienti cercano di non dormire perché c’è un terribile uomo nero che li uccide nel sonno…
Sicuramente sbaglio, e sono maligno a scrivere queste parole, però la vulgata klingoniana ci insegna che la vendetta è un piatto che va servito in sogno: e Freddy è un ottimo cameriere. Impossibile dire se davvero Wes Craven abbia voluto rifare Dreamscape per vendetta, se l’estrema pigrizia di Chuck Russell l’abbia spinto a riproporre lo stesso suo identico soggetto di qualche anno prima o se l’idea sia nata durante l’ammucchiata umidiccia degli altri sceneggiatori: lo scopriremo solo nei nostri incubi.

Uno sceneggiatore al massimo della tecnologia

Tutti i giovani pazienti della casa di cura – o almeno gli unici di cui seguiamo le vicende – sono perseguitati da incubi in cui Freddy cerca di ammazzarli, ma non è più l’oscuro uomo nero del primo film: siamo agli albori del one Freddy show destinato a futuro successo. Paradossalmente proprio in un film dove Krueger appare per una breve manciata di minuti.
In una delle rare apparizioni del nostro mostro preferito lo vediamo condurre in modo davvero particolare un talk show televisivo, dove fa quello che noi spettatori in fondo vorremmo: trattare male gli ospiti!

Il talk show che tutti vorremmo vedere

La scena di Freddy versus Zsa Zsa Gabor è particolarmente piaciuta al giornalista Marc Shapiro, che assiste alle riprese insieme al vero conduttore televisivo Dick Cavett e la descrive in apertura del suo pezzo su “Fangoria” n. 62 (marzo 1987), utilizzando annotazioni personali molto gustose:

«“Frankly, Zsa Zsa, I don’t give a fuck what you think!” Freddy Krueger si alza dalla sedia con i suoi occhi di fuoco e si prepara a far scattare la sua mano artigliata contro una terrorizzata Zsa Zsa Gabor. Freddy sta per fare quello che i critici hanno cercato a lungo di fare senza successo. Un sogno diventato realtà? Sì.»

Ammazza quanta cattiveria contro la povera Zsa Zsa! Mi sa che all’epoca era un animale televisivo come uno dei tanti che imperversano sui nostri schermi.

La rivista “Fangoria” ha stretto un accordo con Robert Englund per avere un suo diario giornaliero, così da conoscere la vita di un “mostro” passo dopo passo. Il problema è che il programma serratissimo di riprese notturne, precedute e seguite da ore di trucco, rendono impossibile all’attore mantenere l’impegno, così si limita alla fine a scrivere un articolo – divertendosi a farlo nelle vesti di Freddy Krueger – apparso sul n. 64 (giugno 1987) della rivista.

«Freddy è diventato più forte non solo grazie alle anime delle sue giovani vittime, ma anche grazie al potere del pubblico che gli ha dato la possibilità di dimostrare la sua personalità vincente nella serie Nightmare. Ora è più forte, più divertente e più ricco.»

Englund è onesto e molto più coinvolto di prima: «stronger, funnier and richer» sono tre qualità molto più sue che di Freddy.
Malgrado si lamenti in continuazione delle migliaia e migliaia di ore di trucco, come farà pure il Doug Bradley di Hellraiser, esattamente come Pinhead anche Freddy gioca sporco: in questo film per puzza vediamo Freddy per cinque minuti totali, con tutti i soldi che ha preso e il successo mediatico in ogni angolo del mondo forse le sue geremiadi sono un pochino esagerate.

Le anime dei giovani spettatori di Nightmare

Patricia Arquette e un gruppetto di personaggi straordinariamente anonimi, privi di qualsiasi spazio nella storia e quindi cartonati di cui non vale la pena neanche citare i nomi, teoricamente dovrebbero formare una gioiosa macchina da guerra – più che prode, prodiana – contro Freddy: visto che nei sogni tutti possono avere super poteri – toh, proprio come in Dreamscape… – questi giovani dream warriors possono scegliere armi meravigliose con cui affrontare l’uomo nero.
E cosa scelgono? Patricia sa fare le capriole: uau! Se in città passa il Circo Togni hai lavoro assicurato, ma contro Freddy mi sa che è un po’ pochino…

Se sono questi gli avversari, sto tranquillissimo

Uno dei personaggi nei sogni ha il potere del mago fallito degli spettacoli di provincia, e infatti muore come uno stronzo. Un altro ha il potere di dirti quando l’acqua bolle, un altro ha il potere di usare lo spazzolone del cesso senza mani, un altro sa uscire la gente, ma poi si accorge che potrebbe servire a qualcosa e lo cambia, scegliendo il potere di saperti dire che ore sono, se glielo chiedi.

Se permettete, Dreamscape era molto più figo!

Possibile che quattro valenti sceneggiatori non abbiano avuto un’idea migliore? Ecco che torna il tema della vendetta: sono più che convinto che questo film sia il modo di Craven di prendere in giro Dreamscape, dove invece i sognatori agiscono in modi molto più decenti. Qui invece il personaggio più azzeccato (in modo sarcastico) è la tizia che nei sogni diventa punk e contro Freddy tira fuori i più piccoli coltellini che si siano mai visti al mondo. Degli esperti hanno girato tutti i Paesi alla ricerca della più piccola lama esistente, da usare contro il più grande mostro armato di lame della narrativa.

Nooo, dei mini-coltellini di due millimetri nooooo!

Ognuno dei personaggi fa a gara a chi muore più da stronzo, cioè come ha vissuto, finché alla fine la coscienza dei quattro sceneggiatori ammucchioni non comincia a pesare: ragazzi, non possiamo limitarci a un gruppo di minchioni che giustamente muore male. Almeno una trama la vogliamo scrivere? Non dico una intera, magari una sgommatina…
Così esce fuori che in quella clinica la madre di Freddy Krueger è stata stuprata da eserciti di matti – così da sottintendere velatamente che Freddy sia il risultato della fusione di spermatozoi folli, e gli amanzi della crazy science sono contenti – e che i coglioni che stanno morendo sono i figli degli assassini di Freddy. Cioè sono bambini nati e cresciuti nello stesso quartiere ma a loro insaputa, visto che prima della vicenda del film non sembrano conoscersi. E il bello è che per ’sta roba sono andati anche a lamentarsi con la Writers Guild! Invece di andare a nascondersi…

La mamma di Freddy si sta rigirando nella tomba

Non discuto la potenza delle immagini, ma non mischio l’ottima esecuzione e l’eccezionale potenza visiva con una trama assente ingiustificata e personaggi da denuncia per danni. Inoltre siamo sempre in un campo scivoloso, il campo dell’autorefernzialità.
Nel 1987 non vedevo film horror, o almeno non così tanti, ma in pratica già all’epoca ho visto ogni singola immagine decente di questo film. Tutte le immagini azzeccate di questo Nightmare 3 sono state distribuite a livello capillare in TV, le ho viste per anni ovunque, e alla fine ovviamente mi sono molto familiari: questo non vuol dire che sia un buon prodotto, vuol dire solo che i distributori italiani hanno fatto il loro lavoro, al contrario del solito. Mi rivolgo perciò ai tantissimi estimatori di questo film: sicuri che questa sensazione non provenga da una fortissima familiarità con un film molto ben distribuito?

Roba da mandare a raffica in TV

Così come l’essere l’autrice più ristampata in Italia da quarant’anni non fa di Agatha Christie automaticamente una scrittrice migliore dei milioni di altri autori che l’editoria italiana non ristampa più da decenni. Questo per dire che l’essere così fortemente riconoscibile e il poter contare su un forte “effetto nostalgia”, non fa di Nightmare 3 un film buono a prescindere. Basta confrontarlo con il primo della serie – che non ha minimamente potuto contare sulla stessa distribuzione – per vedere palesemente che stiamo parlando di prodotti abissalmente lontani.

Una scena mitica, ma solo perché citata per decenni

L’infermiera tette-al-vento ovviamente ci piace – a breve nel Zinnefilo! – un paio di morti sono carine e ci sono parecchie scene molto belle, ma sebbene non siamo ai livelli cialtroneschi del secondo film, lo stesso questo terzo episodio non mi sembra assolutamente riuscito. O meglio, poteva essere fatto così infinitamente meglio con così infinitamente poco che mi dà più rabbia che piacere. Bastava copiare meglio Dreamscape per fare un ottimo film…
Spero che Freddy non se la prenda e non mi venga a cercare, stanotte.

Le ossa di Freddy sanno come trattare i criticoni…

L.


Bibliografia

  • Robert Englund, I, Freddy, da “Fangoria” n. 64 (giugno 1987)
  • John Nicol, A Nightmare on Blob Street, da “Delirium” n. 4 (settembre-ottobre 2014)
  • Brian J. Robb, Screams & Nightmares. The Films of Wes Craven (1998)
  • Marc Shapiro, Welcome to Freddy Hell!, da “Fangoria” n. 62 (marzo 1987)
  • Scott Aaron Stine, The Gorehound’s Guide to Splatter Films of the 1980s (2003)

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59 risposte a Nightmare 3 (1987) I guerrieri del sogno

  1. Cassidy ha detto:

    Il post è bellissimo, l’ammucchiata degli sceneggiatori e la colazione a base di pane e volpe di Craven sono un gran modo per riassumere gli eventi 😉 Mi sollevi una bella questione, oltre a farmi venir voglia di andare a rivedermi “Dreamscape”, ci sono alcune scene di questo film che sono le più iconiche della saga (Freddy-TV lo hanno visto tutti) per esempio ricordavo un coinvolgimento ben maggiore del buon Frankuzzo Darabont, uno che di norma sa scrivere, qui è sempre stato sbandierato come il segreto del successo del film, invece la tua idea degli sgranocchiatori di noccioline è decisamente più realistica 😉 Cheers!

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  2. Conte Gracula ha detto:

    L’ho visto solo una volta, il secolo scorso. All’epoca mi era un po’ piaciuto, riallacciandosi al primo, ma comunque mi son chiesto perché questi sognatori lucidi fossero tanto scarsi. Praticamente avevano perso alla prima apparizione di Freddy: la punk rimane terrorizzata ad aspettare che Freddy si avvicini e la stenda col potere della dVoga, tipo.
    Comunque, ricordavo che il maghetto fosse un giocatore di d&d…

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  3. Il Moro ha detto:

    Gran post, a volte mi piacerebbe capire me sia possibile che, con tutta la gente che lavora a un film, nessuno alzi la manina dicendo “Ehi! ma questa sceneggiatura fa cagare!”
    Comunque, io mi ricordo solo le varie scene di morti strampalate, e quelle sono sempre belle!

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  4. Zio Portillo ha detto:

    Lucius, Conte, Willy,… e tutti gli altri: vi saluto dalla riva del mare! Quando rientro recupero tutto ma starò offline per i prossimi giorni. Aloha! 😘

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  5. Willy l'Orbo ha detto:

    Non ho ricordi così lucidi da poter controbattere alle tue obiezioni sulla sceneggiatura del film. Tuttavia poichè mi piacque molto, in tempi in cui le scene ad effetto forse erano sufficienti per ringalluzzirmi, lo difendo a spada tratta.
    Ma, ti rassicuro, non me ne avrò e non verrò a cercarti nottetempo! 🙂

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Proprio perché sento citare sempre le scene che sono convinto che il film in realtà debba la sua fama ad una buona distribuzione capillare di queste: la trama non la ricorda nessuno perché non merita di essere ricordata…

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  6. cumbrugliume ha detto:

    Intanto i complimenti per un mega articolone così accurato sono come al solito d’obbligo. Io ho un bellissimo ricordo del film.. Quanto questo sia motivato dalla esposizione (e aggiungo anche dal fatto che era uno dei primi horror visti, con un sacco di momenti memorabili per un mocciosetto assetato di sangue) non lo so. Magari mi rifaccio una maratona anche io 😉

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  7. pirkaf76 ha detto:

    Difficile darti torto, ma…io l’ho adorato o meglio lo adorai.
    Ha cementato amicizie ed è stato argomento principe degli anni delle medie.
    La mia idea è che sia il film più fantasy della serie e per certi versi il più fumettistico ( anche il cinque provò a seguire questa strada ).
    Oggi non so cosa proverei rivedendolo, ma all’epoca mi colpì nel profondo.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Sicuramente è uscito al momento giusto e ha tante ottime idee, il problema è che non ne segue nessuna e i personaggi sono buttati via in massimo grado. All’epoca non l’ho visto ma ho avuto la fortuna di vedere “Dreamscape”, che è decisamente più mitico! ^_^

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    • Fra X ha detto:

      Non capisco perché non si rivedono i film che sono fatti per essete visti e rivisti e queste giustificazioni “non so cosa proverei rivedendolo”, “sarà che ero piccolo…” sanno proprio di frasi fatte. Le pellicole sono fatte per superare la prova del tempo, dell’ età degli spettatori… mah!

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Teoricamente è vero, ma in pratica non è così, soprattutto in questi anni Duemila in cui i film sono fatti appositamente per NON essere mai rivisti, visto che il loro unico scopo è fare il botto la prima settimana di programmazione e scappare coi soldi.
        Ci sono film che ci fanno innamorare perché li vediamo al momento giusto, magari ci beccano nell’età giusta e ci lasciano un segno: visti in un’altra età, in altre condizioni, magari invece ci fanno schifo.
        Per esperienza personale so che non si dovrebero mai rivedere i film che abbiamo amato da bambini, perché non siamo più bambini e non ci sono più le condizioni che ci hanno portato ad amare quel film. Visto poi che il 99% dei film è fatto sfruttando la moda del momento, appena passato il momento il regista dev’essere un genio per lasciare un segno duraturo, e i geni scarseggiano…

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  8. Ivano Landi ha detto:

    Comunque sia, il titolo del film proviene da Bruce Wagner, o, meglio ancora, da Carlos Castaneda, di cui Wagner è stato un allievo diretto nello sciamanesimo. Sia “Sogno” (Dreaming) che “Guerriero” sono due termini che ricorrono costantemente in tutta l’epopea castanediana.

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  9. Ivano Landi ha detto:

    Anche se non è neppure da escludere un’altra ipotesi: che abbiano pensato di coinvolgere Bruce Wagner proprio perché lo consideravano in grado di trattare a dovere il tema dei guerrieri del sogno a causa della sua esperienza con Castaneda.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Tutto può essere, anche se nelle interviste dell’epoca a malapena lo citano, Wagner, presi come sono dalla mania di protagonismo dei vari sceneggiatori.
      Comunque la sceneggiatura risente in modo deciso del film “Dreamscape”, sempre di Chuck Russell: al di là del titolo “Dream Warriors”, che potrebbe provenire da Wagner, la storia credo proprio sia farina del sacco di Russell. Solo che gli era venuta decisamente meglio nel precedente titolo.

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  10. Giuseppe ha detto:

    Io lo amai parecchio, all’epoca: lo vidi pure in sala, quando ancora si poteva entrare alla fine dello spettacolo precedente per prendere posto senza che nessuno ti rompesse i coglioni… il risultato fu che per un soffio non mi beccai il finale rivelatore del destino della povera Nancy! Poi come avrei fatto a ignorarlo vedendo il film dall’inizio? 😀 In seguito l’ho rivisto più volte, negli anni successivi, e devo dire che la mia opinione non è cambiata… va detto che io ne ho vissuto la fama diretta (come si suol dire “io c’ero”) e non quella riflessa delle miriadi di immagini e citazioni successive tali da deformarne il ricordo in versione nostalgica. Un film abissalmente diverso dal primo, certo, ma altrettanto abissalmente diverso dal secondo (in positivo, chiaro). Né l’ho mai accostato a Dreamscape, dato che li ritengo due prodotti diversi (nonostante i “crampi” causati al compianto Wes) con un approccio al mondo del sogno reciprocamente incompatibile: Freddy non è il prodotto dell’inconscio di nessuno (come lo è invece il ributtante uomo-serpente in Dreamscape, ad esempio), lui semplicemente E’ l’ncubo che penetra nei sogni altrui… “semplici” sensitivi Alex Gardner e Tommy Ray Glatman se la sarebbero cavata contro un invulnerabile boogeyman di origine soprannaturale? Non credo proprio.
    P.S. Ricordo che Englund ebbe a che dire con la New Line per una questione di percentuali sui guadagni derivanti dal merchandising sul personaggio alle quali aveva diritto, ma che gli erano state “nascoste” per anni…

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Fomentato dal fatto che tutti mi citavano il terzo come un momento alto sono rimasto parecchio deluso. Non lo ricordavo nemmeno dalle prime visioni (comunque tardive), ricordavo solo le ossa di Freddy, e ovviamente le varie scene mitiche e ben note.
      Tecnicamente è una bella storia, ma mi sembra davvero buttata via senza alcun coinvolgimento, con personaggi che vanno e vengono senza disturbare…

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  13. Conte Gracula ha detto:

    L’ho appena visto su Paramount e ho capito una cosa: il tema è il circo Togni dei Sogni!
    Tra i guerrieri, c’è l’acrobata, il “prestigiatore”, l’uomo forzuto… se avessero fatto tirare i coltelli alla punk e avessero messo un domatore di leoni, sarebbe stato perfetto! X°D

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Vedi che alla fine vieni alla mia recensione? ^_^ Non so perché questo circo equestre viene universalmente considerato il migliore della saga: quando la protagonista sfoggia il super-potere di fare le capriole mi sono dato così tante manate in faccia da lasciarmi il segno 😀

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      • Conte Gracula ha detto:

        Il migliore, per me, è sempre stato il primo – nonostante boiate come il telefono linguacciuto – ma il terzo lo ricordavo discreto, e invece è proprio così così… sarò cambiato molto, in più di vent’anni 😛

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Sul primo non si discute, massima autorità. Per il resto finora mi sento di salvare il quarto giusto perché è ben diretto dal giovane Renny Harlin, che almeno ha dimostrato una certa visione filmica non china alle robe di Freddy.

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  14. Fra X ha detto:

    In effetti dovrebbe essere il più replicato assieme al primo. Aneddoti davvero interessanti. “Dreamscape” per certi versi somiglia ad “Inception”, ma questo si sa.
    Curioso come nei primi tre film FK si veda davvero poco! Mi sa che la fama al personaggio glie l’ hanno data molto i bistrattati 4, 5 e 6! XD

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Appunto, la fama dei primi film è “postuma”: diventato un fenomeno di horror comico, il personaggio è cambiato in corso d’opera e così si è voluto vedere nei primi film qualcosa che all’epoca non era previsto.
      Visti i vent’anni di distanza, direi che “Inception” si è rifatto a “Dreamscape”, che rimane un filmone troppo ingiustamente dimenticato, malgrado Craven lo odiasse…

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  23. Marco Vecchini ha detto:

    Dal terzo in poi Freddy per me era diventato l’emblema del Boogeyman che gigioneggia. Perso l’aspetto terrificante dal terzo andava avanti a battute e gare di cosplay.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Purtroppo è entrata in funzione questa sua particolarità che gli è rimasta apppiccicata: solo il remake del 2009 – che sono l’unico al mondo ad aver apprezzato! – ha ritrovato l’uomo oscuro del primo film.
      Anche nei fumetti e romanzi si punta sulla battutaccia, che ormai è una particolarità fissa del personaggio come il mutismo di Jason. La saga di Nightmare è un “One Freddy Show” 😉

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